Quando una ragazza di San Patrignano mi raccontò la forza del padre

“Mio padre è morto ed io, in quel momento, ho “ricevuto” la forza di cambiare, scegliendo di vivere. Il suo più grande desiderio si è avverato con la sua morte”

 

Claudia, dopo aver pronunciato questa frase, si ferma e si commuove.

Anche le mie alunne si fermano.

Come quando nella liturgia del venerdì santo si arriva al: “Allora Gesù, chinato il capo, morì”.

Il lettore si ferma.

Tutto si ferma perché tutto è compiuto.

Si sente che c’è nell’aria qualcosa di misterioso.

Si intuisce che un sacrificio grande si sta trasformando in un’esplosione di vita senza confini.

La fine sta diventando inizio.

Il fallimento si sta cambiando in vittoria.

Il sogno sta diventando realtà.

Il padre di Claudia è morto da fallito, ricco solo della speranza che quel Tutto è compiuto diventasse anche per lui anticipazione di una vita nuova.

La vita di sua figlia.

Le sue lacrime, le sue notti in bianco, il suo rincorrere la figlia, le preghiere bisbigliate per lei in ogni dove… tutto era arrivato alla scommessa finale: “Scommetto che non è stato tutto inutile. Scommetto che Dio prenderà i pochi pani e pesci che ho e ci realizzerà il mio sogno!”

Ed effettivamente, caso o non caso, dopo il suo ultimo respiro un vento di vita ha preso la direzione più impensabile, arrivando fino al centro del cuore di Claudia.

Dalla fine del padre, è partito un inizio per lei. Continua a leggere Quando una ragazza di San Patrignano mi raccontò la forza del padre

Siamo i magi, siamo i pastori… siamo dentro il presepe.

Cara Maria Cristina, è da un po’ di tempo che penso alla teoria della reincarnazione (transmigrazione dell’anima). Non riesco a dare una risposta esaustiva alla mia fede. Da una parte trovo razionale questo viaggio dell’anima ma, da un’altra parte, la mia speranza di una eterna felicita in paradiso viene quasi soffocata. L’unica risposta che sono riuscito a “creare” dentro di me è: Gesù ha spezzato questa catena con la sua venuta e ha permesso alla infinita misericordia di Dio di potersi effondere al di fuori del tempo, dello spazio e della ragione umana. Per questo ad ognuno è offerta la gratuità della salvezza che incambio chiede un minimo dovuto: un abbandono cieco all’amore. Non importa quanto abbiamo fatto e imparato sulla terra, altrimenti chi potrebbe accedere all’Eden? È questo che ci rende davvero fratelli e smussa il nostro ego umano. Questa risposta interiore mi dà pace, ma non è sufficiente. Vorrei saperne di piú. Può cara prof darmi un suo pensiero a riguardo e magari consigliarmi dei libri. Un grandissimo abbraccio. Francesco

 

Caro Francesco, c’è una risposta biblica chiara alla domanda sulla reincarnazione.

E’ una risposta che non lascia dubbi: E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio (Eb 9,27).

Nulla, nella Parola di Dio, lascia pensare ad un ritorno alla vita presente (sia pure per purificarsi).

La vita su questa terra è un veloce “passaggio (quante volte l’abbiamo sentita questa parola?)

La vita scorre ad una velocità pazzesca.

Tocchiamo i fili d’erba di qualche primavera e poi…via.

Si muore e si fa posto a qualcun altro.

Un movimento continuo di passaggi, di orme, di pensieri, di gesti, di nascite, di crescite e di vecchiaie.

E dopo?

Il dopo ce l’ha raccontato la Parola di Dio. Continua a leggere Siamo i magi, siamo i pastori… siamo dentro il presepe.

“Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta”

“Prof, ho visto quest’immagine ed ho pensato subito a lei… gli adolescenti spesso dicono di non credere in Dio perché succedono cose brutte alle persone brave, ecc…Allora ho pensato che questa foto poteva essere una perfetta spiegazione alla solita domanda che ci facciamo … è un modo semplice e creativo per spiegare a noi adolescenti (testardi e sempre sicuri di aver ragione!) la presenza di Dio nei fatti della vita… nonostante io stessa non credo in Dio… credo comunque in qualcosa di più grande e mistico che non solo ci accomuna e protegge, ma ci dà la forza di andare avanti… qualcosa di incomprensibile, che non deve essere studiato o capito, ma solo intuito…insomma: qualcosa ci sta…”

Carissima Samantha, quest’immagine mi era capitata sotto gli occhi già un paio di volte e, devo dire, è stato amore a prima vista!

Quel ragazzino che si lamenta per la pietra arrivata sulla testa, senza mai ringraziare per le altre non ricevute, mi è sembrato l’emblema dell’immagine nostra.

Viviamo ogni giorno travolti da una piacevole valanga di regali che la vita ci fa e mai una volta che ci sentissimo fortunati.

Per questo l’altra sera quando ho ascoltato la canzone di Fiorella Mannoia Che sia benedetta ci sono subito entrata dentro, amandola. C’è una frase che incanta:

“Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta”

Perfetta. WOW!

Questa mattina, in un negozio, ho sentito una persona che, sorridendo, diceva ad un’altra: Buongiornooo!!! Come va?”

Eeehhh… ha risposto il tipo con l’aria leggermente malinconica è ancora presto per dire che va bene… da qui a stasera chissà quante cose possono capitare…prima di dire che va bene, è meglio aspettare”

Ma io dico…!

Sei vivo.

Sei sano.

Sei in un negozio che vende cose piacevoli… e fallo un sorriso alla vita!!!

E ringrazia (Dio, il destino, il karma, la fortuna o chitipare!) per esser vivo!

Alessandro Mannarino finisce la sua canzone Vivere la vita con quella salutare provocazione “Sei vivo, cretino!”.

Lo capisci che anche oggi la vita ti ha protetto da tante “pietre” che avrebbero potuto colpirti?

Fiorella Mannoia ha continuato: Continua a leggere “Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta”

“L’occasione che la madre dà al suo bambino, è ogni volta un miracolo” (Alda Merini)

Sto leggendo il libro “In te mi rifugio”. Me lo sto proprio gustando, ma una cosa non riesco a mandarmela giù: la lettera sull’aborto. Io sono fermamente convinta che l’aborto debba essere un diritto. Ora mi spiego.

Sa benissimo quanto anche io sia credente (e non solo perchè lo dice il Papa). Credo che una vita mancata, sia più mancata per la madre (e per il padre, volendo) che per il figlio stesso che non ha avuto la possibilità di venire al mondo.

Però le donne devono essere libere; libere di vivere il proprio corpo senza dover rendere conto a nessuno. L’aborto lo vedo come un momento così intimo e profondo, in cui la donna deve poter parlare a qualcuno della sua paura. Perché credo che la decisione di abortire, sia frutto di una paura. La paura di rimanere per sempre da soli, con questo nuovo fardello a complicare le cose. Ma se non ci fosse la possibilità di dirlo a qualcuno, se fosse vietato, allora sì che si rimarrebbe veramente da soli.

Se magari si tenesse il bambino senza volerlo, ci sarebbero due vite obbligate e rovinate. E se invece si decidesse di passare per altre vie, ci si ritroverebbe con un po’ di candeggina tra le gambe e morte per intossicazione.

Come può non essere un diritto l’aborto?

Come può essere detto a qualcuno “No, tu non puoi abortire perché se lo fai sei una persona orribile, fuori da ogni legge e giustizia nel mondo; sei stata una sgualdrina e ora tieniti il frutto del tuo comportamento immorale”. Perché, diciamoci la verità, è questo quello che riuscirebbe a partorire il nostro mondo ancora più che maschilista.

Per quanto riguarda la storia della ragazza, che è stata indotta dai genitori, beh questo lo trovo inconcepibile. Io avrei lottato
fino all’ultimo per far andare le cose in modo diverso. 
Esistono
troppi aiuti, ad oggi, per cadere in queste stupide trappole.

Sono pensieri che mi passano in testa mentre leggo e so che le fa piacere avere anche i feedback…”

 

Cara Veronica, il destino ha voluto che in questo mese, tre ragazze mi abbiano confidato che stanno per abortire. Non vorrebbero, ma… Continua a leggere “L’occasione che la madre dà al suo bambino, è ogni volta un miracolo” (Alda Merini)

La bellezza della vita è negli istanti e non negli anni

“Buona sera prof… sono davvero onorato di aver ricevuto il suo libro e la ringrazio vivamente per questo immenso regalo.

Come le ho detto a scuola stamattina, la carta è tutta un’altra cosa… è come se fossero parole più “emozionanti”.

Io seguo il suo blog da quando è nato e spesso ho riletto i post anche nei giorni seguenti, perché mi ritornavano in mente frasi, citazioni o esperienze raccontate che potevano essermi utili per quei momenti.

Sembra strano, ma ogni volta è come se ci fosse qualcosa di diverso, un aspetto che non avevo notato. È come se, ogni volta, mi rispondesse a dubbi e domande di quel momento. Ed è bello pensare che sia così, perché ispira a leggerlo, rileggerlo e rileggerlo ancora…

È bello ricordare le emozioni degli spettacoli fatti, delle belle esperienze e delle lezioni a cui ho preso parte…  Più ci ripenso e più sono contento di aver condiviso tante esperienze con lei e di essere stato suo studente…”

Carissimo Luca, sono passati due mesi da questo tuo messaggio e solo ora ho trovato un po’ di tempo per risponderti con la calma che meriti.

Oggi è stata una giornata un po’ speciale per me: ho finito di scrivere il mio curriculm per il liceo in cui insegno. La nuova Dirigente Scolastica l’ha chiesto (io dico, giustamente!) a tutti noi insegnanti, per metterlo nel sito della scuola.

Per scriverlo, ho dovuto fare mille ricerche nel passato, tuffandomi nelle scatole a fiori piene di documenti, nei file del mio pc, nei DVD degli spettacoli e dei viaggi d’istruzione. Man mano che trovavo, io stessa ero meravigliata delle esperienze fatte. Anzi…no…mi spiego meglio.

Non ero meravigliata dei Progetti Scolastici organizzati, ma dei singoli istanti vissuti.

Tutto è cominciato quando ho ritrovato due foto scattate a Barbiana, nel bordo della piscina che don Milani aveva fatto fare per i suoi ragazzi.

E’ il 6 dicembre 2006.
Continua a leggere La bellezza della vita è negli istanti e non negli anni

Quel figlio che non arriva…

 dio_e_il_rifugioSono in una pausa tra un consiglio di classe e l’altro ed il mio cellulare mi segnala un messaggio privato arrivato sulla mia pagina facebook In te mi rifugio”.

Apro per distrarmi… per curiosità… per “staccare”.

Ma una volta lette, da quelle parole non mi “staccherò” più.

 

Federica non scrive; grida “aiuto!”. Federica non racconta; piange. Ogni frase è carica di sofferenza.

infertilidadBuonasera, scrivo perché ho bisogno di una parola di conforto. Io e mio marito desideriamo un figlio che, per tanti problemi, non arriva.

Siamo disperati…

Prego dalla mattina alla sera ma il mio cuore non trova mai pace…

Non riesco a trovare una via di uscita…”

 

infertilita-di-coppia-padovaIl destino ha voluto che questo grido di aiuto mi arrivasse proprio nella stessa settimana in cui, una coppia a me molto cara, mi aveva comunicato: Abbiamo perso il bambino che aspettavamo”.

Mi è sembrata una coincidenza per spingermi, ancora di più, ad aprirmi al dolore di Federica. La sento sull’orlo della disperazione.

È un dolore che mi racconta tanto dell’essenza di cui siamo fatti. Un’essenza che reclama e cerca vita, dappertutto. Siamo esseri perennemente in crisi di astinenza di vita. Non ci basta mai e il profondo, radicato e fortissimo desiderio di avere dei figli, ne è una prova lampante.

childfree_34In fondo, se pensassimo solo razionalmente a questa faccenda, ne usciremmo tutti con un più crudo pragmatismo. Volevo un figlio. Non mi è venuto? Pace”. Più tempo libero, più soldi, più divertimenti… Meno preoccupazioni, meno problemi economici, meno stress… Un figlio, poi, è sempre un rischio che dura per tutta la vita. Che ne sappiamo come verrà? Simpatico o antipatico? Affettuoso o ribelle? Bravo o delinquente? Sano o malato? Bello o brutto? Sarà la nostra soddisfazione o la nostra disperazione? Continua a leggere Quel figlio che non arriva…

MA QUANDO MORIAMO, COSA SUCCEDE? (terza parte) Parola d’ordine: se possibile, evitare il Purgatorio!

mani“Salve prof, non so se si ricorda di me: sono un suo vecchio alunno. Da un po’ di anni a questa parte sto iniziando a pensare a qualcosa che mi affligge; il problema è che questo “qualcosa” non è di natura materiale, né di natura… risolvibile (se così lo possiamo definire).

Sempre più frequentemente mi ritrovo a riflettere sulle cose belle che ho nella vita: una ragazza, una famiglia, degli amici, degli hobby, degli interessi, delle opportunità, la vita stessa…ma subito dopo arriva il “problema”, ovvero: una volta che tutto ciò finisce? Una volta che si muore?…”

Ciao Gianluca…tutto bene?

Pronto per fare un salto in Purgatla_purificazioneorio? Giusto per capire che è meglio evitare di passarci, se possibile!

Sai cosa faccio? Per essere più chiara possibile andrò per punti, rispondendo a tutte le domande che in genere mi fanno quando vien fuori questo argomento.

Però prima ti voglio raccontare un aneddoto. Continua a leggere MA QUANDO MORIAMO, COSA SUCCEDE? (terza parte) Parola d’ordine: se possibile, evitare il Purgatorio!

“Verso l’autostima e oltreee!” dovremmo gridare come Buzz Lightyear nel famosissimo “Toy Story”!

autostima “Prof, ha presente la lezione di questa mattina? Quando le ho detto che, per lo spettacolo che stiamo preparando, sul palcoscenico io non saprei fare nulla? E lei mi ha risposto, sorridendo e per sdrammatizzare, se mi sentissi come quella ragazza che le ha scritto di vedersi come un’ostrica vuota, senza perla…

Beh, quando ha letto le parole di quella ragazza, mi sembrava di rispecchiarmici! Mentre lei leggeva la sua lettera, io avevo l’impressione che gliele stessi dettando io quelle parole!

Tutto è così strano in questo momento:  ho una ragazza, un’amica che credo mi voglia veramente un sacco di bene, ma dentro mi sento vuoto.

Ho sempre paura che quello che faccio non sia mai abbastanza; e se prima cercavo di tirarmi su, ora mi sto pian pian deprimendo e chiudendomi in me stesso.

Tutti i miei amici, invece di aiutarmi, se ne sono andati; mi hanno sostituito con qualcun altro migliore di me… ed io, in questo momento, sono molto stanco, quasi annoiato della vita.

Come quella ragazza le aveva scritto, anche io ho passato un periodo simile l’anno scorso e l’unica cosa che è riuscita a tirarmi fuori da quello stato di depressione è stata la musica; in media ascolto circa 4-5 ore di musica al giorno… ma ora non ci riesco proprio più a sollevarmi.

Quando mi ha parlato di questo Progetto Scolastico ero entusiasmato all’idea di poterne far parte e poter dare un contributo, anche piccolo, a questo grande lavoro.

Non so nemmeno perché le ho scritto: non sono un ragazzo aperto, ma ne ho proprio sentito il bisogno.

Sono anche indeciso se mandarglielo o cancellare tutto…

Mi scuso per i molti errori fatti (so già che ce ne saranno sicuramente) ma è uno sfogo scritto di getto e che credo abbia nemmeno un gran senso logico dopotutto.

Grazie mille prof, la stimo tantissimo.” Continua a leggere “Verso l’autostima e oltreee!” dovremmo gridare come Buzz Lightyear nel famosissimo “Toy Story”!

A scuola sto bene e mi sento protetta; ma poi, fuori, cosa succederà della mia vita?

564243_3d“Inizio a pensare seriamente che mi mancheranno tutti i miei compagni di classe ed anche i prof…. io a scuola sto bene, mi sento protetta!

Ho persone con cui posso parlare e sfogarmi; persone su cui contare sempre, che credono in me e farebbero di tutto pur di rendermi felice.

Io, a scuola, sto a casa!

Poi ci sta sempre l’eccezione che conferma la regola, ovviamente.

A me, prof, uscire dal Morea, mette pensiero. Università o lavoro? Dove andare? Cosa fare? Con chi parlare? E, soprattutto, resteremo uniti tra noi compagni di classe, ma anche con i prof? E altre mille domande ho in testa. ..

Lo so, a volte scrivo meglio, ma questo messaggio è stata una cosa di getto!!! Prof le voglio tanto tanto bene! Grazie di tutto!!!” Continua a leggere A scuola sto bene e mi sento protetta; ma poi, fuori, cosa succederà della mia vita?

Il suicidio: la tentazione estrema!

suicidaCara professoressa,
io sono la nuova arrivata della scuola e la ringrazio per la sua accoglienza.
Ho assistito a molte sue lezioni, ho letto tante sue risposte sul Blog e volevo chiedere aiuto pure io.
Prof, sono due lunghissimi anni che mi porto dentro queste cose. Anche nella mia classe lo sanno in pochi, perché mi vergogno; ho paura di quello che potrebbero pensare gli altri su di me.

Prof, io sono il tipo di persona che sorride sempre, anche quando tutto cade a pezzi. Mi nascondo dietro ad una falsa spensieratezza, faccio la stupida, recito la parte di quella che non capisce niente, solo per essere accettata e per nascondere quello che sono veramente.
Prima non ero così! Ero
una persona che sorrideva dal profondo e amava la vita; ora, prof, vivo solo di ricordi.

Sono stati proprio questi ricordi che mi hanno portato a tentare di farla finita ma, non so perché, sono stata sempre salvata . 

La sera in cui è morto mio padre non la dimenticherò mai: avevo paura quella sera, era una di quelle sere fredde di gennaio, le stelle ricoprivano il cielo …evidentemente lassù stavano aspettando l’ultima stella per finire l’opera d’arte!.

Quella sera, fino in ultimo, ho sperato che mio padre si salvasse ed invece, insieme a lui, se n’è andata anche la mia vita.

Tutta la mia infanzia ed i miei sorrisi sono , improvvisamente, diventati solo ricordi relegati nel passato!

Dopo  che mio padre se n’è andato, ci siamo trasferiti tutti da Milano per venire a vivere vicino ai nostri parenti, ma questo cambiamento ha provocato solo tanti dolorosi litigi..

Ho passato un anno tra psicologhe e pianti .

Stavo morendo prof; non per dire che ora so viva … ma dentro non vivevo più!Volevo solo riavere mio padre!

Nello stesso anno iniziai a guardarmi allo specchio, vedendomi grassa .

Odiavo me stessa.

Cercando su internet, trovai un sito dove delle ragazze proponevano dei metodi veloci per dimagrire: da settanta passai velocemente a cinquantasei chili. Ma io volevo continuare perché non ero mai abbastanza magra. Non riuscendoci ero sempre in guerra con me stessa!

Un giorno, mentre ero sola in casa. Mi misi a guardare le foto con mio padre: il dolore prevalse ed io mi sfogai con un pianto isterico. Decisi allora di prendere tutte le medicine di mamma…

Prof, ricordo solo di essermi svegliata all’ospedale, circondata da visi addolorati e preoccupati per me ed io mi sentivo una merda, una nullità, uno schifo.

Decisi di cambiare…almeno ho tentato.

Ma non è per niente facile.

L’estate scorsa l’ondata di dolore e, nel giorno del mio compleanno, iniziai a tagliarmi (ho ancora le ferite fanno male come se fosse ieri). Non so di preciso perché l’ho fatto; so solo che dopo sono stata bene (almeno apparentemente).

Poi di nuovo un trasferimento (di cui sono stata contenta perché nell’ultima città avevo solo amici falsi con due facce diverse, a seconda se parlano davanti o dietro a te).

Ed ora sono arrivata qui, da voi, stanca di sorridere. Mi verrebbe voglia di piangere ogni volta che lei, nelle sue lezioni, parla di vita!

Oggi, quando parlava della vita, avevo voglia di alzarmi in piedi e dirle che io, di questa vita, sono stanca!

Sono stanca di tutto e odio tutto(anche i miei risultati scolastici)…mi sento anche in colpa verso mia madre che sta facendo dei grandi sacrifici per offrirmi un futuro migliore…sono stanca di questa vita…non so più cosa fare, prof! Continua a leggere Il suicidio: la tentazione estrema!