Grazie Signore, fino a qui mi hai sostenuta!

1 gennaio : grazie Signore di essere qui, accanto a me ❤
Ieri il mio cellulare si è riempito di auguri,
ma il più bello è stato questo.
E Tu lo sai.
Perché cosa mai potremmo fare lontano da te?
Saremmo rami di tralci lontani dalla Vite
E chi mai potrebbe dar frutto
senza la tua linfa nell’anima?
Chi mai potrebbe svegliarsi ogni mattina
senza il tuo Respiro che dà vita?

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Tutto andrà bene!

Mi sveglio in piena notte.
Ho un figlio a Milano.
Ho un fratello in Inghilterra.
Io stessa sono immunodepressa.
Eppure “sento” che tutto andrà bene.
La vita ci sta mettendo a dura prova.
Come una madre amorevole e decisa, ci sta praticamente obbligando a cambiare.
Messi con le spalle al muro e costretti a “vedere”, molti di noi faranno un salto di qualità nel suo stile di vita (sia mentale che materiale).
Perciò sono certa che andrà tutto bene!

Sta andando tutto bene in Francia dove un Macron che non rimanda le elezioni convinto di essere ascoltato solo per il fatto di essere stato eletto ed aver detto “Niente impedisce che i francesi si rechino alle urne”, è rimasto spiazzato dall’altissima percentuale di astensionismo.
Si era dimenticato che la maggior parte del suo popolo ha ancora un cervello.
E non è il suo.

Sta andando tutto bene in Italia dove i medici e gli infermieri, ora, vengono ascoltati da tutti!
In questi ultimi anni, avevano raccontato la vergogna di come era gestita la sanità dalla politica, ma inutilmente.
Da ora in poi, invece, nessuno politico potrà più permettersi di dire sfrontatamente e ipocritamente: “Tagliamo e togliamo reparti e ospedali interi, per migliorare la sanità”

Sta andando tutto bene in Cina (dove è crollato l’inquinamento e sono tornati a vedere il cielo azzurro) e a Venezia (dove l’acqua dei canali è tornata limpida). Madre Terra ci sta rammentando come è bella la vita senza quel consumismo che ci sta dividendo da troppo tempo, in due tipi di schiavi: i prigionieri delle cose ed i prigionieri dell’invidia.

Sta andando tutto bene tra noi, fratelli del mondo. Qualcuno, infatti, dopo aver corso nelle corsie di un supermercato per accaparrarsi un pacco di carta igienica o essere scappato in piena notte da una stazione del nord per tornare nel sud con il suo carico di valigie e virus, smetterà di fare il leone da tastiera aizzando i lettori contro i terribili immigrati che scappano da una “guerra inventata” (salvo poi non scrivere mai niente contro l’italianissima mafia o camorra).
Magari sarà la volta buona che si metterà ad ascoltare i loro racconti di guerra ed imparerà che nelle situazioni di emergenza ci vuole calma, razionalità e responsabilità. Continua a leggere Tutto andrà bene!

Il privilegio di insegnare ad un fiore delicato

1920470_10205440639646306_8546483038911121344_nRicordo ancora la prima volta che sentii parlare di Sait. La scuola era iniziata da due giorni ed io ero in viaggio verso Assisi, quando mi squillò il cellulare.

“Pronto?”

“Ciao Cri, sono Laura”.

“Ciao Laura!!! Dimmi pure”.

“Senti, stamattina ho fatto per la prima volta lezione in 1B. Ma tu ci sei già andata? Hai conosciuto Sait?”

“Sait? E chi è Sait? No, ancora non ci sono andata in 1B e…”

fioredifferenteindividualitfrasescr“Senti Cri; tu devi assolutamente conoscere Sait! E’ un ragazzo fantastico della prima classe. Conosce il greco, parla l’ebraico, canta in modo divino…stamattina io ero a bocca aperta! Ma quando ci andrai in quella classe? Io non vedo l’ora di sentire la tua impressione! E quel ragazzo bisogna valorizzarlo assolutamente!!!”

Laura è la mia collega di italiano entusiasta del lavoro che fa e perennemente desiderosa di valorizzare ogni suo studente. E quel giorno, in una sola ora di lezione, aveva intuito subito la bellezza dei petali che adornavano quel fiore delicato chiamato Sait.

C_0_articolo_469392_listatakes_itemTake_0_immaginetakeUn ragazzo che se fa le scale senza tenersi forte nel corrimano, ha paura, ma che poi non teme dire la sua di fronte all’intera scuola riunita in Assemblea Generale.

Un adolescente che sa sorridere sempre a tutti, anche se la vita sembra che a lui non abbia sorriso affatto.

Sait che, quando ascolta qualcosa che gli piace, ripete tra sé e sé le singole parole come fossero pezzi preziosi di un puzzle da costruire piano piano ma che poi, quando studia da solo, è capace di imparare il greco, l’ebraico e l’arabo.

Un alunno che è capace di vedere in tutti dei lati positivi e che quando parla ha sempre scintille di generosità da spargere a piene mani intorno a lui; anche quando gli altri hanno mani vuote di amore.

Sait che, appena può, esce dalla sua aula per venire nella mia e lasciare un senso di meraviglia nei ragazzi lì presenti, con le sue mini conferenze sulla teologia o sul sociale.

Io lo chiamo il mio fiore delicato mentre stamattina, un mio alunno, lo ha chiamato la mascotte della scuola.

Un po’ di giorni fa Sait è venuto a trovarmi in aula e mi ha detto: Continua a leggere Il privilegio di insegnare ad un fiore delicato

Il giorno in cui, ad Assisi, mi convinsi che il caso non esiste

9087275565_064efef926_z “Prof, quando lei raccontava delle coincidenze strane che, a volte, le succedevano, io ci credevo ma, contemporaneamente,  pensavo che spesso se le creasse…  come se, per forza, nelle coincidenze che le si presentavano, lei dovesse trovarvi un segno per farlo suo.

Ora lei sa quanto io desiderassi andare ad Assisi e sa anche la storia del “quadro” francescano che mi è stata regalato.

Il mio desiderio di andare ad Assisi era così forte che mi sentivo quasi spinta ad andare “lì”, dalla netta sensazione che “lì” avrei trovato qualcosa di prezioso.

Poi domenica mattina il mio ragazzo, dopo aver rifiutato tantissime volte di accompagnarmi, improvvisamente mi dice che avremmo fatto insieme un viaggio ad Assisi!

Ero felice, anche se avevo la consapevolezza che quel viaggio, per lui, non avrebbe mai avuto la stessa importanza che gli attribuivo io.

Con questa premessa ho frenato l’entusiasmo.

Nelle chiese (specie santa Chiara e san Francesco) cercavo di pregare…ma mi bloccavo perché stavo con il mio ragazzo… lo facevo…ma non come avrei voluto… a 360 gradi… quindi diciamo che, ritornando, mi era rimasto un senso di insoddisfazione.

Poi, la notte seguente, ho fatto un sogno strano, brutto… ma finito bene!

E stamattina, cercando di dargli un significato, ho avuto un risveglio bellissimo.

Una sensazione di grande serenità (e lei conosce il mio carattere difficile che non si lascia facilmente andare!)

Tutto l’insieme mi ha lasciato qualcosa di bello “dentro”…insomma, sono felice!

Io le ho scritto perché glielo volevo proprio raccontare!

Sarà stato Assisi??

Cmq ha ragione… andare lì con certi occhi… ti ripaga!”

AssisiCarissima Francesca, io non so dare risposta a quel che tu mi (ti) chiedi: “Ma la serenità profonda che ho sentito e quel sogno che ho fatto, sono un dono di Assisi e di Francesco e Chiara?”

Può darsi…

Ma potrebbe essere anche tutta una coincidenza.

E quel sogno, potrebbe essere il frutto di un tuo desiderio inconscio.

Quella tua serenità potrebbe essere una forma di autosuggestione momentanea.

Prendiamo pure in considerazioni tutte le possibili spiegazioni razionali e pragmatiche, perché è giusto fare così.

Bisogna essere credenti e non creduloni!

Eppure…eppure sono fermamente convinta che Qualcuno ami comunicare con noi attraverso i fatti della vita. Così oggi, invece che risponderti con proclami filosofici o teologici, ti racconto un evento della mia vita.

Il mio amore per Assisi nasce da lontano. Continua a leggere Il giorno in cui, ad Assisi, mi convinsi che il caso non esiste