“Cercate di promettere un po’ meno di quello che pensate di realizzare se vinceste le elezioni.” (Alcide De Gasperi)

“Prof, sono Davide, oggi non riesco ad esserci alla riunione e mi dispiace veramente un sacco, soprattutto perché ho preso un impegno sovrapposto alla riunione e non avrei dovuto. Mio nonno ieri mi ha chiesto se oggi andavo a pranzo da lui ed io, che non lo vedo spesso come dovrei, gli ho detto di sì. È anziano, non mi chiede spesso di andare a pranzare con lui e così, in quell’attimo, ho pensato solo di andare a fargli compagnia. Lui è stato felicissimo. Prof, dentro di me lo so che le avevo dato la mia parola e mi dispiace troppo darle di me un’immagine di inaffidabile. Però veramente avrei voluto partecipare all’incontro di oggi pomeriggio. So che oggi i miei compagni saranno ingegnosi e fantasiosi nel progettare un murales che sia originale e degno della nostra scuola. Senz’altro ci sarò per tutte le prossime occasioni, perché a me piace tanto partecipare con la voglia di scoprire…. Scusi il lungo messaggio. Magari è una banalità, ma non voglio per nessun motivo essere paragonato ad altri tipi di persone”

 

Sono ad una riunione e mi arriva su whatsapp questo messaggio di Davide. È uno scritto traboccante serietà. Sono parole scritte con il cuore e la mente, collegati. Io ho fortemente ringraziato Davide perché l’onestà del suo messaggio mi ha accompagnato per il resto della giornata.

Mi ci volevano queste parole per farmi sperare ancora in un futuro migliore. Ricompariranno giorni in cui la parola data tornerà ad essere tutto ed una stretta di mano sarà di nuovo una certezza. Continua a leggere “Cercate di promettere un po’ meno di quello che pensate di realizzare se vinceste le elezioni.” (Alcide De Gasperi)

La disfatta delle tenebre

Lo so; per anni lo abbiamo letto così: «La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta».

Eppure nella versione che è stata scelta nell’ultima edizione della Bibbia della CEI, si dice: La luce splende fra le tenebre, e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,5)

Allora, quale sarà mai la traduzione giusta del verbo greco originale katélaben? “Vincere” e “accogliere” non sono la stessa cosa, eppure sono verbi diversamente usati da versioni ufficiali o qualificate. Qual è, dunque, quella preferibile?

È vero che il verbo greco presente nel testo originario è di sua natura ambiguo perché può avere entrambi i significati, ma riflettiamoci insieme, partendo dalla traduzione di più lunga data: «le tenebre non l’hanno accolta».

Il verbo greco usato racconta un’opposizione (espressa dalla preposizione katà). Se l’evangelista avesse voluto parlare di “accoglienza”, avrebbe usato il verbo parélaben, come appunto fa nel versetto 11: «Venne tra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto (parélabon)».

E invece no.

Giovanni usa due verbi diversi.

Come è logico pensare, Giovanni stava esprimendo due concetti diversi.

E così arriviamo all’ultima versione della CEI che a me piace tanto: «le tenebre non l’hanno vinta» (o “sopraffatta”).

L’evangelista racconta di un’ostilità che scorre tra la luce e le tenebre, tra Cristo e il mondo.

È una sfida di cui Giovanni racconta subito l’esito finale: vince la Luce.

Tra l’altro, è interessante leggere lo stesso messaggio di vittoria nell’unico altro passo del quarto Vangelo in cui appare lo stesso verbo greco: «Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi afferrino (katalábê (12,35).

Insomma, siamo immersi in una lotta in cui ci conviene stare dalla parte del Vincitore. Continua a leggere La disfatta delle tenebre

Terapia di luce; eccomi pronta!

Appena ci alziamo, cerchiamo la luce.

Se vediamo il chiarore di un’alba ci incantiamo…

La luminosità colorata dell’arcobaleno ci conquista…

 

Se siamo piccoli vogliamo la lucina da notte vicino; se siamo ragazzi accendiamo luci psichedeliche in discoteca, se siamo artisti illuminiamo il palco con fasci di colore, se siamo anziani ci sediamo vicino alle abat-jour delicate per leggere…

 

SE SIAMO A NATALE, accendiamo scintille di luce in ogni dove.

Luce, luce, luce!

L’uomo è un “animale” diurno. Ha bisogno della luce per vivere.

Oggi sappiamo che la lucentezza del giorno scatena la secrezione di cortisolo, l’ormone dello stress positivo che sollecita le energie utili per farci essere in forma e vivi! Al contrario, la luce del giorno impedisce la secrezione di un altro ormone: la melatonina, implicata nell’addormentamento e nel sonno.

E vogliamo parlare del nostro umore e dell’influenza della luce? Sappiamo che il trattamento con luce brillante è realmente efficace nei disturbi dell’umore, con effetti equivalenti a quelli della maggior parte dei farmaci antidepressivi. (Golden et al, The American Journal of Psichiatry, Aprile 2005). Continua a leggere Terapia di luce; eccomi pronta!