ENTRAMBI ABBANDONATI: ORA SI AMANO TANTO!

Venerdì 3 febbraio 2023.
Il pomeriggio.
Sto passeggiando con i miei due cani in una stradina di campagna quando, all’improvviso, sento un flebile lamento.
Viene da un cespuglio.
Mi avvicino piano piano, tra la curiosità e l’ansia, e lo vedo.
È un micetto bianco.
È senza forza e non ha neanche l’energia per scappare davanti ai miei due cani.
Una tenerezza immensa!😢
Non posso girarmi dall’altra parte.
Torno a casa, lascio Akira e Kiara, prendo una coperta e raggiungo in auto il cespuglio.
Il micetto è ancora lì.
I suoi occhietti sono pieni di crosticine nere, il suo respiro è affannato e si sente un rantolo che non promette niente di buono.
È pieno di pulci e la sua codina ha piccole spine infilate tra il pelo.
Una pena infinita!🥺
Telefono al mio veterinario e lo prego di visitare subito questo caso disperato.
Più tardi mi dirà che ha anche una grave bronchite.
Poi, nell’arco di tre giorni, complici un bagnetto caldo, un antibiotico efficace, altre medicine utili, del cibo adatto, il tepore di una casa e le coccole delle nipotine, il micetto è risorto!😍
Ha ancora crosticina sul musetto, ma si sta riprendendo alla grande.

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Che il cielo ci aiuti a stare dalla parte della vita!

Avrà sui settant’anni. Forse.
Ha il contorno degli occhi pieno di rughette: sarà per questo che il suo sguardo buono è così affascinante.
Sono dal veterinario a fare la fila per la piccola Kiara e lui porta con sé un gattone nero dagli occhi verdi che, se non avessi Kiara che trema come una foglia in braccio a me, li fotograferei subito.
Quel signore anziano si avvicina subito a Kiara per accarezzarla. Ha visto subito il suo tremolio commovente.❤
Sono certa che essere stata abbandonata in aperta campagna ad appena due mesi, le ha lasciato una paura addosso che ci vorranno mesi per vincerla.
La sera si siede tutta accoccolata a me e si addormenta sempre vicino a qualcuno. Da sola, mai!
Ma torniamo al signore dagli occhi buoni.
Mi racconta.
Mi dice che quel micio lo ha trovato in una giornata freddissima di gennaio del 2019, al cimitero delle Cortine. Poco prima era passato un tipo con una macchina super elegante e l’aveva abbandonato lì.
Il gattino era spaventatissimo e tremava dal freddo.
Lui si era avvicinato e la sua bontà (che non ha solo negli occhi) non gli aveva permesso di lasciarlo lì, da solo.
Così se l’era preso in braccio proprio mentre ripassava il macchinone elegante.
Gilberto (lo chiamerò così), mi ha detto: “Quel fetente era ripassato per controllare che fine avesse fatto il micio abbandonato da lui poco prima; ne sono certo. Mi ha visto ma non ha fatto un cenno. E’ andato via ed io non potevo lasciare il micetto in mezzo alla strada. Ce n’ho altri dieci di gatti: ma non potevo abbandonarlo!”.
Allora ne aveva dieci. Ad oggi è arrivato a venti.
Mi racconta di come li abbia curati tutti, sterilizzati tutti, amati tutti.
Io gli guardo la maglietta: sotto il collo ha un buco.
Non so perché, ma quel buco mi sembra un segno sacro del suo amore per la vita e gli animali.
Ed in effetti poi mi racconta dell’altro.
Ad ogni racconto, mi sento grata a Dio per avermi fatto incontrare un uomo dallo sguardo d’angelo.
Mi racconta di quando ha aiutato il vicino con la mietitrebbia perché…
Di quando ha passato tre notti all’aperto per cercare di salvare un cagnolino che…
E per ultimo mi racconta una chicca.
“Questa gliela devo raccontare” mi dice col sorriso soddisfatto.
Mi fido della luce che esce dai suoi occhi e mi fermo ancora un po’ ad ascoltarlo.

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