Siamo bisognosi di amore anche quando non ce ne accorgiamo

Ogni vittima tende a rivedere, passo dopo passo, la sequenza che l’ha vista coinvolta.
A questo punto cerca le ragioni per cui è diventata vittima e, contemporaneamente, inizia ad avere dei dubbi su se stessa.
Ed ecco quel tremendo senso di colpa che nasce dal timore oscuro di aver fatto qualcosa di sbagliato che ha indotto il persecutore a fare quel che ha fatto.
Siamo esseri complessi.
Non solo facciamo fatica a perdonarci quando sbagliamo ma, addirittura, facciamo fatica a perdonarci anche quando siamo noi le vittime.
Quanto bisogno di amore abbiamo! ❤
M.C. 🌻

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ESSERE FELICI

Sono passate oramai parecchie settimane dalla sera in cui Alexandra (la chiamerò così) mi scrisse uno splendido messaggio.
Ricordo che quella sera lo lessi più volte per prendermi del tempo e riflettere.
Poi qualche sillaba le risposi e lei mi scrisse – tra le altre cose – :
“… La ringrazio ancora per avermi dato la possibilità di raccontarle tutto. Non si faccia problemi a pubblicarlo sul suo fantastico blog, sono pronta a fare conoscere la mia storia. Tutti i bambini orfani devono sentirsi appartenenti a qualcuno e forse leggendo la mia esperienza non si sentiranno soli e sapranno che c’è qualcun altro che li capisce. ❤️❤️
Ora, con l’anno scolastico oramai alle spalle e con tanti ricordi belli che terrò in un angolo della mia anima, mi accingo a far conoscere la storia di Alexandra.
Perché lo voleva lei.
Perché sono tantissimi gli adolescenti affamati di ascolto.
Perché è emozionante imparare l’essenza della vita dai più “piccoli”.
Perché noi adulti abbiamo tutti il compito di innaffiare il cuore dei ragazzi con la Speranza.
In un mondo dove in troppi fanno a gara ad urlare il proprio “ego” in faccia al mondo, i ragazzi “aprono le ali, scendono in picchiata, atterrano meglio di aeroplani. Cambiano le prospettive al mondo! Voli imprevedibili ed ascese velocissime. Traiettorie impercettibili. Codici di geometria esistenziale” (direbbe Battiato).

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Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini. (Paulo Choelo): le NDE

Ero in viaggio e su quel treno diretto a Milano ero in compagnia di un solo signore. Alto, con la barba curatissima ed un pizzetto signorile che, insieme ai suoi capelli argentei, gli conferiva un’aria molto elegante.

Io avevo con me un libro. Lui pure.

Il viaggio era lungo ma i nostri libri ci tenevano concentrati

C’era un bel silenzio calmo nel nostro scompartimento.

Ad un certo punto quel signore alzò lo sguardo verso di me e mi chiese cosa stessi leggendo. Poi lui mi fece vedere il suo libro.

E’ iniziato tutto così.

La mia passione per gli studi sulle NDE (Near Death Experience) è iniziata con un incontro casuale, su un treno, con un professore universitario dall’aria affascinante.

All’arrivo nella caotica stazione milanese, lui mi lasciò sorridendo, con un: “Buona giornata Maria Cristina. Ti voglio regalare questo libro. Mi hai detto che non hai mai sentito parlare di NDE. E’ giunto il momento di sopperire a tale mancanza. Goditi la lettura di questo volumetto!”.

Mi sentivo un po’ una privilegiata per il fatto di avere tra le mani, gratuitamente, quel libro mai incontrato prima nel mio cammino.

Quel giorno ancora non sapevo che quella lettura sarebbe stata solo l’inizio!

L’inizio dei miei studi e del mio ascolto di decine e decine di esperienze di NDE.

Quel libro era: “La vita oltre la vita” del dott. Raymond Moody.

Allora non sapevo che poi avrei acquistato, negli anni, decine di libri sull’argomento, che poi avrei ascoltato testimonianze anche io e che … ma andiamo per gradi.

Per alcuni anni non ne ho mai parlato, consapevole che potevano essere esperienze un po’ “avanti” per taluni. L’ho sempre tenuta come una mia passione intima e profondamente spirituale.

Ma ora che il tempo passa, credo che debba fare anche io il mio piccolo passa-parola per chi vorrà.

Perché io lo ricordo quando ******** (scusate se mantengo la privacy), nei suoi ultimi istanti di vita, dopo che la malattia l’aveva trasformata da donna prosperosa in un’anziana pelle e ossa, improvvisamente riprese come le forze e, spalancando gli occhi, iniziò a parlare con il marito, deceduto anni prima.

Improvvisamente lei diceva di vederlo.

Improvvisamente aveva ripreso entusiasmo e vita.

Improvvisamente parlava e raccontava di una Luce che era lì, nella sua camera.

L’infermiere, chiamato da mia zia che le stava facendo assistenza ospedaliera, disse: “Non so se sono illusioni o allucinazioni. So solo che spesso, lavorando con i malati giunti alla fine, mi è capitato di vedere questo strano fenomeno: dicono di “vedere” qualcosa o qualcuno che noi non vediamo. Chissà …”

Dopo alcuni attimi ********* morì con il sorriso.

E ricordo quella bambina che, oramai morente per un tumore, un 26 dicembre chiuse gli occhi di fronte al medico che era lì con lei ed ai suoi genitori. Quest’ultimi uscirono dalla stanza distrutti, per piangere tutte le lacrime del mondo. Quel medico (tra l’altro neanche credente), era rimasto accanto a questa piccola paziente che, nelle ultime settimane, le era oramai entrata nel cuore. Stava preparandosi a redigere l’atto di morte (eravamo negli anni ’80 e non c’era ancora la nostra informatizzazione) quando quella bimba riaprì gli occhi.

Davanti a lui.

Il medico esterrefatto la vide sorridergli felice ed ascoltò emozionato le sue ultime parole: “Dottore, può dire a papà e mamma di non piangere? Il paradiso è bellissimo ed io sono tanto felice di andare!” Continua a leggere Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini. (Paulo Choelo): le NDE

VIVA IL FUTURO DI GINEVRA!

Ha lo sguardo perennemente in bilico tra paura e grinta.
Anche il suo corpo si è adeguato a questo andirivieni emotivo: è ingrassata tanti chili in poco tempo ed è poi dimagrita tantissimo in poche settimane.
La campanella sta per suonare ed io sono seduta lungo il corridoio della scuola, in attesa di entrare in classe.
Ginevra (la chiamerò così) mi saluta da lontano. Si avvicina. Mi sorride.
“Come stai Ginevra?”
Me la ricordo perfettamente quella volta in cui, verso ottobre, Ginevra prese coraggio e, per la prima volta, parlò del dietro le quinte della sua vita.
Quel giorno stavo presentando un libro sull’anoressia.
Pochi giorni dopo saremmo tutte andate alla presentazione del libro e ci stavamo preparando per andarci da protagoniste, pronte a fare domande.
Quel giorno ci collegammo anche con la scrittrice e fu un bel momento!
Emozionante.
Ma mai, quanto il momento in cui Ginevra prese la parola e, con termini precisi come un bisturi, aprì davanti a noi la sua ferita personale.
Ci parlò di insicurezza profonda, di un fidanzato violento, dell’annientamento della sua personalità, dei suoi problemi alimentari in seguito a…
La classe era attonita.
Non sapevano.
Quel giorno facemmo un patto: nessuno avrebbe trasformato quel momento di sincerità estrema di Ginevra in un gossip da quattro soldi da raccontare ad altri. Nessuno di noi avrebbe tradito la fiducia che Ginevra ci aveva dato.

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La poesia inedita di Alda Merini

Diceva Goethe: «Cos’altro è il genio se non quella forza creatrice da cui scaturiscono azioni ben accette a Dio e alla natura, e che proprio per questo hanno seguito e durata?»????
Sto leggendo “L’altra verità”, il diario personale dell’immensa Alda Merini sui suoi dieci anni in manicomio.
Una creatura geniale con il dono di scrivere parole creatrici di bene, anche quando aveva a disposizione solo l’inchiostro del dolore.
Lei si è fatta regalo per tutti noi, posando su carta la sua anima di santa e poeta (lei si diceva “poeta” e non “poetessa” ed io continuo volentieri sulla stessa sua linea evocativa).
Mi sento smisuratamente grata al Cielo per far nascere, ogni tanto, figlie “strane” ed incomprese dai più, perché possiedono quella mistica disposizione a valicare il piano della piatta superficialità, vedendo l’”oltre” che c’è in tutte le cose.
Alda è una di queste figlie.????
Investita dall’Alto con quell’energia divina che dona occhi nuovi e un cuore amante della Vita, tutto lei ha raccontato di ciò che incontrava.
Ed anche noi, fortunati lettori, è come se fossimo investiti dal suo stesso fuoco interiore, spesso chiamato ispirazione o creatività o illuminazione o (e questo è l’ultimo tassello che io più amo) profezia! ????
C’è un inedito di Alda Merini pubblicato nel quinto anniversario della morte (avvenuta a Milano il 1° novembre 2009, festa – guarda caso – di “Tutti i santi”), intitolato “Santi e poeti” e datato 2 dicembre 1948.
Alda ha solo 17 anni e se oggi lo possiamo leggere è solo perché una sua amica carissima, Marisa Tumicelli, un giorno che era nella soffitta di Alda, scorse dei fogli sparsi sul pavimento e del tutto dimenticati, come fossero un tesoro nascosto ai più.
Alda donò quei fogli ritrovati per caso alla sua amica Marisa che, per anni, li custodì come perle rare.
Poi li affidò a don Marco Campedelli, sacerdote veronese, burattinaio e liturgista, grande amico e confidente della Merini che, ne 2015, li fece conoscere a tutti noi attraverso una raccolta pubblicata in un libro di Scripta Editore (a cura di Roberto Fattore, Luca Bragaja, Marisa Tumicelli e, appunto, Marco Campedelli).
Dicevo: sto leggendo “L’altra verità”.????????
Ieri sera mi sono addormentata con alcune sue pagine tra le mie dita.
Stamattina volevo regalare a chi di voi, vorrà, la lettura di alcune righe sante di questa poeta.
Perché se tra terribili elettroshock, tra cinghie che la legavano per giorni ad un letto, tra puzzo di urina ed urla di terrore, lei è riuscita a guardare il mondo con sguardo di Cielo, allora c’è speranza per tutti noi!????
Buona lettura.????

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GLI OCCHI DI CIELO DI UNA GUERRIERA DELLA LUCE

 

Chiara (la chiamerò così) ha gli occhi chiari come il cielo e la voce delicata come la riservatezza.
Alla fine della lezione si avvicina alla cattedra e mi domanda: “Prof, si ricorda quando ci ha fatto la lezione sui guerrieri della Luce?”
Certo che me la ricordo.
Erano le prime lezioni dell’anno e stavo preparando il terreno per spiegare il Prologo di san Giovanni (che faremo a dicembre).
“Veniva nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo”????
Quel Prologo è la sintesi del nostro cuore; la nostalgia di Cielo che ci portiamo dentro; una ventata divina che ci scompiglia i capelli.
Ci narra che la Grazia sulla terra va avanti grazie ai Guerrieri della Luce.
“Certo Chiara che mi ricordo quelle lezioni”
“Prof, credo che io e mio padre siamo due Guerrieri della Luce”
In mezzo alla piacevole confusione della ricreazione, gli occhi timidi di Chiara mi innescano la curiosità.
“Prof, quando mia madre si è ammalata gravemente io non me ne sono accorta subito…lei era così forte e combattiva…non immaginavo che sarebbe stata questione di mesi…il giorno in cui è volata in Cielo io e mio padre abbiamo deciso che le offerte del suo funerale sarebbero andate per l’acquisto di un macchinario preziosissimo per ogni ambulanza…volevamo aiutare altri malati…lei prof ci ha detto che i guerrieri della luce trasformano le lacrime in giustizia…allora io credo che io e mio padre un po’ siamo stati guerrieri della Luce”
Non ricordo bene cosa ho balbettato di fronte a questa giovanissima ragazza dagli occhi di cielo e dal cuore trafitto.
Rammento solo il suo sorriso, la ricreazione intorno a noi ed un senso di sacro che sentivo in me.????

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Santa Caterina e Bagno Vignoni

Ieri sono andata a Bagno Vignoni.
Chi non conosce questo luogo?????
Ogni tanto ci devo tornare per immergermi in quel suo fascino d’altri tempi, nei suoi famosi panorami, nelle sue terme antiche e… per un fatto riguardante Caterina Benincasa, alias Santa Caterina da Siena.
Un evento accaduto proprio nella piscina ubicata nella piazza centrale, piena di acqua termale calda.
Lunga 49 metri, ampia 29, questa piazza di epoca rinascimentale è stata costruita esattamente sopra la fonte originale di acqua termale, la stessa di cui usufruivano anche i Romani.
Personaggi tra i più famosi della storia hanno frequentato le terme di Bagno Vignoni in modo regolare e costante, come il Papa Pio II, Lorenzo il Magnifico e, appunto, santa Caterina da Siena.????
Ma la storia di Caterina Benincasa, tredicenne, che va alle terme, vale la pena raccontarla.
Anche perché così si capisce il motivo per cui il Loggiato della piazza è dedicato a s. Caterina e, sempre nello stesso loggiato, vi è anche una cappellina dedicata a lei.
L’antefatto.
E’ il 25 marzo 1347 e a Siena nasce Caterina.
Ventiquattresima di venticinque figli (sì, avete letto bene), nasce insieme alla sorella gemella Giovanna, che muore a poche ore di vita.
Verso i dodici anni la sua volontà di diventare una delle “mantellate” (donne in genere vedove che sceglievano di servire gli altri e Dio nel Terz’Ordine Regolare dei domenicani) si scontra con la volontà dei genitori di farla sposare.
Non vi dico quanto fu duro lo scontro!
Ma Caterina è tosta e decisa.
La madre, donna Lapa, non è però da meno.
Così, pensa che ti ripensa, escogita un piccolo atto di furbizia per far desistere la giovanissima figlia da quell’idea assurda di diventare una mantellata.
Lo racconta bene Louis de Wohl nel suo libro: “La mia natura è il fuoco – vita di Caterina da Siena” (un libro storico che è un piacere leggere!)
Da questo momento lascio la parola al libro sopra citato.

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Il mondo invisibile e misterioso vicino a noi!

Seconda ora di lezione.
Stiamo parlando del momento in cui a Patch Adams viene uccisa la sua ragazza amatissima, da un paziente schizofrenico.
Stiamo parlando di come affrontiamo il dolore, barcollando tra la disperazione e la risurrezione.
Stiamo parlando della lotta interiore di Patch Adams, strattonato dalla tentazione di farla finita e dalla voglia testarda di continuare a realizzare il suo sogno.
Poi il video.
Bellissimo!
In aula c’è la concentrazione perfetta.
Patch Adams pone a sé stesso e a Dio, le stesse domande che tutti ci portiamo dentro quando la vita picchia duro sulla nostra anima.
Poi arriva una bellissima farfalla che, dalla sua borsa contenente gli attrezzi medici e il suo sogno, vola sul suo cuore ferito.
Già; una farfalla.
Tempo prima, in una sera che sapeva più di altre di intimità, la sua ragazza amatissima gli aveva confidato il motivo da cui scaturiva la mole di paure che si portava appresso. Da bambina era stata molestata ripetutamente da un adulto. Questo l’aveva cambiata, destabilizzata, ferita, schiacciata fino a farla diventare simile ad un porcospino dagli aculei pungenti, pronti a difenderla dal mondo.
Quella sera lei, tra le lacrime, gli aveva confidato: “Mi sento sempre come una farfalla mai riuscita a volare”
Ed ora eccola lì; una farfalla meravigliosa e tenacemente appoggiata sul suo cuore.
Un caso che una bellissima farfalla proprio in quel minuto…?
E proprio sul suo cuore…?
Alla fine di questo video Marta (la chiamerò così) ci racconta: “Prof, io vorrei raccontare un fatto che è successo alla mia famiglia. Quando è morto mio nonno, al cimitero, sulla sua tomba, si è posata una bellissima farfalla azzurra che non se ne è andata finché è durata la cerimonia. Volava tra noi nipoti e poi si riposava sulla tomba. Quel giorno ci siamo convinti che fosse nonno a darci un segno della sua presenza.
Un po’ di tempo dopo è morta nonna. Al cimitero, questa volta, sulla tomba, ce n’erano due di farfalle. Una azzurra ed una arancione.
Anche questa volta tutte e due ci hanno fatto compagnia, posate sulla tomba, per tutta la durata della cerimonia e delle preghiere.
Alla fine sono volate via insieme”
In classe c’è grande attenzione e rispetto per questo misterioso pezzettino di vita.
Alla fine dell’ora, durante la ricreazione, Beatrice (la chiamerò così) si avvicina e mi dice: “Prof, le posso raccontare una cosa?”
Ha due incantevoli occhi celesti e lo sguardo di chi è già entusiasta all’idea di poter condividere una cosa bella.
“Da piccola mi è stato regalato un cagnolino. Con lui io sono cresciuta. Con lui ho visto la tivù, Con lui ho pianto ed ho riso. Con lui mi sono confidata. Con lui ho dormito. Era il mio cane adorato! Poi lo scorso anno è morto.
Quest’estate io sono andata in vacanza in Calabria.
Quel giorno stavo andando in spiaggia da sola. Per arrivarci bisognava fare un sentiero ripido e con gli scalini affatto sicuri. Ad un certo punto ho messo un piede male ed ho perso l’equilibro verso sinistra, dove c’era un dirupo e la roccia.
E’ stato una frazione di secondo.
Mi sono sbilanciata verso sinistra e mentre stavo per cadere sui sassi appuntiti ho sentito chiaramente una zampa di un cane che mi si è posata sul fianco sinistro permettendomi di non cadere e di riprendere l’equilibrio.
Prof, io mi sono girata di scatto perché mi sono detta: “Oddio, dov’è il cane?”.
Ma non c’era proprio nessuno.
Era il primo pomeriggio ed io ero solissima.
Ma quella zampa io l’ho sentita e non mi h fatto cadere.
Glielo assicuro.
L’ho sentita!”

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I profeti della vita

Lei si chiama Liz Chicaje Churay.
Fa parte di quella porzione d’umanità che mi fa sperare nel futuro.
È una creatura umana che sta lasciando orme belle del suo passaggio sulla terra.

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La bambina che non si fermava mai!

Gillian è una bambina di sette anni ed a scuola non riesce a stare seduta.
Si alza continuamente, si distrae, vola con i pensieri e non segue le lezioni.
I suoi insegnanti si preoccupano, la puniscono, la sgridano, premiano le poche volte in cui è attenta ma nulla, Gillian non sa stare seduta e non riesce a stare attenta.
Quando torna a casa anche la mamma la punisce. La mamma pensa che non può mica far finta di nulla davanti al comportamento della bimba.
E così Gillian non solo prende ogni giorno brutti voti e punizioni a scuola ma li prende anche a casa, come se non fosse già una punizione ed una umiliazione il brutto voto e la sgridata davanti a tutti i compagni “bravi”.
Un giorno la madre di Gillian viene chiamata a scuola. La signora, triste come chi aspetta brutte notizie, prende la bambina per mano e si reca a scuola, nella stanza dei colloqui.
Le insegnanti parlano di malattia, di un disturbo evidente della bambina. Non esiste ancora l’iperattività altrimenti forse qualcuno avrebbe dato un farmaco alla piccola Gillian.
Durante il colloquio arriva un vecchio insegnante che conosce la bambina e la sua storia. Chiede a tutti gli adulti, madre e colleghe, di seguirlo in una stanza attigua da dove si possa ancora vedere la bambina.
Andando via dice alla bimba di avere un po’ di pazienza che torneranno subito e le accende una vecchia radio con musica di sottofondo.
Come la bimba si trova sola nella stanza immediatamente si alza e comincia a muoversi su e giù inseguendo con i piedi ed il cuore la musica nell’aria.
Il vecchio insegnante sorride e mentre le colleghe e la madre lo guardano tra il perplesso e il compassionevole, come spesso si fa con i vecchi, lui esclama:
“Vedete Gillian non è malata, Gillian è una ballerina!”.❤
Consiglia alla madre di iscriverla ad un corso di ballo ed alle colleghe di farla ballare ogni tanto.
La bimba segue la sua prima lezione e quando torna a casa alla mamma dice solo: “sono tutti come me, li nessuno riesce a stare seduto!”????
Nel 1981, dopo una bellissima carriera da ballerina, dopo aver aperto una sua accademia di ballo, dopo aver ricevuto riconoscimenti internazionali per la sua arte Gillian Lynne sarà la coreografa del musical Cats.
Un bacio a tutti i bambini diversi.
Augurando loro di trovare nel loro cammino degli adulti capaci di accoglierli per ciò che sono e non per ciò che a loro manca.????❤

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