COSA PROVI AD ESSER VECCHIA?

L’altro giorno, una ragazza giovane mi ha chiesto:
“cosa provi nell’essere vecchia”?
Mi ha sorpreso molto la domanda, dato che non mi sono mai ritenuta vecchia.
Quando la ragazza ha visto la mia reazione, immediatamente si è dispiaciuta, ma le ho spiegato che era una domanda interessante.
E poi ho riflettuto, ho pensato che invecchiare è un regalo.
A volte mi sorprende la persona che vedo nel mio specchio.
Ma non mi preoccupo di lei da molto tempo. Io non cambierei nulla di quello che ho per qualche ruga in meno ed un ventre piatto.
Non mi rimprovero più perché non mi piace riassettare il letto, o perché non mangio alcune “cose”. Mi sento finalmente nel mio diritto di essere disordinata, stravagante e trascorrere le mie ore contemplando i fiori.
Ho visto alcuni cari amici andarsene da questo mondo, prima di aver goduto della libertà che viene con l’invecchiare.
A chi interessa se scelgo di leggere o giocare sul computer fino alle 4 del mattino e poi dormire fino a chi sa che ora?

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“Come affrontare la morte di una persona cara e cosa prendere di positivo da essa?”

“Prof, poi un giorno, quando ha tempo, le dispiacerebbe scrivermi un post su come affrontare la morte di una persona cara e cosa prendere di positivo da essa? Era una domanda che le feci alla prima lezione del 5° ma aveva un’altra classe dopo di noi e la conversazione era rimasta un po’ a metà, però mi aveva affascinata la risposta ☺️”

Luana è la mia ex alunna che un po’ di sere fa, prima di farmi la domanda che avete appena letto, mi ha scritto che non sapeva se, il giorno dopo, sarebbe andata a fare un esame all’Uni.

“Come sarebbe a dire?” le avevo chiesto allibita. 

Era proprio Luana quella che mi stava parlando? Luana la ragazza grintosa, anche se convinta di essere fragile? Luana con il viso delicato da sembrare quasi una bambina, ma con le idee chiare sulle scelte giuste da fare? Luana che a scuola ha sempre fatto un cammino spedito?

E Luana mi ha spiegato. 

“Prof, oggi hanno operato mia nonna per un tumore. È una situazione particolare per tutti, per noi della famiglia ed in particolar modo per lei. Si è abbattuta troppo psicologicamente (già ha iniziato un anno fa con la morte di nonno), poi questa notizia non ci voleva. Anche lei ha iniziato a parlare di quell’“ora”Ha questo chiodo fisso da diverso tempo, è chiusa nei suoi pensieri e crede di essere un peso per tutti noi. Io cerco di farle forza e farmi forza, perché vorrei non pensare negativo, ma oggi ho avuto un momento di “crisi”.

Colpa del periodo storico? Può essere…

Mettiamoci anche l’esame che dovrei dare domani e la mia sensibilità alquanto importante. Tutto questo mi sta facendo scoppiare la testa. Vorrei solo piangere ed urlare, per sfogarmi, ma non posso. Non oggi, devo ancora finire di ripassare per l’esame (che non so nemmeno se riuscirò a dare)…”

L’ho incoraggiata fortemente a dare l’esame, utilizzando l’unico argomento che le sarebbe entrato subito nel cuore: “Se tua nonna sapesse che tu stai pensando di rinunciare a dare l’esame per lei, si sentirebbe addolorata. Responsabile. Vai a dare l’esame e poi digli che è andato tutto bene. Sarete felici in tre: tua nonna dall’ospedale, tuo nonno dal Cielo e te!”

E alla fine della nostra chiacchierata in chat, Luana mi ha lasciata con la domanda che ho messo all’inizio del post: “Come affrontare la morte di una persona casa e cosa prendere di positivo da essa?”

Cara Luana, andrò per punti per essere il più chiara possibile. Continua a leggere “Come affrontare la morte di una persona cara e cosa prendere di positivo da essa?”

La malattia reca con sé sguardi nuovi sulla vita

“La parola di Dio per me è fonte presso cui mi disseto. Leggevo il blog ed ho condiviso il post che afferma che tutto è guidato da Dio secondo i suoi piani. Mi chiedo se anche una malattia possa essere voluta da Lui. Soffro da mesi a causa di un tumore che ha colpito mio padre, in un momento in cui avrebbe voluto vedere noi figlie più realizzate. Prima che si ammalasse aveva pensieri di forte scoraggiamento riguardo al nostro futuro, vedeva tutto in senso negativo. Si era allontanato già da parecchio dalla fede, covando rancori e custodendo in sè qualche suo peccato che mi sembrava lo stesse divorando. Costantemente mi chiedo il perchè della sua malattia e soffro nel vederlo impotente. Giulia”

Carissima Giulia, non so cosa rispondere al tuo “perché” riguardante la malattia di tuo padre.

D’altra parte chi, se non il Creatore, saprebbe darci una risposta certa e chiara in proposito?

E chi, se non Gesù stesso, saprebbe poi convincerci in modo indubitabile che Dio non ci vuole infermi? Le sue guarigioni regalate in ogni angolo della Palestina, parlano chiaro.

Dio quindi, non ci vuole né ammalati e né deboli.

Questa è una certezza che Gesù ci ha lasciato in eredità.

Eppure, nonostante questa chiarezza teologica, il dubbio che dietro ogni malattia ci sia lo zampino di Dio, ci rimane sempre.

Sarà l’inconscio…

Sarà il bisogno di trovare un capro espiatorio

Sarà la rabbia di sentirci senza futuro…

Sarà la tentazione di farci un Dio a nostra immagine e somiglianza

Sarà che l’infermità debilita il corpo e schiaccia l’anima…

Certo è che quando la malattia inizia a camminarci accanto, ci vuole un surplus di fiducia nella vita per continuare ad esserle grati.

E la fiducia nella vita viene soltanto trovandole un senso.

Io non conosco altro modo per sentirla appiccicata a noi anche quando la malattia ci vorrebbe isolati e già morti. Continua a leggere La malattia reca con sé sguardi nuovi sulla vita

“Credo che ogni cosa che avviene nel mondo è un millimetro del metro di Dio” (R. Vecchioni)

“Non so neanche se iniziare questo messaggio con un buongiorno, un buonasera o un buonanotte prof, vista l’ora…ma proprio non riuscivo a dormire.

Per la testa ho un pensiero che non riesco proprio a levare, un chiodo fisso che ho da qualche giorno.

Prima una premessa: ero alla stazione l’ultimo dell’anno mentre aspettavo mia sorella… ad un certo punto, mentre vagavo per la stazione, vedo una ragazza entrare con un grande sorriso: giuro che per qualche secondo ho creduto fosse Sara!(ndr: Sara è un’amica di Aurora, purtroppo deceduta improvvisamente alcuni mesi fa) Ne ero convinta, ci avrei scommesso qualunque cosa! Quel sorriso… una meraviglia! Un raggio di sole nel buio, l’arcobaleno dopo la pioggia…non so neanche come poterlo descrivere precisamente!

So solo che era quello di cui avevo bisogno in quel momento e di cui avrei sempre bisogno!

Quella ragazza avrà pensato che fossi pazza, visto che l’ho fissata per tipo una trentina di secondi: non potevo credere a quello che avevo visto! Era il SUO sorriso… erano mesi che non vedevo quel sorriso e, soprattutto, la sicurezza e l’allegria dietro quel sorriso.

Ma la cosa strana doveva ancora succedere! Esco dalla stazione e decido di andare a fare un giro per il corso per schiarirmi le idee… faccio pochi passi e la rivedo di nuovo nel viso di un’altra ragazza! Giuro che per un attimo ho pensavo che stessi impazzendo!

Ne ho parlato con alcuni amici, ma una soprattutto mi ha colpito perché mi ha detto: “E se fosse un segnale? Ci hai pensato?” … onestamente non ci avevo pensato.

Poi ho ricordato una cosa che avevo rimosso e cioè che una delle primissime volte che l’avevo vista, era stata proprio in quella stazione mentre andava all’università.

Io sono un disastro con i nomi, infatti dopo averci parlato solo qualche minuto, sono uscita e ho cominciato a pensare (questo me lo ricordo!) “Ma come si chiama sta ragazza? Boh la prossima volta che torno a calcio cercherò una ragazza con un grande sorriso e sarà lei di sicuro…tanto con quel sorriso non ci ho mai visto nessuno”.

Quello che le volevo chiedere alla fine è: secondo lei siamo costantemente circondati da segni che però non notiamo o succedono solo in certe situazione della nostra vita?

Va beh prof la lascio dormire, sperando di non averla disturbata (soprattutto perché le ho scritto un tema e non un messaggio) e buongiorno ????

Carissima Aurorala maggior parte delle inquietudini umane derivano dalla brutta sensazione di sentirci proiettati per caso sulla terra, costretti a sopravvivere da soli, smarriti e senza un senso preciso da attribuire agli accadimenti. Continua a leggere “Credo che ogni cosa che avviene nel mondo è un millimetro del metro di Dio” (R. Vecchioni)

Non ho la più pallida idea di dove io stia andando, ma so che, prima o poi, arriverò da qualche parte

libri-da-leggere-amore“Salve Prof, si ricorda di me? Come sta?… Mi ricordo quando eravamo a lezione e ci raccontava che per lei scrivere un libro, era un sogno che aveva fin da piccola.

Oggi finalmente è uscito il suo libro e questo mi fa sorridere per due motivi:

  1. perchè proprio l’altro giorno mi sono fatta un tatuaggio che rappresenta un libro semi aperto che si trasforma man mano in tre gabbiani a dimostrare la mia passione per i libri e quanto questa passione mi abbia aiutato in diversi20111110-022415 momenti;
  2. perchè in questo libro, seppur minima, c’è anche una parte di me.

Da quando le scrissi l’ultima volta, sono successe tantissime cose. Sono riuscita ad entrare nell’università che volevo e sono riuscita ad uscire da una città in cui mi sono sempre sentita fuori posto.

Tutto è andato alla grande, finché a mio papà è stato diagnosticato un tumore.

Durante quel lunghissimo anno in cui io ero lontano da casa, ho cercato di impegnarmi ancora di più per rendere i miei genitori orgogliosi e per cercare di non pensare. Ora le cose stanno andando meglio, il tumore è stato sconfitto e tutto sembra tornare quasi alla normalità, ma io mi sento persa.

Non sono più così sicura di quello che voglio e la laurea sempre più vicina non fa che aggiungermi tensione. Però quello che volevo dirle è che non sono più la stessa persona che ero prima. Sono sempre insicura di me stessa e ho sempre un’autostima da fare schifo (come direbbero le mie coinquiline ), ma nonostante ciò mi sento diversa. Più attaccata alla vita, alle emozioni e, in un certo senso, anche a Dio. Ho capito che non ho la più pallida idea di dove stia andando e questa cosa mi spaventa da morire, ma so che, prima o poi, arriverò da qualche parte. Lei è stata tra le persone che mi hanno ispirato di più a scuola e le auguro che il suo libro abbia successo e che continui a fare ciò che ama, con la speranza che un giorno anche io troverò la mia strada, come ha fatto lei.
Un bacione prof !

P.S. Nella mia università ho incontrato una professoressa americana fantastica, che il primo giorno di lezione ci ha detto che se avessimo sbagliato a dire qualcosa in inglese non ci sarebbe stato nulla da vergognarsi. Ci avremmo riso su tutti insieme. E avremmo riso anche se, a sbagliare, fosse stata lei quando avrebbe detto qualcosa in italiano… perchè è questo l’unico modo per capire l’errore ed imparare da esso senza sentirsi uno stupido; farsi una risata.

Non vedo l’ora di vedere il libro:) Un bacione

segnali-donnaCarissima Cecilia, mi ricordo di te, dei tuoi occhi concentrati durante le mie lezioni, del tuo sorriso dolce e del tuo cuore sempre in viaggio.

Un cuore in cammino per apprendere la vita ed in corsa per trovare l’essenziale.

VintageCaravan3Seneca diceva saggiamente cheLa vita senza meta è un vagabondaggio.

Eppure può succedere che, pur cercando la meta, viviamo ugualmente con la sensazione del vagabondaggio addosso.

Ci muoviamo, camminiamo, ritorniamo sui nostri passi, ci districhiamo in percorsi tortuosi sentendoci dentro un labirinto e, come nelle cattedrali gotiche, scandagliamo passo per passo l’oscurità dell’incognito, per trovare il centro del mondo.

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E sai cos’è, dov’è e com’è il centro del mondo? Continua a leggere Non ho la più pallida idea di dove io stia andando, ma so che, prima o poi, arriverò da qualche parte

Sto male. Non ne posso più. Ora basta.

TRISTEZZA2-300x224Ho superato il livello di sopportazione. Ora basta. Sono sei anni che faccio la dialisi e non ne posso più. Ho trentadue anni, sto sempre male e vorrei farla finita. Lei può darmi un consiglio su come combattere a livello psichico questo problema? Le chiedo gentilmente di non rispondere come già tante volte mi sono sentito dire: prova uno psicologo, affidati alla preghiera o ai famigliari. Sicuro di un riscontro le porto anticipatamente i miei più sentiti ringraziamenti. Buona giornata.

hqdefaultLo so per esperienza personale: l’esasperazione non è quasi mai figlia del problema stesso, ma della sua durata nel tempo.

Una difficoltà che si protrae per anni, sfinisce. E’ come una goccia di dolore che rende perennemente intriso di tristezza il tuo spirito. Giorni, mesi, anni. Sfinente.

Pian piano non ne parli più con gli altri perché “senti” che, alla fine, si stancano di essere trascinati nel tuo mondo. Hanno finito le risposte e non sanno più cosa dire.

In famiglia non sempre si può raccontare “tutto”.

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E Dio?

Beh, a volte sembra sul serio che Dio si sia dimenticato di noi.

C’è, ma solo per gli altri.

 

 

DEPRESSIONE

 

 

In questa “marea di angoscia, l’idea di lasciarsi andare in quelle acque per mettere la parola “fine” ad ansie e dolore, è lì, a portata di mano.

 

 

 

Stamattina stavo pensando proprio a te mentre andavo a scuola. Non volevo scriverti cose…come dire…tinte di déjàvu.

dr-patch-adamsPoi, alla terza ora, con i ragazzi stavamo vedendo una scena del film “Patch Adams” ed ho avuto come un flash.

Patch è davanti ad un burrone e sta prendendo la decisione più importante della sua vita: farla finita oppure no.

Tutto il mondo gli è caduto addosso e la sua vecchia tentazione è ritornata.

Perché no?

Perché non farlo?

Lo aveva fatto suo padre, aveva già tentato lui stesso anni prima. Continua a leggere Sto male. Non ne posso più. Ora basta.

Le nostre orme brillano di Cielo

2ep2dcp“Prof, io vivo con l’ansia perenne della morte. Ma non di soffrire, no… non ho paura di questo. La cosa che mi distrugge é la consapevolezza che un giorno tutto quello che avrò costruito nell’intera vita (per me o per chi altro sia), puff … sarà tutto finito. 

In un attimo: più niente.

 E allora mi domando: a cosa é servito tutto? A cosa sono servita io o le mie felicità, tristezze, paure?! Ho avuto sempre relazioni strane, instabili e forse si, anche sbagliate… ma nelle persone che ho potuto in qualche modo “conoscere” e anche in me stessa, in fondo, ho riscontrato una cosa: tutti vogliamo fare qualcosa, non di grande, ma ti caratteristico ed importante (!) per farci, in qualche modo, ricordare. Non ha importanza quanto tempo passiamo con qualcuno… tutti vogliamo essere ricordati per qualcosa. Ma ne vale davvero la pena?”

newborn baby in the arms of motherCara Manuela, dal momento in cui nasciamo, facciamo subito innamorare qualcuno di noi. In quello stesso istante, la vita già ci  ha premiato con la palma d’oro dell’unicità, facendoci abbracciare da qualcuno che ci sussurra: “Come te, nessuno mai!”

 

Da quell’attimo in poi, desideriamo per sempre nuotare in acque colorate di sfumature uniche ed originali dipinte da noi.

pag_-10-orme-sulla-battigiaPian piano, capiamo che il motivo della nostra nascita è impresso nella nostra anima e vogliamo che le orme del nostro cammino sulla terra siano utili, riconosciute, amate, ricordate.

Tutto questo è una meraviglia! E’ vita!

Se il primo respiro è caratterizzato da uno sforzo immane per far entrare l’aria nei 30577_425652180090_241384365090_5814933_1566203_npolmoni, gli altri respiri che seguiranno non saranno da meno.

Ognuno di loro farà entrare l’ossigeno del senso della vita dentro di noi, rendendo il nostro cervello attento alle scelte e predisponendo il nostro cuore a seguire ciò che illumina e non ciò che luccica soltanto. Continua a leggere Le nostre orme brillano di Cielo