




Classe prima (avete presente quei quattordicenni che non s’augurano a nessuno?)
Rublëv (avete presente quel sommo iconista russo che in pochi conoscono?)
Natività (avete presente quella durissima tenzone tra Luce e Tenebre che abbiamo quasi tutti superficialmente riassunto in un semplice dolce evento?)
DAD (avete presente quelle lezioni fatte al pc che ora, però, chiamiamo DID perché ci piace più la parola “integrata” che “distanza”?)
Ecco.
Ci siamo.
C’è il “life coach”, c’è il “mind coach” e ci sono un sacco di altri coach!
Oggi vanno molto di moda e, dico la verità, mi incuriosiscono anche.
Ogni tanto, infatti, mi capita di leggere gli ambiziosi obiettivi di questi “coaching” ed un po’ di invidia per gli allenatori del pensiero positivo, mi sfiora.
I coach migliorano (dicono) il tuo modo di pensare, di essere e di fare; ti portano ad aiutare te stesso e gli altri; a riconoscere e gestire le emozioni ed a scoprire, utilizzare ed allenare le tue potenzialità inespresse.
Ma non finisce qui.
Promettono di migliorare la tua autostima e l’autoefficacia personale, ti fanno superare le conflittualità, migliorano il tuo atteggiamento mentale nei confronti degli ostacoli e… e potrei continuare con almeno una ventina di altri obiettivi.
Sto leggendo tutto questo quando mi arriva una foto: un mese fa è nata Giorgia (la mia seconda meravigliosa nipotina) e mio figlio mi ha appena spedito una sua immagine con Giulia (la sorellina di tre anni) che l’abbraccia.
Ogni volta che nasce una creatura nuova di zecca, mi sembra di toccare un po’ del Cielo da cui proviene ed un po’ del futuro verso cui sta andando.
“Nascita”, voce del verbo ricominciare. Non è forse vero che tutti noi “nati” siamo dei “ricomincianti”?
Come la piccola Giorgia anche a noi la vita, fin dalla sua alba, ci ha dato la possibilità di diventare terra fertile ai cambiamenti, purché disponibili a farci penetrare dagli embrioni di novità che si intrufolano in noi attraverso i gesti di tenerezza e gli sguardi sulla bellezza. Continua a leggere A Margherita, a Filippo, a Giulia, a Giorgia… “È per rinascere che siamo nati” (Neruda)
Ero una giovanissima insegnante di religione alle superiori quando, un giorno, trovai nel mio cassetto in sala insegnanti, una lettera di un mio studente del quinto anno.
Tre lunghe pagine, fitte di emozioni.
Ogni riga conteneva la descrizione del suo amore segreto.
Bello, intelligente, più maturo della sua età, aveva deciso di aprirmi la porta della sua vita, per sapere cosa ne pensassi. Si era profondamente innamorato. Solo che la donna dei suoi sogni era sposata, aveva 32 anni, due bambini piccoli ed un marito all’oscuro di tutto.
Per due giorni portai quella lettera con me, per cercare risposte che potessero fargli del bene.
Non era facile.
Lui era ben consapevole di vivere questa storia sull’orlo di un burrone.
Sarebbe bastato poco per rovinare parecchie vite (la sua, quella della donna, del marito e, come in un brutto effetto domino, anche quella dei due bambini). Quella storia, vissuta nel nascondimento e protetta con tante bugie, si sarebbe potuta trasformare, in un attimo, nel suo rimorso più grande.
Il terzo giorno gli scrissi una lettera. Pensata, partorita e ponderata in ogni sua riga.
Poi ne feci una copia per tenermela per ricordo (insieme alla sua).
Mai avrei immaginato che quello scritto sarebbe stato solo il primo di centinaia di altri scritti che avrebbero avuto, come mittenti, i miei alunni.
Prolungamenti delle ore di religione.
Cuori aperti che mi mostravano decine di mondi diversi, con tante domande al seguito.
Oggi non ho più scatole ma un sacco di file dove memorizzo le tantissime “email/sms/whatsApp/echipiùnehapiùnemetta” che mi scrivono.
E siccome le domande che si fanno i ragazzi sono concrete come la vita e profonde come il cuore umano, ogni tanto qualche lettera la leggo ad una mia amica.
Pur senza dire i nomi dei ragazzi, ne condivido il variegato e delicato mondo.
Dall’alunna anoressica all’alunno che mi scrive l’ondeggiare dei suoi pensieri notturni.
Dalla ragazza alla ricerca dell’autostima, al ragazzo che si interroga, curioso, sull’aldilà.
Dal fidanzato violento, all’alunna costretta ad abortire.
Tutte creature alla ricerca di rinascita e di felicità. Tutti incamminati nei sentieri dei “perché”, con la voglia di essere felici “nonostante”. Continua a leggere “In te mi rifugio”; dal blog ad un libro (per cercare l’indirizzo del Cielo)
“Prof, io vivo con l’ansia perenne della morte. Ma non di soffrire, no… non ho paura di questo. La cosa che mi distrugge é la consapevolezza che un giorno tutto quello che avrò costruito nell’intera vita (per me o per chi altro sia), puff … sarà tutto finito.
In un attimo: più niente.
E allora mi domando: a cosa é servito tutto? A cosa sono servita io o le mie felicità, tristezze, paure?! Ho avuto sempre relazioni strane, instabili e forse si, anche sbagliate… ma nelle persone che ho potuto in qualche modo “conoscere” e anche in me stessa, in fondo, ho riscontrato una cosa: tutti vogliamo fare qualcosa, non di grande, ma ti caratteristico ed importante (!) per farci, in qualche modo, ricordare. Non ha importanza quanto tempo passiamo con qualcuno… tutti vogliamo essere ricordati per qualcosa. Ma ne vale davvero la pena?”
Cara Manuela, dal momento in cui nasciamo, facciamo subito innamorare qualcuno di noi. In quello stesso istante, la vita già ci ha premiato con la palma d’oro dell’unicità, facendoci abbracciare da qualcuno che ci sussurra: “Come te, nessuno mai!”
Da quell’attimo in poi, desideriamo per sempre nuotare in acque colorate di sfumature uniche ed originali dipinte da noi.
Pian piano, capiamo che il motivo della nostra nascita è impresso nella nostra anima e vogliamo che le orme del nostro cammino sulla terra siano utili, riconosciute, amate, ricordate.
Tutto questo è una meraviglia! E’ vita!
Se il primo respiro è caratterizzato da uno sforzo immane per far entrare l’aria nei polmoni, gli altri respiri che seguiranno non saranno da meno.
Ognuno di loro farà entrare l’ossigeno del senso della vita dentro di noi, rendendo il nostro cervello attento alle scelte e predisponendo il nostro cuore a seguire ciò che illumina e non ciò che luccica soltanto. Continua a leggere Le nostre orme brillano di Cielo