Ciao, Maria Cristina.
Mi presento: mi chiamo ************. Ho scoperto il tuo blog per caso e ogni volta che ti leggo, mi sento trasportare in un’oasi di pace.
Due anni fa ho perso il lavoro: sono stata licenziata senza un reale motivo. Forse la persona sopra di me mi temeva, o forse ero troppo onesta. Ma non ho commesso nulla di grave per cui si potesse arrivare ad un licenziamento: anzi! Ho lavorato e fatto più del dovuto, soffrendo e stringendo i denti…poi è arrivata una nuova figura sopra a me e ce l’ha messa tutta per togliermi di mezzo.
La cosa più bella di questa situazione è che è avvenuto all’inizio della Settimana Santa: ero felice, in un certo senso, perché anch’io, a modo mio, avrei partecipato alla Crocifissione di Gesù. Infatti, non ho fiatato: ho firmato il licenziamento, senza versare una lacrima perché pensavo a Gesù.
Però, al contrario di Gesù, io non sono risorta, né dopo 3 giorni né dopo quasi 2 anni, perché mi trovo ancora senza lavoro, nonostante migliaia di ricerche e colloqui fatti… L’ultimo risale a marzo scorso, durante la Settimana Santa 2016.
Pensavo fosse la volta buona per cambiare vita, per uscire da questa depressione.
Ho fatto un bel po’ di chilometri per potermi presentare al colloquio (nonostante la pioggia battente). Ero restìa a presentarmi, ma mi trovavo in chiesa per gli esercizi spirituali il giorno in cui avrei dovuto prendere la decisione se andare al colloquio o meno e, nel mentre, ho sentito il prete che diceva di “andare”: ovviamente lui era ignaro di ciò che potevano significare quelle parole per me… e così ho fatto!
Ero felice perché finalmente Dio stava realizzando la sua promessa, fatta due anni fa.
E invece mi ritrovo ancora una volta nell’infelicità più profonda. Perché non si è fatto più sentire nessuno e ovunque busso, nessuno mi apre e se qualcuno mi dà una piccola speranza, poi me la toglie.
Non ho avuto vita facile. Colpi di scena a non finire… una serie di lutti a non finire… una convivenza con una persona cattiva che mi ha distrutta psicologicamente… lavoro e non lavoro.
Ad oggi mi chiedo: che ne è della mia vita? Non posso costruire niente perché ogni cosa è una dura lotta.
Dio pare non udire le mie preghiere e le mie sofferenze… Quando avrò un po’ di pace? Un po’ di serenità? Quando potrò costruire la mia vita?
Ma la domanda che voglio farti è: come si fa ad avere fede in Dio, nonostante tutto? Come faccio ad alzarmi con un sorriso? Io prego, insisto, ma a volte non riesco a vedere la luce… Cado nel pessimismo e divento cupa e nervosa!
Hai una parola per me?
Carissima ************, ho omesso il tuo nome per tutelare la tua privacy, ma non ho cancellato quasi niente del tuo scritto: è tutto troppo importante, per capirti.
E poi…saremo in tanti a rispecchiarci in te. Le tue domande finali, infatti, ce le siamo posti in molti.
Con le difficoltà quotidiane che ci costringono a fare doppi salti mortali, come si fa a vivere serenamente? Come si fa ad avere una forte fede in Dio (che, diciamocelo, non è che ci aiuti molto con il suo giocare a nascondino)? Come si fa ad essere felici, nonostante tutto? Continua a leggere “Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil 4,13)