E il “colle dell’inferno” divenne il “colle del paradiso”

5664456-Scrittrice-di-lavoro-sul-computer-Archivio-FotograficoNel blog sono indietro, indietrissimo. Lettere ricevute, episodi scolastici stimolanti, eventi che mi rincorrono nelle giornate…tutto è accantonato in una cartella del pc intitolata:Per il blog; da non dimenticare”.

Scrivo questo per comunicare ufficialmente che se i post ultimamente si sono diradati, un motivo c’è.

Un bel motivo.

Sto ultimando un libro su san Francesco!

Anzi, no; in realtà sto scrivendo una guida turistica per i luoghi francescani.

No, nemmeno questo è esatto. Abbiate pazienza, ora tento di spiegarmi meglio.

ospedale san Paolo ValloriaTutto ha inizio più di vent’anni fa. Mio marito era in convalescenza per un intervento determinato da un’emorragia cerebrale; causa aneurisma.

Poche settimane prima, il 12 maggio 1994, un improvviso tornado di angoscia mi aveva trascinata nel buio denso della paura.

uid_11d6f30bb7c_580_0[1]Un attimo prima ero a scuola ed un attimo dopo ero all’ospedale.

Un attimo prima ero a fare l’appello ed un attimo dopo ero annientata dalle crude parole dei medici.

Un attimo prima …un attimo dopo…

Persino quando, due mesi dopo quell’intervento urgente uscì dall’ospedale, la tempesta interiore che era iniziata in me in quell’attimo dopo”, ancora non passava.

Vivevo sballottata dalle paure (tante) e la mia piccola barca era sempre lì lì per rovesciarsi. Tutto era cambiato e niente sarebbe stato più come prima.

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Ma avvenne anche un’altra cosa strana: fin da quel primo giorno di ritorno a casa, mi sentii fortemente attratta da Assisi e dai luoghi in cui Francesco si era lasciato abbracciare da Dio.

 

 

Basilica-Papale-San-francesco-di-Assisi1Ero lì nella mia prima giornata con i tre bambini, dopo settimane in sui eravamo stati separati dall’ospedale; ero lì quando avevo lacrime da versare o emozioni belle da ricordare; ero lì appena potevo. Il mio compleanno, la domenica, un anniversario od un giorno qualsiasi; ogni scusa era buona per farmi decidere di andare ad Assisi. Continua a leggere E il “colle dell’inferno” divenne il “colle del paradiso”

Il futuro è nelle mani di Dio, non in quelle di maghi ed economisti

screen-shot-2015-09-02-at-3-19-43-pm “Non posso credere che lei lasci perdere tutto questo! Ciononostante non ho ancora ricevuto sue notizie. Tutto quello che ho visto per lei e che l’attende nei prossimi giorni è questo: Fortuna, Denaro, Serenità…E’ scritto nel suo Cielo! 

Se tutte queste visioni su di lei mi sono state inviate, non è per un caso: sono stata scelta per aiutarla, per essere la sua messaggera! 

Lei crede che la vita facile sia riservata sempre e solo agli altri? Lei crede di non meritarla? 

Legga qui, come le persone fortunate e ricche hanno avuto, un giorno, lo stesso aiuto che io le offro gratuitamente. Entro pochi giorni il suo Periodo di Fortuna Astrale arriverà, quindi c’è urgenza, il futuro della sua vita si decide in questi giorni! 

Accetti l’aiuto totalmente gratuito che le offro dal profondo del mio cuore.

La sua amica,

Romalla

come-creare-una-sfera-magica-per-tuo-figlio_f5ddba364e4296dd23ec311bc913caf8Fino a pochi giorni fa, vivevo amaramente immersa nei mie problemi quotidiani, senza sapere di avere Romalla (il nome l’ho leggermente modificato) come amica e di poter usare i suoi super poteri di veggente per risolvere tutto.

WOW!

 

magia4Con l’avvento del nuovo anno, questa mitica Romalla mi ha scritto più di una volta via email, annunciandomi di essere stata scelta dal Cielo (sì, avete letto bene la maiuscola della parola “Cielo”) per farmi da guida e messaggera. A leggere ciò che mi scrive, mi chiedo come io abbia potuto vivere senza Romalla, fino ad ora.

giuseppesensitivoIn questi giorni. girando per la mia città, mi sono divertita a fotografare i manifesti pubblicitari di maghi ed affini. A leggerli ci sarebbe da invitare tutti a rivolgersi a loro; la vita sarà più bella, i debiti spariranno, l’amore risorgerà, la salute non ci mancherà … e persino i chili di troppo se ne andranno per sempre.

Per analizzare tutto questo potrebbe essere sufficiente solo una facilissima ironia, se non fosse che uno studio parla di circa otto milioni (ventiduemila al giorno) di persone che ogni anno si rivolgono a maghi, astrologi e cartomanti. Il basso livello di istruzione o le debolezze personali possono certamente rispondere a qualche “perché”. Qualche.

totò

 

Io aggiungo che quando gli uomini smettono di affidarsi a Dio, finiscono per cercare in ogni dove un qualche modo per superare paure e insicurezze ancestrali. Continua a leggere Il futuro è nelle mani di Dio, non in quelle di maghi ed economisti

Per consacrarsi bisogna avere un cuore da mendicanti

MovConsacrati_clip_image002“Ciao Cristina, potresti pubblicare qualcosa che spieghi cos’è un atto di consacrazione?

Lo scopo? Per chi si può invocare? Chi può richiederla?

So di consacrazioni soprattutto a Maria.

Buona giornata e grazie per i tuoi post”

MovConsacrati_clip_image002Cara Paola, vorrei iniziare mettendo subito a nudo la mia grande difficoltà nel risponderti.

E’ difficile, infatti, parlare di “consacrazione” senza rischiare di aprire la porta al devozionismo e non alla devozione, alla fragile emozione e non alla vigorosa volontà.

La consacrazione non è una pratica religiosa propiziatoria rivolta a Dio, affinché Lui faccia ciò che gli chiediamo (anche se spesso viene vissuta così).

MovConsacrati_clip_image002Per balbettare qualcosa di sensato sulla consacrazione, mi sono rivolta al gigante dei giganti: Paolo di Tarso.

Tipo deciso e tosto che, tra il 55 ed il 58 scriveva ai Romani (12,2): “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà

Wow! Per piacere; rileggiti lentamente questa frase. Parola dopo parola. Lentamente.

Adesso puoi continuare a leggere ciò che ho scritto, perché oramai il più è stato detto.

Le fondamenta sono state gettate.

Il muro portante è stato alzato.

untitledPaolo, infatti, ci ha detto l’essenziale; la nostra mente deve essere rinnovata per capire ciò che Dio vuole.

Come?

Non mediante virtuosismi intellettuali od elucubrazioni filosofiche (che poi servono quasi sempre a foraggiare il nostro “ego”, mai sazio di trionfi), ma tramite l’esperienza.

Per esperienza possiamo arrivare a conoscere la volontà di Dio; la sua buona, gradita e perfetta volontà”.

hqdefaultPartendo da questo primo punto, possiamo allora allontanarci il prima possibile dall’idea di una Volontà Divina triste, punitiva, giustiziera, angosciante, seriosa…

La sfida del cristianesimo in questo terzo millennio consisterà proprio nel passare da una fede crocifissa ad una fede risorta!

La gioia cristiana è una tristezza superata, è un banchetto nuziale che inizia qui e finirà nell’eterno cuore di Dio. Continua a leggere Per consacrarsi bisogna avere un cuore da mendicanti

La paura indebolisce; il dubbio acceca; la fede illumina

20120609-141014  Quando ero piccola avevo paura del buio. Entravo nella mia camera e accendevo subito la luce per il timore che, sotto il letto, qualcuno potesse essersi nascosto. Poi, una volta sotto le coperte, mi coprivo fin sopra la testa ed il leggero peso della trapunta mi rassicurava.

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Ora che sono grande ho paura del buio che è dentro di me.

Quel buio che mette in risalto solo le tue mancanze.

Capita solo a me?

 

 

sebasmorellijaimez_comVorrei essere sempre generosa, ma poi mi assale quell’egoismo ancestrale che mette dei muri che non desidero.

Vorrei essere serena riguardo al futuro, ma poi il timore di ciò che potrebbe accadere si fa largo nella mia mente, senza chiedere neanche il permesso di entrare.

Vorrei riuscire a portare a termine i propositi fatti, ma poi la mia fragilità li interrompe nel bel mezzo.

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Mi ero ripromessa di essere un po’ “più” … e mi ritrovo ad essere un po’ “meno”.

 

 

 

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Il buio, quando siamo grandi, è quell’oscura onda nera che entra nel nostro mondo interiore, togliendoci il sonno tranquillo e la forza rigenerante.

 

madre-speranza-cmykMa la vigilia di Natale, a casa di mia madre, ho letto un libriccino piccolissimo.

Era appoggiato sul tavolo della cucina ed ho iniziato a sfogliarlo. Così; giusto per fare. Ma aneddoto dopo aneddoto, non sono riuscita più a staccarmene.

Si intitola Detti e Aneddoti”; è una raccolta di storie vere capitate a Madre Speranza ed a chi ha avuto la fortuna di starle vicino. Continua a leggere La paura indebolisce; il dubbio acceca; la fede illumina

Dio, non farmi correre con i tacchi alti!

mad-05-09-2008-scoraggiamento-preview“Cara prof, secondo te sbaglio a chiedere l’aiuto di Gesù? Si insomma…cosa devo fare quando nonostante tutto mi scoraggio? Cri, sono una banderuola al vento. Immagina una persona che si sente convinta di una cosa ma che poi si comporta in un modo opposto a questa convinzione… E come se il mondo reale mi risucchiasse… così anche i miei buoni propositi vanno a farsi friggere nell’arco di un secondo … E sono anche lontana anni luce dall’amore per gli altri. Non sono insensibile nei confronti dei problemi degli altri, ma è come se mi riguardassero meno. Se potessi aiutare il mio bimbo, il mio papà o mia sorella … farei qualsiasi cosa… Ma per gli altri? Beh, rispondere a questa domanda mi fa un po’ vergognare e soprattutto mi fa pensare che ho ancora tantissima strada da fare per arrivare alla salvezza… E se tutto questo tempo davanti io non lo avessi? Scusami, sono come un fiume in piena e ti sommergo di punti interrogativi e riflessioni.”

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Carissima Sara, quando devo partecipare ad una cerimonia e devo indossare i tacchi alti, mi sento male; oramai non ci sono quasi più abituata. Eppure mi piacciono. Adoro quel corpo slanciato che i tacchi alti ti donano e quell’andatura elegante che, facilmente, ti portano ad avere.

 

 

piedi-gonfiMa poi, quando arriva la sera, stramaledico quei tacchi alti. I piedi mi fanno male, ogni passo che faccio è una fatica dolorosa e l’andatura elegante è sostituita da quell’incedere sbilenco dovuto al tentativo di soffrire il meno possibile ad ogni passo.

In queste circostanze pagherei oro pur di avere un paio di ciabatte e mettere a bagno i piedi.

Ecco Sara, pensavo a tutto questo quando leggevo la tua lettera. 

Tacchi-per-ogni-occasione

A volte, per camminare con Dio ed arrivare alla vetta preparata da sempre per noi, ci mettiamo degli scomodissimi tacchi alti. E come se non bastasse, vorremmo anche correrci!    

 

spazio

E’ naturale, quindi, che il nostro incedere diventi amaro e faticoso; ci scoraggiamo… cadiamo più facilmente… proviamo dolore… ci sentiamo inadeguati.

Pian piano, ci percepiamo come la grande delusione di Dio e, a quel punto, anche pregarlo diventa un difficile esercizio perché ce ne sentiamo indegni.

 

 

Volevamo fare la scalata con Lui, al meglio di noi stessi; belli, eleganti, con l’incedere deciso di chi vuol fare la Sua volontà, ed invece ci ritroviamo zoppicanti e con l’incedere sbilenco di chi prova troppo dolore nell’andare avanti. Continua a leggere Dio, non farmi correre con i tacchi alti!

Dio c’è e, senza bisogno di un notaio, ha preparato un’eredità ricchissima per noi

Firenze-2015-Logo-LQto facendo la valigia e penso: “Io non sono la delegata più credibile per questo Convegno ecclesiale”.

Ho assistito a talmente tanti incontri, ho partecipato a così tanti meeting ed ho condiviso così tanti lavori di gruppo (sempre in ambito ecclesiale) che oramai ho come le antenne alte verso il pericolo maggiore di queste esperienze: dire tante parole, dimenticandoci che noi dovremmo ascoltare “la Parola” e fidarci.

CasalAlpinistasEntardecer_234Di per sé la vita, infatti, sarebbe molto semplice (almeno così la vedo io, forse un po’ ingenuamente): volerci bene e sorreggerci a vicenda per arrivare, uniti, in Paradiso.

Però, si sa come vanno le cose. Un po’ la vita è complicata, un po’ ce la complichiamo noi ed il 002_14_10_18_misericordia_470risultato è questo: una marea di documenti ecclesiali che parlano, parlano, parlano…mentre io ho l’impressione che la gente abbia tanto bisogno di carezze, misericordia ed incoraggiamenti.

Un po’ quello che faceva Gesù, insomma.

Ma oggi, primo giorno, c’è stato un momento della giornata in cui l’emozione mi ha travolta (e chi mi conosce sa che non piango nemmeno ai matrimoni!).

10984604_1032516916813102_4295037208368239259_nEravamo in processione e stavamo entrando nel battistero per poi uscire da lì ed accedere in Duomo. Detta così, potrebbe sembrare niente di più della descrizione di un itinerario.

Invece è stato in quel momento, proprio in quei primi passi all’interno del Battistero, che un’emozione grande mi ha travolta. Sui nostri passi silenziosi ha echeggiato una voce che proclamava il cap. 21 del libro dell’Apocalisse: Continua a leggere Dio c’è e, senza bisogno di un notaio, ha preparato un’eredità ricchissima per noi

“Marcellino pane e vino” e la festa dei defunti

Marcellino“Zia, guardiamo un film insieme?” Margherita, la mia nipotina di sette anni tornata dall’Inghilterra per passare un po’ di vacanze con noi, è già un’amante del cinema.

“Io avrei in mente un film, ma è in bianco e nero”

“In bianco e nero? Che significa?”

“Significa che non ci sono i colori. E’ un film di tanti anni fa. Facciamo così: io ti faccio vedere i primi minuti e poi tu deciderai se vorrai continuare a vederlo oppure no. Ci stai?”

 

20151027_210157_resizedE’ iniziato così, per caso, la maratona familiare di “Marcellino pane e vino”, film spagnolo del 1955 diretto da Ladislao Vajda. “Maratona” perché Margherita l’ha voluto vedere tre volte.

Intendiamoci: Margherita sbuffa come tutti se la cosa non le piace, si annoia se si trova di fronte a qualcosa che non capisce ed ama giocare e ridere a più non posso.

Ma quel film l’ha proprio “presa”. Quando le ho chiesto: Ma perché ti è piaciuto così tanto questo film?”, lei mi ha risposto “Zia, non te lo so spiegare per bene. So solo che mi piace quando Gesù parla con Marcellino”.

 

hqdefaultIl film inizia come una bella favola; c’è una bimba ammalata, c’è un frate che la va a trovare per farle un po’ di compagnia e c’è una storia che le viene raccontata.

E’ una favola?” chiede la bambina ed il frate risponde: “Sì. Una favola per i bambini ma anche per i grandi”

immagine_marcellino-pane-e-vino_16479E’ così che inizia questa storia che, come tutte le favole, ha i buoni ed i cattivi.

C’è un bimbo orfano (i bimbi soffrono sempre nelle favole, prima del lieto finale), c’è un gruppo di frati che lo alleva nel convento amandolo a più non posso, c’è il cattivo che li vuole cacciare e c’è il frate buono che gli tiene testa, attingendo forza dalla sua granitica fede.

2zzmfq8Un giorno Marcellino scopre un crocifisso a misura d’uomo, nella soffitta del convento.

Da quel momento inizia una serie di incontri segreti e fatti strabilianti, fra il bambino e il crocifisso. Continua a leggere “Marcellino pane e vino” e la festa dei defunti

Bella, imponente, vertiginosamente sacra

sabrina_camplone_COPPIA_MANILi vedo camminare teneramente abbracciati mentre, sottovoce, dicono il rosario.

E’ la prima volta che vengo a visitare Sacra di San Michele e il destino ha voluto che dovessi arrivarci, accompagnata dalla storia di Francesco e Caterina.

Per una serie di coincidenze, la loro fiducia si è incontrata con la mia ricerca spirituale e ne è nato un regalo da parte loro: il racconto confidenziale della loro esperienza. Lei pedagogista e lui impiegato, negli ultimi vent’anni hanno dovuto sopportare una “sorte avversa” terribile ed estesa in ogni campo.

Edvard_Munch_AshesMalattie gravi e problemi economici continui hanno aperto la strada a quella tensione che è spesso l’anticamera di ogni separazione. Finché un giorno, Caterina, spinta da un’improvvisa intuizione, va a confidare queste continue prove ad un frate francescano, rinomato per la sua saggezza spirituale. E’ il primo gennaio 2012 e in quel giorno inizierà un cammino che li porterà a dare un nome alla vera causa delle loro traversie: maleficio. Satana è potuto entrare nella loro vita tramite altre persone invidiose e malevole.

Riassumo così (troppo e male) un racconto di vent’anni che mi è stato regalato perché aprissi gli occhi un po’ di più sull’invisibile mondo che ci circonda.

Edvard_Munch_AshesDall’incontro con quel frate di acqua sotto i ponti ne è passata e Francesco e Caterina sono stati bagnati dall’acqua della grazia divina. Ma sono dovuti passare attraverso la resistenze della loro razionalità (satana? roba per creduloni) e della loro paura (ma allora certe cose succedono realmente?) per approdare, insieme, all’abbandono totale a Dio, facendo della frase di Gesù “Non aver paura, continua solo ad aver fede” (Mc 4,36) il loro motto.

Edvard_Munch_AshesLa loro è una storia da scriverci un libro e mi sento anche un po’ privilegiata ad arrivare alla Sacra San Michele con loro due affianco. La loro lotta è quasi arrivata al capolinea ma “la bestia antica” ancora si fa sentire (anche se con fastidi che sono un niente, rispetto al passato).

Edvard_Munch_AshesE’ il due agosto, festa del perdono di Assisi, e loro due hanno scelto appositamente questa data per andare da san Michele Arcangelo, loro prezioso alleato in questa lotta.

Partiamo tutti e quattro insieme dall’hotel. Il cielo è azzurro ed il sole splende come non mai. Ad un certo punto vedo la loro auto fermarsi. Francesco sta male. Un improvviso ed acuto mal di testa gli rende perfino difficile guidare. Io vorrei aiutarlo. Ci fermiamo in una locanda familiare e, con la scusa di una colazione veloce, provo a chiedere qualcosa per il mal di testa. Vedere Francesco così sofferente è uno strazio. Ma non hanno niente. Continua a leggere Bella, imponente, vertiginosamente sacra

Nessun buio è fuori dal pensiero di Dio

20140817_200824 Sono ad Assisi, nella piazza della chiesa di santa Chiara ed osservo il sole che sta tramontando.

La sua immensa bellezza è lì; per tutti. Una sensazione di serenità gratuita mi avvolge. So infatti che nessun turista potrà portarselo a casa come souvenir.

E’ un dono di Dio per tutti.

20140817_195352Così come Francesco d’Assisi: sogno di Dio raccontato a tutti!

Ma mica solo Francesco…

 

 

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Dio ci guarda e sogna, riuscendo a vederci già illuminati di Lui.

 

 

 

 

Qualche volta, quel che Lui vede in noi ce lo fa intuire, affinché l’entusiasmo inondi la nostra anima e la fatica non ci blocchi.

Ed ha fatto così anche con Francesco, nel buio di una prigione perugina.

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In una prigione è nato un sole che ancora oggi illumina.

 

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Cosa sarebbe Assisi, infatti, se tra i suoi vicoli, non avesse camminato Francesco, figlio di Pietro Bernardone (ricco mercante di stoffe) e di Madonna Pica Bourlemont (una nobile provenzale, bella e delicata)?

 

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Il padre stravedeva per questo figlio che immaginava già nobile cavaliere.

La madre era innamorata di questo ragazzo che educava alla bellezza della musica, della poesia e della fede.

Tutto sembrava procedere umanamente bene, finché non è intervenuto Dio.

E con l’avvento di Dio, il ragazzo di Assisi è diventato “sole” per il mondo intero. Per tutti noi.

 

Irrequieto come tutti i giovani, pervaso di ideali cavallereschi, entusiasta della vita militare, parte per la guerra contro Perugia con la sfrontata incoscienza dei suoi vent’anni. E’ il 1202 ed il clima è tesissimo ad Assisi.

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Mettersi negli scarponi di Francesco, conoscendo la sua storia, significa togliergli quella serafica aureola per riportarlo tra noi: creature in cammino, sognate da Dio.

Non c’è torto peggiore che si possa fare al Signore dell’Universo, se non quello di isolare i suoi figli santi tra i “perfetti”, relegandoli nella Sua collezione privata di pietre rare.

Siamo tutti pietre rare, sogni di Dio per l’intero creato.

 

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Ma che fatica capirlo. Continua a leggere Nessun buio è fuori dal pensiero di Dio