San Patrignano e la vita

Lei si chiama Chiara (la chiamerò così).
È bionda, esile e delicata.
Parla con scioltezza ed in modo coinvolgente.
Ci spiega come vengono fuori quei tessuti morbidi e raffinati.
Un po’ come lei.
Ma poi arriva inevitabilmente la domanda da parte dei miei studenti: “Come mai tu sei qui?”
Lei sorride e racconta.
Aveva 15 anni quando ha iniziato a bere.
Niente di chè.
Solo il sabato sera.
Poi altre sostanze.
Niente di chè.
Poi non più solo il sabato.
Poi non più solo sostanze leggere.
L’iter è sempre lo stesso.
Poi il diploma.
Poi la laurea.
Poi l’assunzione in un importante studio di Milano.
Finalmente è avvocato.
Ma in tutti quegli anni alcool e sostanze sono diventati compagni di viaggio.
Purtroppo.
Finché il socio più anziano dello studio le dice: “Ora basta. Ti devi far aiutare. Da domani tu non puoi più lavorare con noi. Mi dispiace”
E lei non può più dire a sé stessa il mantra di tutti quegli anni: “Posso smettere quando voglio”.
Non è più “niente di chè”
Lei si racconta.
Denuda la sua anima davanti agli studenti.
Poi dice: “L’unica parola che mi viene in mente è GRAZIE! Grazie alla mia famiglia che non mi ha mai abbandonata e grazie a San Patrignano che mi ha accolta. Ora sto rinascendo.”❤️

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San Patrignano ha roba fatta con amore!

“Ma che belli questi fiori: posso fotografarli?”
Le tavolate della sala da pranzo di san Patrignano, all’entrata delle donne si sono riempiti di fiori gialli. Così ho chiesto alle ragazze di poterli fotografare.
Nel pomeriggio poi, passo per uno dei tanti vialetti quando, all’esterno del grande Teatro, si apre appena appena una porta e sento cantare: le ragazze di San Patrignano non lo sanno ma lì dentro ci sono ragazzi che stanno provando una serata d’onore dedicata a loro.
Serate fatte col cuore! ❤️
“Prof, guardi; stasera in famiglia abbiamo preparato pasta col pesto di San Patrignano! E’ stra-buonissimo!!!” E mi arriva una foto scattata a casa sua. Marco è uno dei miei tanti alunni che si è voluto fermare allo “SP.accio” di San Patrignano per acquistare cose buone, fatte dai ragazzi della comunità. Formaggi al tartufo, biscotti con le mandorle, pane dolce, piadine fatte a mano (a mano!), miele di prima qualità, salumi vari, profumo buonissimo, creme per la pelle, sciarpe bellissime, borse… ma è meglio che guardiate da soli che si può acquistare anche online (ricordando, però, che dal vivo è meglio!😉) https://shop.sanpatrignano.org/
Roba fatta con amore!❤️
Federico sta raccontando la sua difficilissima vita, arrivata fino al bordo del dirupo verso la morte.
Poi finisce con quel: “Ma poi, volete sapere una cosa? Qui a SanPa ho ricominciato a studiare e fra tre giorni discuterò la Tesi. Mi laureo in Lettere!” E nel teatro parte l’applauso scrosciante dei miei studenti.
Momento pieno di amore! ❤️

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UNA SETTIMANA SENZA CELLULARE: UN GRUPPO DI STUDENTI L’HANNO FATTO PERCHE’…

COME TUTTO EBBE INIZIO: “Ragazzi, visto che quest’anno stiamo facendo il progetto “A scuola di libertà” e visto che stiamo parlando delle tante forme di dipendenza, perché non facciamo un esperimento sociale? Vi propongo di fare a meno del cellulare per una settimana. C’è qualcuno che vorrebbe mettersi alla prova?”

Tutto è iniziato così. Con la semplice curiosità di scoprire quanti avrebbero aderito sul serio.

All’inizio erano una ventina. Poi, ad una settimana dall’inizio, sono diventati una decina.

Dato interessantissimo: a quanto pare sopravvivere senza cellulare per sette giorni ha bisogno di una grande determinazione. Ma prima di continuare, vorrei chiarire che nessuno di noi ha mai avuto l’obiettivo di demonizzare telefono o tecnologia. Però volevamo toccare con mano quanto siamo immersi in un bisogno ossessivo dello smartphone.

LE REGOLE: i cellulari sarebbero stati chiusi dentro una scatola sigillata, messa poi dentro la cassaforte della scuola. Nella settimana dell’esperimento, nessuno avrebbe dovuto utilizzare un cellulare od un pc per collegarsi con qualche social (WhatsApp, Facebook, Instagram, Twitter …). Ammesso solo il telefono fisso per chiamate urgenti. Se qualcuno non ce la faceva più, avrebbe potuto richiedere indietro il proprio cellulare, in qualsiasi momento.

TERZO GIORNO SENZA CELLULARE: è successo un fatto strano: i ragazzi mi hanno chiesto dei libri da leggere! Per passare il tempo in cui erano soliti trastullarsi sui cellulari, mi hanno chiesto dei libri! Continua a leggere UNA SETTIMANA SENZA CELLULARE: UN GRUPPO DI STUDENTI L’HANNO FATTO PERCHE’…