VIVA IL FUTURO DI GINEVRA!

Ha lo sguardo perennemente in bilico tra paura e grinta.
Anche il suo corpo si è adeguato a questo andirivieni emotivo: è ingrassata tanti chili in poco tempo ed è poi dimagrita tantissimo in poche settimane.
La campanella sta per suonare ed io sono seduta lungo il corridoio della scuola, in attesa di entrare in classe.
Ginevra (la chiamerò così) mi saluta da lontano. Si avvicina. Mi sorride.
“Come stai Ginevra?”
Me la ricordo perfettamente quella volta in cui, verso ottobre, Ginevra prese coraggio e, per la prima volta, parlò del dietro le quinte della sua vita.
Quel giorno stavo presentando un libro sull’anoressia.
Pochi giorni dopo saremmo tutte andate alla presentazione del libro e ci stavamo preparando per andarci da protagoniste, pronte a fare domande.
Quel giorno ci collegammo anche con la scrittrice e fu un bel momento!
Emozionante.
Ma mai, quanto il momento in cui Ginevra prese la parola e, con termini precisi come un bisturi, aprì davanti a noi la sua ferita personale.
Ci parlò di insicurezza profonda, di un fidanzato violento, dell’annientamento della sua personalità, dei suoi problemi alimentari in seguito a…
La classe era attonita.
Non sapevano.
Quel giorno facemmo un patto: nessuno avrebbe trasformato quel momento di sincerità estrema di Ginevra in un gossip da quattro soldi da raccontare ad altri. Nessuno di noi avrebbe tradito la fiducia che Ginevra ci aveva dato.

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Anoressia e bulimia: il nostro spirito affamato

anoressia-shutterstock-744x445L’altro giorno, alla ricreazione, una ragazza mi è passata vicino e mi ha detto – anoressica, guardati allo specchio prima di uscire di casa – ma io dico, prof, è possibile arrivare ad essere così…così…boh…non ci sono parole”

Chi mi parla è Veronica, la mia bellissima alunna che, da un po’ di tempo a questa parte, ha deciso di non mangiare, illudendosi che facendo a meno di “tutto”, arrivi a cibonon avere più bisogno di “tutto”. Perché questa è l’anoressia: una ricerca spasmodica, con lo stile “faidate”, di una cura che faccia tacere quel grido di dolore e di bisogno.

Veronica è bionda, è bella, è intelligente ed ha deciso di trasformare il suo corpo in una tela dove dipingere il suo spasmodico desiderio di tenere tutto sotto controllo. Ma non lo sa neanche lei che è questo il motivo.

Capita.

foglieA volte siamo un po’ analfabeti riguardo al linguaggio della nostra anima. Veronica aggiunge: “Non so, prof, perché faccio questo. Mia madre mi ha sempre voluto bene. Il mio ragazzo mi è sempre vicino. Si dice che sia mancanza di amore. Ma io non so…non mi sembra…volevo parlarne con lei da un po’…”

E mi racconta tutti i tentativi delle persone che le vogliono bene, di farla ricominciare a mangiare.

Mangiare: sembra quello il problema.

il_piccolo_principe_fraseSiamo un po’ tutti analfabeti dell’anima e ci sfugge spesso che l’essenziale è invisibile agli occhi”.

Questa famosa frase di Antoine de Saint Exupèry la leggiamo, la scriviamo, la postiamo sui social, ci piace…ma non la viviamo.

Perché se capissimo davvero che l’essenziale è invisibile agli occhi, inizieremmo a guardare sul serio il mondo con gli occhi dell’anima.

Ed allora tutto cambierebbe. Continua a leggere Anoressia e bulimia: il nostro spirito affamato

Anoressia? Ragazze affamate d’amore

anoressia Buonasera prof., sono Davide e vorrei continuare la lezione di stamattina. Premetto che mentre le scrivo mi stanno tremando le mani perché sto parlando di una ragazza a cui voglio un bene enorme: mia sorella.

All’inizio dell’inverno del 2013 decise che era ora di perdere qualche chilo. Siccome era “qualche” chilo non andò dal dietologo ma cominciò semplicemente ad eliminare i carboidrati. Ma siccome, dimagrendo, riceveva i complimenti di tutti (“Ma come stai bene!” “Ma quanto sei carina!”), lei ci prese gusto e continuò la “sua” dieta. Arrivò a perdere dieci …poi quindici chili.

In casa ci accorgevamo che c’erano tante cose che non andavano. Si vedeva che centellinava il cibo, quasi avesse paura di mettere in bocca qualche caloria in più. Ci diceva che non faceva più la dieta per dimagrire, ma io mi accorgevo che correva e si muoveva in modo forsennato per il timore di re-ingrassare. Però mi sembrava così serena che volevo convincermi che fossi io a crearmi dei problemi.

Oggi mia sorella pesa poco più che quaranta chili e quando si confida con me mi fa paura! Lei si fida di me perché fin da piccoli siamo stati un fratello ed una sorella unitissimi. Così a me è chiarissimo quanto sia perfetta e drammatica la sua finzione. E’ come se si fosse creata una spaccatura tra ciò che lei prova e ciò che di lei appare.

Oramai, fosse per lei, non mangerebbe più. Per mangiare deve sforzarsi.

depressioneNon parliamo poi di quel che le passa per la testa. Si sente sola, non ce la fa più, è convinta che nessuno si preoccupi per lei, che la sua vita fa schifo e niente sta andando come lei avrebbe voluto. Crede di essere brutta ed anche il mio parere di fratello maschio non conta niente. Ciò che le dico le entra da un orecchio e le esce dall’altro.

E’ così piena di complessi che io credo non riesca più a riconoscersi quando si guarda nello specchio. Crede che la sua vita sia inutile come lei ed è convinta (ma a questo punto lo sono anche io) che il suo problema sia nel cervello. Dice di essere cambiata. Vede tutto nero ed è convinta che la sua vita sia destinata ad andare sempre peggio. Dice che vorrebbe qualcuno che la amasse per quello che è, che la facesse star bene.

Io vorrei far leggere i suoi messaggi a mamma e papà ma  loro sono tendenzialmente ansiosi ed ho paura che se venissero a sapere quel che passa nella mente di mia sorella, riuscirebbero solo a peggiorare la situazione.

Mia sorella vorrebbe sentirsi amata ma, contemporaneamente, si è chiusa a riccio e non permette a nessuno di avvicinarla. Ha paura di essere poi abbandonata o di rimanere delusa perché, secondo lei, solo questo fino ad ora ha provato. Io non so come aiutarla. Che faccio?

Io ho paura e credo che lei abbia già capito di “cosa” io abbia paura. Che posso fare?”

japan-autumn-leavesCaro Davide, stamattina a scuola, il tuo sguardo attento e concentrato non mi era sfuggito.

Sei un ragazzo fuori dal comune perché non tutti i fratelli sanno “ascoltare” le proprie sorelle. E visto che sai osservare e capire, avrai certamente intuito che l’anoressia è una malattia dell’amore. Non è una mia personale convinzione ma un dato acquisito da chi ha molta esperienza in questo campo. Continua a leggere Anoressia? Ragazze affamate d’amore

Il suicidio: la tentazione estrema!

suicidaCara professoressa,
io sono la nuova arrivata della scuola e la ringrazio per la sua accoglienza.
Ho assistito a molte sue lezioni, ho letto tante sue risposte sul Blog e volevo chiedere aiuto pure io.
Prof, sono due lunghissimi anni che mi porto dentro queste cose. Anche nella mia classe lo sanno in pochi, perché mi vergogno; ho paura di quello che potrebbero pensare gli altri su di me.

Prof, io sono il tipo di persona che sorride sempre, anche quando tutto cade a pezzi. Mi nascondo dietro ad una falsa spensieratezza, faccio la stupida, recito la parte di quella che non capisce niente, solo per essere accettata e per nascondere quello che sono veramente.
Prima non ero così! Ero
una persona che sorrideva dal profondo e amava la vita; ora, prof, vivo solo di ricordi.

Sono stati proprio questi ricordi che mi hanno portato a tentare di farla finita ma, non so perché, sono stata sempre salvata . 

La sera in cui è morto mio padre non la dimenticherò mai: avevo paura quella sera, era una di quelle sere fredde di gennaio, le stelle ricoprivano il cielo …evidentemente lassù stavano aspettando l’ultima stella per finire l’opera d’arte!.

Quella sera, fino in ultimo, ho sperato che mio padre si salvasse ed invece, insieme a lui, se n’è andata anche la mia vita.

Tutta la mia infanzia ed i miei sorrisi sono , improvvisamente, diventati solo ricordi relegati nel passato!

Dopo  che mio padre se n’è andato, ci siamo trasferiti tutti da Milano per venire a vivere vicino ai nostri parenti, ma questo cambiamento ha provocato solo tanti dolorosi litigi..

Ho passato un anno tra psicologhe e pianti .

Stavo morendo prof; non per dire che ora so viva … ma dentro non vivevo più!Volevo solo riavere mio padre!

Nello stesso anno iniziai a guardarmi allo specchio, vedendomi grassa .

Odiavo me stessa.

Cercando su internet, trovai un sito dove delle ragazze proponevano dei metodi veloci per dimagrire: da settanta passai velocemente a cinquantasei chili. Ma io volevo continuare perché non ero mai abbastanza magra. Non riuscendoci ero sempre in guerra con me stessa!

Un giorno, mentre ero sola in casa. Mi misi a guardare le foto con mio padre: il dolore prevalse ed io mi sfogai con un pianto isterico. Decisi allora di prendere tutte le medicine di mamma…

Prof, ricordo solo di essermi svegliata all’ospedale, circondata da visi addolorati e preoccupati per me ed io mi sentivo una merda, una nullità, uno schifo.

Decisi di cambiare…almeno ho tentato.

Ma non è per niente facile.

L’estate scorsa l’ondata di dolore e, nel giorno del mio compleanno, iniziai a tagliarmi (ho ancora le ferite fanno male come se fosse ieri). Non so di preciso perché l’ho fatto; so solo che dopo sono stata bene (almeno apparentemente).

Poi di nuovo un trasferimento (di cui sono stata contenta perché nell’ultima città avevo solo amici falsi con due facce diverse, a seconda se parlano davanti o dietro a te).

Ed ora sono arrivata qui, da voi, stanca di sorridere. Mi verrebbe voglia di piangere ogni volta che lei, nelle sue lezioni, parla di vita!

Oggi, quando parlava della vita, avevo voglia di alzarmi in piedi e dirle che io, di questa vita, sono stanca!

Sono stanca di tutto e odio tutto(anche i miei risultati scolastici)…mi sento anche in colpa verso mia madre che sta facendo dei grandi sacrifici per offrirmi un futuro migliore…sono stanca di questa vita…non so più cosa fare, prof! Continua a leggere Il suicidio: la tentazione estrema!