ETTY HILLESUM E LA SUA VITTORIA IMMENSA

Etty.
Etty Hillesum.
Ebrea olandese. Passionale e appassionata.
Morirà ad Auschwitz il 30 novembre 1943 all’età di 27 anni; esattamente 30 mesi dopo aver iniziato a scrivere un diario.
Un Diario che aveva iniziato a scrivere su consiglio del suo grande amico, psicoterapeuta e poi anche amante Julius Spier (su Julius Spier, psicochirologo e allievo di Jung, ci sarebbe da scrivere tanto ma qui sorvolo).
Un Diario che per quasi quarant’anni nessuna Casa Editrice volle pubblicare (purtroppo!).
Un Diario in cui lei scriverà quel suo percorso di ricerca esistenziale intensissimo (doveva andar veloce chè la sua vita sarebbe stata stroncata di lì a poco) che le consentirà di scoprire un inedito rapporto con sé stessa, con Dio e con gli altri.
Un diario in cui annoterà tutte le tappe di questa sua trasformazione interiore.
Etty, personalità complessa, strapiena di passioni di carne e strapiena di ricerca di Cielo.
Una creatura di carne e di spirito che, con i suoi “alti e bassi”, con la sua lotta alla depressione e la sua voglia di vita, si metterà testardamente a scrutare l’orizzonte, alzando lo sguardo verso la Luce, mentre le tenebre scendevano sulla terra per scandire i giorni dell’attimo più buio della storia umana.

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Te Deum laudamus per tutto!

“Ringraziate per tutto, perché questa è la volontà di Dio per voi in Cristo.”(Tessalonicesi 5,18).

Lo ammetto Signore; questa cosa non mi viene bene. Io seleziono. Scelgo. Per questo ti ringrazio e per quest’altro no. Altre volte non scelgo nemmeno: semplicemente mi scordo. Quando le cose mi vanno per il verso giusto, non penso a te. Non ci faccio caso. Metto il bene sullo stesso livello della normalità. Lo appoggio ogni giorno sullo scaffale del “mi è dovuto”. Puoi accettare, oggi, il mio grazie per tutto quello che mi hai regalato ne 2017, senza far caso al fatto che ti giunge in extremis? Grazie!

 

“Fratelli, dobbiamo sempre ringraziare Dio perché la sua fede cresce sempre di più, e in ognuno di voi continua ad abbondare l’amore verso gli altri.” (Tessalonicesi 1:3).

Ecco Signore, io lo so che sono la tua figlia incasinata, che convive faticosamente con il forte sospetto di avere una fede sempre al punto di partenza ed un amore per gli altri costantemente in lotta con il proprio ego. Per questo ammetto che mi farebbe tanto piacere se Tu mi ricordassi che non sono solo questo. Da sola non ce la faccio. A volte mi sento solo uno straccio immerso nella palude della mia incoerenza. Facciamo così: io ti ringrazio ugualmente per la fede che cresce in me sempre di più e per l’amore che abbonda verso gli altri (mi sforzo di crederci); tu incoraggiami a vedere in me anche le cose buone che faccio. Non è mica facile volersi bene. Hai visto mai che, tramite il tuo sguardo ottimista, anche io non mi veda un po’ come gli abitanti di Tessalonica? Sempre più vicina a Te. Continua a leggere Te Deum laudamus per tutto!