Sulla santità e sull’eterna giovinezza

Tutti-i-santi “Salve Maria Cristina, si ricorda di me? È un po’ che non ci sentiamo, eppure di nuovo la vita mi riporta qui, a scriverle..” Era più di un anno che non lo sentivo, ma questo ragazzo, da subito, mi era rimasto impresso. Con il suo permesso, voglio farvi leggere un piccolo passaggio della sua email. 

“Ultimamente sta procedendo il mio percorso con il mio padre spirituale. Vedo con sempre maggiore chiarezza quella Luce che squarcia le Tenebre. Ad esempio sto capendo che la vera domanda circa la vocazione non è tanto “che lavoro voglio fare”, ma “chi voglio essere”. Questo per me ha avuto un’unica risposta fondamentale: essere un santo (complici le letture di varie straordinarie e bellissime agiografie), cioè amare Dio e i fratelli, con tutto quello che nella creatività dello Spirito possa voler dire nella mia vita! Come questo poi si possa sposare con un mestiere è secondario; importantissimo, ma secondario (anche se rimane sempre lì come dubbio a cui dover dare una risposta… ma una cosa alla volta!) …” “Essere un santo”.

Wow! Santo.

santi-medici-960x440Qualche volta, tra devozioni e tradizionalismi, abbiamo reso così malridotta questa parola, che non mi pare vero che un ragazzo si sia fissata come meta, la santità.

Quando giro per le chiese, vedere le statue con quei colli torti, quegli sguardi un po’ trasognati e quelle braccia con croci e gigli, mi mette una sensazione che va dall’angoscia alla malinconia. E’ anche per questo che, da anni, mi sono appassionata alla vita dei santi.

573_001Tutto è’ iniziato come una specie di sfida personale, per riuscire a vedere la distanza che c’è tra l’immagine edulcorata del santo e la sua realtà.

E la gara è sempre vinta dalla realtà, perché si dimostra anni luce più bella (per fascino, grinta e lotta spirituale) rispetto al santino che gira di mano in mano. E’ solo leggendo le loro vite che ti rendi conto di come, i santi, non siano i meno difettosi ma solo i più coraggiosi.

Ogni santo è nato peccatore ed ha lottato affinché le radici della propria vita, dal terreno desertico in cui erano immerse, potessero spingere i rami fino al Cielo.

220px-Bernadette_soubirous_1_publicdomainC’è una frase di Santa Bernadette Soubirous che mi ha sempre rincuorata: “Vorrei che si scrivessero i difetti dei santi e quanto essi hanno fatto per correggersi; ciò ci servirebbe assai più dei loro miracoli e delle loro estasi”. Credo voglia dire che mettere i santi sul piedistallo del perfezionismo ce li fa sentire irraggiungibili; riportarli nella loro vita reale ce li fa sentire fratelli e compagni dello stesso viaggio.

Sto scrivendo questo post proprio oggi che ho avuto l’ennesima prova dell’immensa distanza che c’è tra me e la santità. Ad un certo punto volevo cancellare tutto, per quanto mi sentivo sovrastata dalla montagna delle mie contraddizioni.

Poi ho pensato che forse era proprio questo lo stato d’animo giusto per parlare di santità: sentirsi fortemente bisognosi dell’aiuto di Dio.

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Scriveva Santa Scorese nel suo diario: Vorrei avere le ali di un’aquila e spiccare voli sempre più alti verso di Te, che sei l’Altissimo e non accontentarmi delle basse quote. Vorrei essere musica che giunge ai tuoi orecchi e portarti la gioia. Vorrei, vorrei… quante cose vorrei essere, ma io sono quella che sono e sono quella che Tu hai voluto. (dal diario di Santa Scorese).

Io sono così, mio Signore. Che vuoi fare con me?

A volte sono così stanca di me stessa, che mi cancellerei da sola.

Poi penso che se Tu mi hai voluta così, dovrei accettare tutto il pacchetto della personalità che mi hai dato. Ma allora perché, nonostante tutti i miei corsi di psicologia e spiritualità, sento quella forza negativa che, ogni tanto, vorrebbe sprofondarmi nel buio della disistima?

cateneTutti sanno che la santità è nelle piccole cose quotidiane fatte con amore, ma cos’è allora quel desiderio di controllo che ci portiamo dentro e che qualcuno chiama “perfezionismo”?

E le paure? Dove mettiamo i timori che ogni giorno ci fanno tremare, alla sola idea del futuro e di quel che la nostra mente immagina?

 

Io sono convinta che la santità cammini insieme alla serenità. Dio ci vuole santi sereni e gioviali. San Giovanni Bosco ci ha insegnato che il suono della nostra risata è odiato da satana. E facciamoglielo allora questo dispetto!

raoul_bovaSantità e allegria sono due facce della stessa medaglia. Anzi: sono certa che anche Dio ride! Dovremmo farlo sapere ai ragazzi che vivono un’età in cui la risata fatta insieme è tanto importante! Così non vedrebbero più la santità come un cammino per sfigati o per gente adulta che, avendo oramai superato la parte spensierata della vita, non può far altro che dedicarsi alle cose serie.

Per questo il Papa ha detto loro: Non aspettate di avere più anni per avventurarvi sulla via della santità! La santità è sempre giovane, così come eterna è la giovinezza di Dio” (Giovanni Paolo II – Toronto XVII GMG, 2002).

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San Giovanni Bosco è stato molto criticato da alcuni zelanti dell’epoca, per alcuni suoi atteggiamenti ritenuti esageratamente giocosi e giovanilisti.

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Ed anche oggi, la vecchia tentazione che confonde la “serietà” con la “seriosità”, non è tramontata.

spaScriviamolo su ogni nostro anno passato sulla terra: la santità ci avvicina all’eterna giovinezza!

Dio è giovane da sempre e per sempre ed essere santi significa entrare nella sua Beauty Farm.

Ogni persona che entra, ha subito (incluso nell’offerta) un personal trainer angelico che l’accompagna nel footing quotidiano, per tenersi spiritualmente in forma.

C’un percorso benessere personalizzato dove ogni massaggio è chiamato sacramento.

bagnoturco3Il bagno turco non lo puoi evitare: è troppo utile! Serve a far uscire tutte le tossine che accumuliamo, per rendere la pelle della nostra anima più luminosa. Alcuni esperti del settore dicono che nel bagno turco ci siamo immersi per l’intera vita ed ogni evento casuale in realtà non lo è, perché serve per purificarci e renderci più belli.

Per coloro che vogliono fare una liposuzione del male, c’è un chirurgo chiamato Spirito Santo. Toglie la cellulite della paura e il peso in eccesso dell’ego, con una professionalità divina.

Chiara1Quelli che sono già clienti di questa Beauty Farm, dicono che il Proprietario raccomanda di far pubblicità, raccontando a tutti questa opportunità. Lui infatti non vuole guadagnarci sopra (è già straricco di suo) ma desidera solo rendere tutti giovani e belli, per sempre. Questa Beauty Farm non è un club esclusivo di gente perfetta e irraggiungibile, ma popolo di peccatori perdonati. Chi entra in contatto con loro, non può fare a meno di chiedersi: “Ma come hanno fatto a diventare così belli, nonostante il passare degli gli anni?”

Lì, si sente parlare di una misteriosa perla preziosa capace di rendere felici e di un tesoro che ridà libertà a chiunque lo trovi.

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I fillers che vengono usati non gonfiano le labbra trasformandole in ridicoli canotti, ma accrescono in sapienza le parole che da esse escono, facendole diventare semi di speranza per tutti

 

C’è poi una possibilità unica, l’ultima frontiera della chirurgia oculare: rimodellare 03la superficie della cornea per guardare il creato ed ogni singola creatura con lo stesso sguardo di Dio.

Dicono che, a quel punto, anche il cuore si dilati, diventando appassionato della terra e del cielo.

E’ a quel livello che si riesce a riconoscere le proprie debolezze ed imperfezioni, senza rimanerne schiacciati. Anzi: grazie alla Beauty Farm di Dio, ogni fragilità viene valorizzata ed alla fine, nessun cliente dice: “Io non mi piaccio. Vorrei avere gli zigomi di quell’attrice o il fondo schiena di quella cantante…” ma tutti si guardano allo specchio ed esclamano: Grazie per avermi fatto bello come un angelo. Anzi, di più!” E anche gli angeli, a quel punto, fanno festa e cantano: “Se n’è accorto!!!”

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L’intero percorso benessere si chiama “Celestial Grace”. Blaise Pascal l’aveva capito, quando scriveva: Per fare di un uomo un santo è necessaria la grazia, chi ne dubita non sa cos’è un santo e cos’è un uomo.

 

Ogni giorno devi allenarti.  Madre Caterina Lavizzari lo diceva sempre: La santità non è un mantello che si possa indossare come si vuole, ma una stoffa che bisogna tessere filo per filo e giorno per giorno”.

La cosa fondamentale è fare ogni esercizio ginnico con amore: Basta uno spillo raccolto per terra con amore per salvare un’anima” (Santa Teresa di Lisieux)

Così quando ho letto il desiderio che questo bellissimo ragazzo ha scritto nell’email, ho pensato alla frase di Teresa di Lisieux: Invece di sentirmi scoraggiata, mi sono detto: Dio non può ispirare desideri irrealizzabili; Pertanto, nonostante la mia piccolezza, posso puntare alla santità” Sono certa che lui ci diventerà. La sua bellezza, anno dopo anno, emergerà.  

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P.S. Dimenticavo una cosa importante: dovete assolutamente provare la piscina riscaldata, con all’interno l’idromassaggio che stimola il cuore. Si chiama “The sacrament of Reconciliation”. E’ un momento divino. Non è esistito santo su questo mondo che un giorno abbia potuto dire: “Ecco, adesso sono così santo che non debbo più confessarmi”.

 

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