Sicuramente c’era un Eden su questa infelicissima terra; noi tutti ne abbiamo nostalgia, e lo intravediamo costantemente”

adamo-ed-eva1“Prof, ma perché Adamo ed Eva non sono stati perdonati per aver mangiato il frutto dell’Eden, nonostante Dio rappresenti il perdono?” 

Adamo ed Eva…chi???

Quelli della mela e del serpente?

Ma non erano solo personaggi simbolici, allegorici, mitici…insomma: leggendari?!

Cara Angelica, da qui non ne usciamo facilmente.

Faccio una premessa sulla storicità di questi due tipi, con una frase che ho sentito dire da un giovane e simpatico prete: “La creazione è si allegorica, ma un primo uomo e una prima donna ci sono dovuti per forza essere”!

Michelangelo,_Fall_and_Expulsion_from_Garden_of_Eden_00Il racconto che tu citi nella tua domanda, si trova in Genesi 3 e, pur utilizzando un linguaggio fatto di immagini, espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all’inizio della storia dell’uomo” (Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 13”)

Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica parla inequivocabilmente di prima coppia (CCC 376).

bibbia_creazione_genesiScusami Angelica se ti sto rispondendo a suon di documenti, ma ti assicuro che in campo teologico c’è una riflessione profondissima sui primi capitoli della Bibbia e non di rado si leggono articoli di (pseudo) teologi e professori che affermano che Adamo ed Eva non sono mai esistiti ma sono solo due figure simboliche.

Invece la fede cristiana, pur leggendo quelle pagine con la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un genere letterario mitico (che non è certamente lo stile giornalistico o storico a cui noi siamo abituati), afferma con decisione che l’episodio di Adamo ed Eva non è solo un’allegorica storiella con un insegnamento morale/sapienziale, ma un fatto reale al quale si è dato un rivestimento “mitico” (cfr anche la prestigiosa Bibbia di Gerusalemme).

mito

In pratica i racconti dei primi capitoli biblici, hanno uno stile figurato, per rispondere in modo semplice alle domande sul senso della vita e sul suo inizio.

Questa premessa ci servirà per capire bene il significato della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden. Perché è questo che tu ti chiedi: perché Adamo ed Eva sono stati cacciati dal Paradiso Terrestre? Perché non sono stati perdonati?

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Intanto facciamo uno scoop che in pochi sanno: questi nostri progenitori sono stati perdonati e sono venerati (insieme a tutti i giusti dell’Antico Testamento) il 24 dicembre.

Addirittura, nella prima domenica di Avvento, in Oriente, nel Canone della Messa è scritto: Onoriamo per primo Adamo che, onorato dalla mano del Creatore e costituito primo nostro padre, gode del beato riposo, con tutti gli eletti nei tabernacoli celesti”’.

 

Però, per rispondere alla tua domanda, dobbiamo andare al di là delle immagini mitiche (il giardino, l’albero, il serpente, il frutto…) per intuire un fatto … che è accaduto all’inizio della storia dell’uomo”.

Un evento misterioso (rappresentato dal mangiare il frutto dell’albero proibito) che ha fatto entrare nell’Eden, l’illogicità del male.

41vjxMSIujL__SY300_Pensa solo a quanto sia grande l’illogicità della guerra, intesa come strumento di risoluzione dei problemi tra i popoli. Qualsiasi extraterrestre che venisse sulla terra, ci darebbe dei cretini solo per questo perdurare a guerreggiare ed ucciderci tra noi.

Pensa cosa potremmo fare con i soldi che spendiamo per le armi.

Quanta illogicità nel male!

Quanto mistero dietro la spinta che ci porta a comportarci da cretini ed auto-distruttori.

Un mistero di buio e di notte.

La Bibbia ci spiega che il  male viene da una fonte subordinata.

Dio con la sua luce è più forte. E perciò il male può essere superato e la creatura (l’uomo) è sanabile!

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Talmente sanabile che Dio si preoccupa di Adamo ed Eva, proteggendoli con delle tuniche su misura per loro. Forse questo è il primo gesto concreto del perdono di Dio.

 

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Il secondo sarà quello di venire sulla terra, facendosi uomo, per prendere su di sé tutto il male che nel frattempo le sue creature avevano fatto (ed avrebbero fatto nel futuro) e poter così perdonarli, purificarli e rispalancare loro le porte del Paradiso!

 

Dio non abbandona Adamo ed Eva al loro stupido orgoglio, ma li veste, intenerito dal fatto che quelle sue due creature non sopportavano oramai più di farsi vedere nudi, cioè di farsi vedere con i loro limiti.

apparenza

 

 

Ed ancora oggi siamo goffi ogni volta che proviamo pateticamente a nascondere agli altri (e spesso anche a noi stessi) i nostri limiti, con fantasiose e moderne foglie di fico.

Quanto rincorriamo l’apparenza!!!

 

5Peccato-OriginaleQuella disobbedienza misteriosa dettata dall’orgoglio di voler diventare come Dio, decidendo da soli ciò che è bene e male, ha creato una spaccatura, una ferita, un’inclinazione all’odio, alla prepotenza ed all’orgoglio malsano (i cristiani la chiamano “peccato originale”).

Ancora oggi subiamo le conseguenze di quell’oscura radice che, con si suoi rami. ci spinge a fare cose orribili.

Il peccato originale esiste e dobbiamo farci i conti, con umiltà ed intelligenza.

Fu una botta d’orgoglio e di superbia che, rompendo un’armonia cosmica basata su leggi divine, ci fece vergognare di essere nudi. 

Alda Merini ha detto:

bambina-down1“La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.

E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.

Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili,

di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.

Non ci esponiamo mai.

Perché ci manca la forza di essere uomini,

quella che ci fa accettare i nostri limiti,

che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.

Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà.

Mi piacciono i barboni.

Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,

sentire gli odori delle cose,

catturarne l’anima.

Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.

Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.

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Prima del peccato originale, l’essere nudi non era un problema. Tutto era armonia: Dio era un Creatore che ci amava e ci proteggeva e nel Paradiso tutto era un suo dono.

 

 

 

Ma poi, persa l’armonia, tutto si è spezzato.

Come un grande terremoto, le spaccature hanno diviso l’uomo e la donna, a suon di orgoglio e voglia di sopraffazione e le scosse telluriche hanno messo la paura, il sospetto e la vergogna nel rapporto fra gli uomini e Dio.

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La disarmonia è entrata nell’intero creato ed il dolore si è fatto largo man mano che il bene si ritirava.

Non è stato Dio a condannarci ma la nostra superbia.

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La cacciata dall’Eden non è stata una punizione divina (anche se nel racconto biblico, Dio è raffigurato come un re orientale che mette sotto accusa le sue disobbedienti creature) ma la conseguenza della rottura di un’armonia universale che si basava sulla fiducia in Dio e nelle sue leggi di amore e giustizia.

Ancora oggi pensiamo di poter vivere, decidendo da noi ciò che è bene e ciò che è male, facendo dei peccati che ci allontanano sempre di più dall’originaria perfezione.

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Per ridiventare capaci di essere nudi e senza vergogna, cioè consapevoli che tutto è un dono di Dio ed ogni nostro orgoglio è pateticamente fuori luogo, dobbiamo iniziare un faticoso cammino spirituale che dura tutta la nostra vita terrena, fatto di ricerca, preghiera e grazia.

Per questo Dio non si è fermato a dare le tuniche ad Adamo ed Eva, ma è venuto sulla terra, diventando umano come le sue creature.

Il suo passaggio sulla terra ha reso visibile quanto è forte la sua potenza, affinché nessun “serpente” possa più convincerci che la libertà consiste nell’allontanarci da Dio.

Ha perdonato, guarito, liberato, spiegato, amato.

Infine è morto ammazzato dalle sue stesse creature (per farci vedere quanto sia profondo il suo amore per noi) per poi risorgere (per farci toccare con mano la sua onnipotenza).

Alle tenebre del peccato ha opposto una fonte di puro bene.

Cristo crocifisso e risorto, nuovo Adamo, ha opposto al fiume sporco del male un fiume di luce.

E questo fiume è presente nella storia: quanti santi e quanti coraggiosi continuano ad immergersi in quel fiume di luce che viene da Cristo, portando la testimonianza che il serpente può essere sconfitto, grazie alla forza di Dio.

 J.R.R. Tolkien ha scritto: Sicuramente c’era un Eden su questa infelicissima terra. Noi tutti ne abbiamo nostalgia, e lo intravediamo costantemente: tutta la nostra natura nella sua forma migliore e meno corrotta, più gentile e più umana, è impregnata dalla sensazione di ‘esilio’…”

 

 

E quando vi entreremo, ci riposeremo tra le sue braccia e Dio stesso, asciugata ogni nostra lacrima, ci dirà baciandoci sulla fronte: “Bentornato a casa, figlio mio!”

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