Se aiuti qualcuno, verrai aiutato: è una legge matematica.

image  Lalalalalalla…lalalalalalla Non so se avete capito, ma questo è l’alert di  WhatsApp. Meglio di così non riesco a riprodurne il suono.

Ogni venerdì dalle 14.30 in poi, questa musichetta mi tiene compagnia: lalalalalalla!

 

20151106_141818E’ il segnale dell’arrivo dei messaggi di un gruppo di miei studenti.

Sono ragazzi che vanno dal primo al quinto anno. Alunni alti e bassi, bianchi e di colore, maschi e femmine, italiani e stranieri, timidi ed estroversi…con un solo punto in comune: hanno scelto di passare un giorno a settimana con i “ragazzi” del C’era l’acca e in quel pomeriggio mi inviano in diretta foto e filmini per condividere con me ciò che stanno facendo là.

logo_ceralaccaC’era L’acca: ma che è?

Anche io me lo  sono domandato quando, circa due anni fa, Francesca mi disse: “Facciamo insieme un bel progetto con i tuoi studenti? Io ora lavoro al C’era l’acca”.

Un pomeriggio di luglio andai 056fd1bd57_3017287_meda trovarla e capii subito che cosa meravigliosa fosse.

Prendete una Comunità Socio Educativa Riabilitativa e delle persone maggiorenni con disabilità; aggiungete delle famiglie con delle difficoltà a rispondere ai bisogni speciali di questi loro familiari e condite il tutto con un personale preparatissimo che cerca, attraverso una soluzione residenziale, di alleviare le difficoltà che si incontrano in queste situazioni…fatto?

Ecco: questo è il C’era l’acca.

037439b7ffe70e66149a7245e366ee1c

Così a settembre dissi con apparente nonchalance ai miei studenti: “Ragazzi, quest’anno non possiamo parlare del concetto di misericordia solo con gli strumenti mentali. Dobbiamo collegare mente e braccia. Dobbiamo pensare a “fare”. Dobbiamo creare una sinfonia, un collegamento…idea!!! Vi propongo di fare una cosa fantastica: andare a conoscere i ragazzi del C’era L’acca e facciamo qualcosa con loro!”

E come fosse  stata una fortunata casualità, tirai fuori dal mio cilindro magico una serie di foto del centro educativo, scattate a luglio.

Buttai i miei studenti dentro il C’era L’Acca, proiettando tutto sulla LIM dell’aula. Le camere colorate, i pesciolini di Adriano, i braccialetti fatti a mano da Lisa, l’orto sociale di Davide, il programma mensile di “piscinabocciecorsidiballoedicucinaealtroancora”, i biliardini, la palestra, le foto-ricordo appese dappertutto…

condivisione.jpgI ragazzi erano sorpresi. Si aspettavano qualcosa di serioso e triste e si ritrovano colori e sorrisi sparsi un po’ dovunque.

“Qualcuno di voi vuole iniziare a fare questa esperienza?”

Pian piano le mani si alzavano, le riunioni di preparazione con Francesca accadevano e il gruppetto si formava.

 

12299294_10208224585363209_1221321814950667600_n

 

Il primo giorno li accompagnai io: era bellissimo vederli felici ed imbarazzati insieme, incuriositi ed intimiditi, entusiasti di iniziare e dubbiosi sulle loro capacità.

download

 

Erano frastornati soprattutto da tanta gioiosa accoglienza nei loro confronti. Volevano portare calore umano e ne stavano ricevendo di più. Volevano regalare abbracci e ne stavano ritirando a vagonate.

Questo meccanismo di dare e ricevere ancora di più, è stata la miccia che ha acceso un inaspettato entusiasmo nei ragazzi.

telefono-cellulare-mano-di-una-donna-sul-fondo-del-parco-messaggio-sms-46359304Andreas mi ha scritto poco fa: “Prof, volevo ringraziarla di cuore per averci dato l’opportunità di entrare nel mondo del volontariato. Che poi, se ci si pensa bene, quando si dice volontariato si pensa subito a qualcuno che ha bisogno di una mano e tu ti offri volontario per aiutare. Con il C’era l’acca ho capito che in un certo senso sono loro che fanno del volontariato nei nostri confronti. Ci hanno aiutati a lasciare fuori dalla porta i pregiudizi perché, dentro quelle quattro mura, siamo tutti uguali”

dare-e-ricevere-3

 

Gli ho risposto: Stai scoprendo il segreto della vita Andreas. Ogni volta che si dà, si riceve ancora di più. Grande!”

 

 

BENESSERE

Georges Ivanovič Gurdjieff ha detto:

“Se aiuti gli altri, verrai aiutato. Forse domani, forse tra un centinaio d’anni, ma verrai aiutato. La natura deve pagare il debito. È una legge matematica e tutta la vita è matematica.”

cio_che_si_semina_si_raccoglie_0Questa particolare legge matematica è stata ribadita anche da S. Paolo che, in una lettera, chiedendo ai Corinti di fare una colletta per la comunità di Gerusalemme, diceva loro: “Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà.”.

 

slide_15

Anzi, lui addirittura specificava le cose belle che sarebbero tornate loro indietro. Per esempio incoraggiava i Corinti affermando che: “del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene.

 

San_Giuseppe_Benedetto_Cottolengo_I

In pratica diceva che se qualcuno si mette in testa di aiutare qualcun altro, la Provvidenza arriverà anche con le cose materiali necessarie per quell’aiuto. Giuseppe Cottolengo dirà Io sono più sicuro e certo di questa Divina Provvidenza, che non se esista la città di Torino”.

E sempre san Paolo ribadiva (nel caso qualcuno non avesse capito bene il concetto): Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia”. Wow! Sembra di vedere un Dio che si diverte a gareggiare in generosità con noi. Tu dai a qualche tuo fratello un po’ di quel che possiedi? Io moltiplicherò nella tua vita ciò che hai appena donato e, visto che ci sono, ti regalerò anche degli interessi, spargendo frutti di giustizia dentro e intorno a te.

sigpic48907_4

 

Ed a chi non piace incontrare la giustizia nelle sue giornate?

Chi non è entusiasta all’idea di diventare un po’ più giusto nel proprio cuore?

 

E’ proprio quello che è successo ad Elisa, per esempio, che mi ha mandato questo messaggio: “Prof, io vado al C’era l’Acca perché amo le persone come quelle che sono trasparenzaospiti lì. Perché? Perché loro, nonostante i problemi che hanno, regalano sorrisi a tutti! Ed io, quando sono con loro in quella CASA, sento sciogliersi tutte le cose negative che sono in me. Quando io esco da lì, mi porto dietro una POSITIVITA’ pazzesca. Ho messo queste due parole in maiuscolo perché per me, loro rappresentano questo: CASA e POSITIVITÁ. Loro non ti giudicano, ti apprezzano per come sei, non ti fanno i raggi x dalla testa ai piedi. Al contrario ti guardano nelle pupille degli occhi, perché tu non sei quel “qualcuno che deve fargli un po’ di compagnia”, ma un amico. Quando sono con loro io so che il bene sconfigge il male e che l’amore è primo a tutto. Lì mi sembra tutto chiaro e tutto possibile, perché per loro la parola NEGATIVITÁ, NON ESISTE! Ed io, grazie a loro, ho anche scoperto di avere tanta fantasia e molto più amore di quanto pensassi. Mi vengono in mente continuamente tante idee da realizzare ed ho un sacco di proposte che mi frullano per la testa, perché io voglio veramente che loro abbiano il sorriso tutta la vita! P.S. E’ normale che io mi commuova mentre scrivo queste cose? Ma per la felicità!”

grande-amicizia-simili-diversiElisa ha già ricevuto in dono uno sguardo sulla vita…come dire…più “giusto”. Via gli ingiusti preconcetti e le ingiuste insicurezze personali: non hanno motivo di esistere.

fiori e palloncini_modificato-1

Me lo scriverò bene nella mente: Se aiuti qualcun altro, verrai aiutato…è una legge matematica

 P.S. Dimenticavo un particolare importante: san Paolo pone una condizione per tutto questo. La gioia!

frasi-sulla-gioia

 

Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”

 

 

 

Chi desidera essere avvisato su Facebook dei nuovi post che si mettono in questo Blog, può mettere MI PIACE nella pagina  IN TE MI RIFUGIO https://www.facebook.com/intemirifugio  

 



4 commenti su “Se aiuti qualcuno, verrai aiutato: è una legge matematica.”

  1. San Paolo pone come condizione la gioia,ma io è da parecchio che non riesco a provarla,troppi problemi su tutti i fronti ed un senso di desolazione ed impotenza che non mi permette di gioire…..Aiuto comunque gli altri con quel poco che posso,mi rattristo ancora di più leggendo che il mio aiutare è come se fosse sterile perchè non provo gioia

    1. Il post che pubblicherò stasera, sarà il mio modo di abbracciarti. E qui metto una preghiera meravigliosa. A me ha aiutato tanto con le mie paranoie personali…chissà che nons ia di aiuto anche per te?

      PREGHIERA

      Io inquietudine, mai risolta,

      Tu infinita certezza,
      io tormento e paura.
      Tu, riposo e pace.
      Io assente a me stessa
      Tu presenza viva d’amore.
      Io coltivo cupi pensieri
      ma Tu sei eterna calma.
      Per parlarti, o Dio,
      ho solo piccole parole,
      ma Tu per sedurmi
      hai spazi di silenzio.

  2. Carissima,
    grazie per le tue parole affettuose,per il tuo abbraccio e per il tuo sorriso!
    Proprio oggi pomeriggio sono stata all’adorazione e per la prima volta ho provato a stare zitta,a non chiedere.E’ stata dura,ma il risultato è una pace meravigliosa
    Dio ti benedica

    1. Cara Germana, il curato d’Ars passava molto tempo nella sacrestia per preparare laboriosamente le sue prediche, poiché non aveva una profonda cultura. Si stupiva nel vedere ogni sera un contadino, un uomo molto semplice, senza istruzione, che, al ritorno dal lavoro, dopo aver lasciato i suoi zoccoli alla porta, entrava in chiesa, si metteva in un angolo e rimaneva per molto tempo immobile e silenzioso. Il curato d’Ars stesso racconta che una volta non si trattenne dalla voglia di chiedergli: “Ma, amico mio, che cosa fa qui?”. L’uomo gli rispose nel suo dialetto della regione di Dombes: “Oh, signor curato, io lo guardo e lui mi guarda“.
      Chiaro, no?! 🙂
      Hai fatto come quell’uomo…che aveva capito tutto!

Lascia un commento