
È bionda, esile e delicata.
Parla con scioltezza ed in modo coinvolgente.
Ci spiega come vengono fuori quei tessuti morbidi e raffinati.

Ma poi arriva inevitabilmente la domanda da parte dei miei studenti: “Come mai tu sei qui?”
Lei sorride e racconta.
Aveva 15 anni quando ha iniziato a bere.

Solo il sabato sera.
Poi altre sostanze.
Niente di chè.
Poi non più solo il sabato.
Poi non più solo sostanze leggere.
L’iter è sempre lo stesso.

Poi la laurea.
Poi l’assunzione in un importante studio di Milano.
Finalmente è avvocato.
Ma in tutti quegli anni alcool e
sostanze sono diventati compagni di viaggio.

Purtroppo.
Finché il socio più anziano dello studio le dice: “Ora basta. Ti devi far aiutare. Da domani tu non puoi più lavorare con noi. Mi dispiace”

Non è più “niente di chè”
Lei si racconta.
Denuda la sua anima davanti agli studenti.



Canta, danza…
Tutto bene, finchè qualcosa si rompe dentro di lui.


Lui si chiama Marco (lo chiamerò così). La Sindrome di Tourette ha segnato la sua vita. Le prese in giro dei compagni lo feriscono.

Ed ecco la disperata ricerca di amore.
La voglia di gridare: “Ci sono anche io al mondo!”.
E pur di essere accettato, fa di tutto.
Anche un cammino disastroso verso la cocaina.

Che grande ragazzo!
Perché è da grandi raccontare il bello e il brutto di noi stessi, per il bene di chi ascolta!,


Hanno ascoltato storie di errori e di rinascita.





















Federico (la meravigliosa guida) ha
finito l’ultimo incontro con queste parole: “Vi abbiamo raccontato tanto di noi, dei nostri sbagli e della nostra nuova vita. Ora lasciate galleggiare il tutto, dentro di voi. Se in futuro, doveste trovarvi di fronte ad una vostra possibile scelta distruttiva, ripensate a tutti noi e fate la scelta giusta. Buona vita a tutti!” 












