Questa storia non è una favola; è realtà!

Van Gogh - Prato verde“Marta, te lo saresti mai immaginato un finale così?”

Siamo da sole, in mezzo ad un prato sulle colline toscane che, secondo la tradizione, ha visto un miracolo di San Francesco, lì di passaggio. Marta ha 43 anni ed è una delle quattro sorelline minori di Davide.

In quel prato dove San Francesco ha ridato la vista al figlio di cinque anni di un contadino che aveva smesso di lavorare per chiedergli tale grazia supplicandolo in ginocchio, Marta si mette a piangere per la commozione del finale della storia.

Già; la storia.

La storia della sua famiglia e di suo fratello.

E’ una storia che ho avuto il permesso di raccontare. E’ una vicenda che io ho vissuto accanto a loro e di cui sono stata testimone, pur vivendo in due regioni diverse.Van Gogh - Prato verde

Perché la scrivo? Perché sono certa che sarà di incoraggiamento e forza, per tanti altri. E’ il vangelo che si rinnova, attraverso le trame del duemila dopo Cristo, per ricordarci che non siamo stati abbandonati da Dio. 

La prima volta che la famiglia vide Davide ubriaco, era il settembre del 1998.

Van Gogh - Prato verdeDavide era il fratello grande, sposato e, per certi versi, il maschio super amato in mezzo ad una tribù di femmine. Direttore commerciale di successo…matrimonio felice…tre figlie femmine (ancora donne!) …una famiglia d’origine unita alle spalle…eppure…

Eppure la vita è più difficile di quanto possiamo immaginare e spesso sono ardui i sentieri che dobbiamo percorrere. Anche quando tutto ci va bene, il pericolo c’è.

Superman_Gary-Frank-350x250Siamo talmente fragili che la sicurezza economica può distruggere la nostra umiltà…la salute fisica ci può togliere il senso di gratitudine…la tutela dell’immagine che vogliamo dare agli altri, di noi stessi, ha un grande costo interiore…una vita piena di viaggi disorienta la bussola dai punti di riferimento della vita… e sostanze ed alcool possono diventare il paradiso in terra.

All’inizio non te ne accorgi. Credi di aver tutto sotto controllo. Pensi che saranno episodi sporadici. La doppia vita che conduci non ti pesa e, anzi, ti porta quell’ondata di adrenalina che ti fa sentire tanto vivo. 

Poi ogni male presenta il suo conto. Ed il conto di Davide è stato molto salato. 

Superman_Gary-Frank-350x250Piano piano, l’importante azienda di vini in cui lavorava, ha iniziato ad emarginarlo. Non so bene se siano stati i primi problemi aziendali a portare alcool e sostanze nella vita di Davide, o se siano state quest’ultime a creare problemi aziendali…ancora devo riuscire a capire se nasce prima l’uovo o la gallina, figuriamoci se sono in grado di rispondere a questa domanda.

Fatto sta che col passare degli anni, tutta la sua vita crollò.

cornicione--140x180Non fu un crollo improvviso ma un tracollo partito dalle fondamenta, che però non era visibile dall’esterno del palazzo. All’inizio si pensò che fosse bastato un abile muratore per togliere le crepe che erano venute al terzo piano. Poi si sperò che un bravo ingegnere sarebbe riuscito a risolvere gli scricchiolii che facevano pensare al peggio.

Infine quasi tutti si arresero all’idea che, per quanto si facesse, la caduta del palazzo era oramai inevitabile ed in molti, in preda alla paura o alla delusione, si allontanarono dal palazzo stesso, per cercare di non essere coinvolti nel crollo finale. 

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Questa è la storia di una famiglia che ha avuto la forza di non allontanarsi mai e, pur continuando ad avvalersi dell’aiuto di muratori ed ingegneri, ha alzato lo sguardo in alto, verso Colui che tutto può. 

 

alcoolDei ricordi brutti non parlerò molto, ma qualcosa sento di esser costretta a dire, pur cercando di mantenere i limiti del rispetto che si deve ad ogni dolore familiare che nell’ambito del privato deve rimanere. Ma “devo” scrivere anche questo, perché nessuno pensi che il buio di questa famiglia, in fondo, non sia stato abbastanza nero.

Si sa; per renderci conto del passaggio della Grazia Divina nelle nostre vicende, dobbiamo essere convinti che davvero, umanamente, non ci fosse stato più niente da fare. E questa storia è proprio così. 

Ricordo ancora le parole tristi e realistiche del responsabile del Sert, che un giorno mi disse: “Cristina, per Davide oramai non c’è più niente da fare. Io ho visto come è ridotto il suo cervello a causa di anni di abusi di altre sostanze, oltre all’alcool”. E mi diceva quelle parole con una tristezza infinita, per via del suo sincero e profondo affetto verso di lui.

rosay04Ma ricordo anche le parole di una delle sue tre sorelle: “Cristina, è vero che la situazione è senza vie d’uscita. Ma Dio non interviene proprio in queste cose? Per questo ti chiedo un favore: potresti portare questa mia lettera alla Madonnina? So che tu andrai a Lourdes: la Madre di tutti noi la leggerà e qualcosa farà”

Era l’agosto del 2007.

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Non so il numero preciso delle volte in cui ho visto la mamma di Davide in ginocchio, nelle chiese della città, a pregare per il figlio. Io ero lì in vacanza e lei era lì, concentrata sull’Alto.

 

E non ricordo nemmeno quante volte Davide abbia promesso: “Ok, Ora basta! Ora ricomincio una nuova vita”, per poi deludere nuovamente la speranza appena nata nella sua famiglia.

 

depressioneRammento invece la disperazione di Davide quando il buio prendeva il sopravvento nel suo cuore e lui si vedeva solo come il disastro della famiglia, con niente di buono dentro. Era in quei momenti che anche tagliarsi la pelle con la lama infuocata di un coltello, lo faceva sentire l’ennesimo fallito: neanche buono a suicidarsi.

Il Sert, i ricoveri forzati, le varie cliniche per disintossicarsi, i cammini psicologici, i libri sul pensiero positivo…tutto si è tentato.

E tutto veniva tristemente inframmezzato da fallimenti.

Gli incidenti stradali, le telefonate al padre da parte di creditori che volevano risarciti i soldi prestati, la madre costretta a chiedere denaro alle altre figlie per poter fare la spesa, una testimonianza data in un Tribunale toscano che ha messo in ginocchio anche la sorella che non avrebbe mai creduto di dover sperimentare tanta tristezza…

takabisha-montagne-russeAlti e bassi come una montagna russa senza fine, dove il respiro mancato per la paura della discesa si alternava alla fatica della salita. E la pianura non si vedeva mai.

Un po’ di riposo, mai!

Sempre con il terrore della telefonata che avvisava dell’ennesima situazione pericolosa.

La separazione da sua moglie è stata probabilmente, per Davide, l’ennesima prova del suo mancato valore come persona.

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Uno zero paccato a cui nessun “uno” si sarebbe mai avvicinato, per trasformarlo in “dieci”. Chi poteva mettere quell’“uno”, se non Colui che è davvero l’Unico, l’“Uno” con la U maiuscola. Colui che è capace di contare solo fino ad “uno”, avendo in mente non l’umanità intera, ma Davide! 

 

 

E dalla follia della fede durata sedici anni, dalle preghiere fatte con le lacrime rosay04disperate, dai sogni premonitori della mamma di Davide che raccontavano la Comunione dei Santi meglio di qualsiasi libro di teologia(un giorno vide i suoi genitori che l’abbracciavano e piangevano con lei), dalla consacrazione della famiglia fatta alla Madonna di Loreto, dall’amore delle sorelle verso Davide che è stato sempre più forte del giudizio critico farisaico, è scaturita la Luce.

La Luce vera.

Quella che illumina ogni uomo. 

untitledQuando tutto il nero aveva invaso oramai ogni anfratto ed il papà e la mamma di Davide si stavano oramai indebolendo per le preoccupazioni subìte e la vecchiaia incombente, Davide è rinato. 

Vi salto i vari passaggi ed arrivo al lieto fine.

E’ così bello raccontare un lieto fine potendo dire: non è Andersen che vi sta parlando e nemmeno uno dei fratelli Grimm, ma solo Cristina. Una donna fortunata che, accolta con affetto e fiducia all’interno di una famiglia, ha potuto vivere e vedere in prima persona, cosa può una preghiera instancabile. 

image_previewDavide, contro ogni pronostico, è risorto a vita nuova.

L’alcool e altre sostanze che uccidono, sono uscite definitivamente dalla sua vita.

Oggi sta facendo un Corso  di Formazione in Assistenza Sanitaria per O.S.S. e, nel frattempo, mette in pratica gli studi, con i suoi due genitori anziani. Quel papà che tante volte ha tenuto la mano del figlio, nelle varie situazioni difficili, ora è aiutato dal figlio, per camminare.

father-son-310x193La mia amica, la scorsa settimana, mi ha mandato una foto su WhatsApp: il papà stava facendo a fatica le scale dell’atrio principale del suo palazzo e Davide lo stava aiutando per arrivare all’ascensore.

Quell’immagine l’ho ingrandita per assaporarne il sogno.

Per sedici anni quell’immagine è stato un sogno, un’illusione, una speranza, una favola ma ora è realtà.

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Il papà di Davide non dovrà mai più preoccuparsi di niente; la mano forte di suo figlio, lo proteggerà, finché Dio vorrà. E’ arrivato il suo turno di essere protetto.

La mamma di Davide non dovrà mai più preoccuparsi per il futuro, perché quel suo figlio è stato partorito da lei per due volte: la prima volta con le spinte del suo corpo, la seconda volta con le spinte delle sue preghiere. Ed è stata proprio la mamma che il Lunedì dell’Angelo, con le lacrime agli occhi (questa volta di gioia!), al telefono mi ha detto: “Cristina, è un miracolo!!!”

 

Davide che sostiene, organizza, consiglia, non giudica; semplicemente ama.

gabbianoDavide che mi aiuta, con il suo esempio, a sperare di poter vincere anche io la mia battaglia contro Golia.

Davide che, a causa delle conseguenze dei suoi errori, sa bene che amare è ben più costruttivo che giudicare.

Davide che, per me, è un esempio ben più grande di tanti uomini di parrocchia che, proprio per la loro vicinanza alla sagrestia, sono certi di capirne sempre una più del diavolo.

Davide a cui voglio tanto bene, anche se non gliel’ho mai detto. 

Ora Davide, con l’aiuto che sta dando ai suoi genitori, sta mettendo il balsamo del perdono su quelle ferite interiori che gli dicevano: “Sei un figlio da fare schifo!”.

Con l’inaspettata telefonata dell’ex moglie che gli ha chiesto aiuto per una figlia con problemi scolastici, sta p1010211ricostruendo la sua immagine di padre, anche ai suoi occhi! 

Si sta riappropriando della sua vocazione di Figlio di Dio dove, ognuno, sa di avere il suo posto unico ed irripetibile.

il_figlio_prodigo2Perdonare se stessi è la cosa più difficile che ci sia e Dio sa bene come poterci aiutare per farci capire che noi non siamo stati la sua delusione.

Il Padre ci mette in mano gli strumenti perché noi comprendiamo con forza che la nostra nascita è stata desiderata dal Cielo da sempre. 

Ed a me pare di sentirlo il Papà grande che è nei cieli che dice agli angeli e ai santi: “Venite e facciamo festa! Perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato!”

 

“Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatto, le quali se si scrivessero ad una ad una credo che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero” (Giovanni 21:25)

 

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