Quante cose ci racconta il Bernini con la sua “Estasi di santa Teresa”!

“Cara Cristina grazie per il post sulla preghiera pieno di luce… io che vivo a Roma andavo spesso ad ammirare a S.M.della Vittoria l’Estasi di S.Teresa del Bernini…mi aiutava nella preghiera…perché se ogni giorno, con pazienza certosina, arrampicandoti (!!!), cerchi di trovare un minuto con lui…il nostro piccolo orizzonte cambia…diventa…immenso(!)e forse arriviamo a modo nostro, solo nostro, …all’abbandono stupendamente scolpito dal Bernini di s.Teresa”

 

Erano gli anni in cui Dan Brown aveva attirato l’attenzione del mondo con il suo libro “Angeli e demoni” (preceduto dal famosissimo “Il Codice da Vinci”) ed a livello planetario tutti erano impegnati a definire quanto ci fosse scritto di storicamente attendibile.

A scuola tutti i ragazzi chiedevano…

In rete tutti sentenziavano…

I suoi libri con abilità intrattenevano…

Ed in effetti l’americano Dan Brown, con un insolito intreccio tra pura fantasia e realtà storica, con una trama colma di ingegnosi quanto paradossali colpi di scena e uno stile narrativo disinvolto ed efficace, era riuscito a creare quel successo mondiale intitolato Angeli e Demoni”.

Alla fine, in quell’anno scolastico, decidemmo insieme all’altro collega di religione, di organizzare una giornata a Roma portando i ragazzi a fare il cammino della setta segreta citata nel libro: gli Illuminati!

La tesi del romanzo era che uno degli artisti più in auge nella Roma barocca, Gian Lorenzo Bernini, avesse fatto di alcune delle sue opere artistico-architettoniche, dei segni visibili di un percorso iniziatico formato da quattro “altari della scienza (così chiamati dagli Illuminati).

Il protagonista del romanzo si ritrovava a fare tale cammino (ovviamente, tra mille vicissitudini).

Visto che tanti nostri studenti avevano letto quel romanzo, noi volevamo trasformare tale lettura in un’occasione da sfruttare.

E così scegliemmo di non metterci in contrapposizione con i nostri giovani lettori (contrapposizione che, a quei tempi, sorgeva ovunque si nominasse Dan Brown), ma di utilizzare la loro curiosità verso questi quattro luoghi, per immergerli nel vero mondo del Bernini.

In quella passeggiata romana, io avrei dovuto illustrare l’Estasi di Santa Teresa.

La mia tappa si rifaceva all’elemento del fuoco.

La spiegazione l’avrei quindi dovuta fare in una delle chiese meno frequentate dai turisti: Santa Maria della Vittoria. Una chiesa seicentesca che, se architettonicamente non rappresenta quanto di meglio sia stato realizzato in quel periodo nella capitale, nasconde però un’incredibile scenografia marmorea nella cappella Corsaro: l’estasi di Santa Teresa d’Avila.

Un capolavoro!

L’elemento “fuoco” è rappresentato dal dardo infuocato con cui l’angelo colpisce il cuore della santa sotto l’effetto di un’estasi mistica.

Quell’estasi mi ha sempre impressionata.

Il grande Bernini, tra il 1647 e il 1652 (periodo della realizzazione dell’opera marmorea) si concentrò su alcune righe scritte da Santa Teresa d’Avila nella sua “Autobiografia” (XXIX, 13):

«Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l’angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio

 

Gianlorenzo Bernini lesse queste righe.

Le lesse e le rilesse ancora.

Capì che lì vi era racchiuso un segreto.

Esse raccontavano il battito amoroso del cuore di Dio.

In quelle righe c’era il suo ritmo appassionato.

Teresa D’Avila era stata toccata dalla punta di una lancia misteriosa.

In quella punta era concentrata una luce, un fuoco… qualcosa che ardeva non di fiamma ma d’amore acceso.

Un amore forte, travolgente, ardente, struggente, sensuale… Una specie di vortice erotico amoroso che trascinava Teresa all’interno del nucleo splendente di Dio, facendola star male per il troppo amore che le entrava dentro ma, contemporaneamente, facendola godere.

In quei momenti in cui l’angelo sembrava far penetrare in lei la punta di fuoco di quella lancia, Teresa provava una tale gioia che in terra non esiste un simile appagamento.

Io ho provato ad immaginarlo, mettendo insieme tutte le gioie e gli amori del mondo.

Nella mia mente ho messo insieme la gioia di un primo bacio, l’entusiasmo per una gara vinta, la felicità per un esame superato, i brividi per un orgasmo appassionato, la tenerezza per un figlio appena nato, la felicità per un abbraccio arrivato, l’ebrezza per una vetta raggiunta

Ho moltiplicato tutti gli amori che mi venivano in mente per i miliardi di creature umane che sono (e sono state) sulla terra e…

E alla fine mi sono dovuta arrendere all’evidenza di non essere razionalmente in grado di capire il nucleo del cuore di Dio.

Per questo quando mi capita di vedere L’Estasi di Santa Teresa D’Avila del Bernini, sono affascinata dalla sua bocca.

Una bocca semiaperta che richiama più un’emozione sensuale che non la “classica” preghiera.

Tale passionalità è talmente evidente nell’opera marmorea, che non pochi visitatori dell’epoca rimasero meravigliati e/o scandalizzati.

Renan, con un’ironia facilona, dopo averla vista disse: «Se questa è un’estasi mistica, conosco molte donne che l’hanno vissuta». E la stessa ironia la usarono sia il conte de Brosses («Se questo è amore divino, io lo conosco bene!») che quella sobria personcina del Marchese de Sade («Si stenta a credere che si tratti di una santa»).

Eppure…

Eppure io sono sempre rimasta affascinata da quelle parole misteriose di Teresa D’Avila.

Mi sono sempre sembrate un potente invito a non racchiudere Dio in uno spazio umano (che fosse una chiesa o un pensiero), ma lasciarlo libero di spaziare oltre ogni confine immaginabile.

Dio è.

Dio è amore in azione.

Agisce in ogni “quando” e in ogni “dove”.

E’ in ogni latitudine razionale ed in ogni longitudine intuitiva.

E’ in ogni colore, in ogni nota musicale, in ogni alba ed in ogni notte, attraversando tutti i tramonti delle nostre vite ed entrando in ogni alba che ci aspetta.

E’ un pensiero inebriante immaginarci Dio come un seduttore.

E chi da Lui è stato avvicinato, ne parla proprio così: Tu mi hai sedotto o mio Signore ed io mi sono lasciato sedurre da te” (Geremia 20)

Nella vita di tutti c’è un momento in cui Dio permette ad un angelo di avvicinarci la punta della freccia con il Suo Fuoco.

Sono attimi di seduzione.

In quei momenti non esiste più la teologia o la psicanalisi, la filosofia o i nostri studi.

Esiste solo un misterioso tocco che ci fa sperimentare Dio come un Essere seduttore ed affascinante da cui non vorremmo più allontanarci.

Sono attimi sacri che qualche volta durano secondi e qualche altra volta giorni.

E’ la Presenza.

E’ la forza che ci fa cadere da cavallo mentre trottiamo sicuri verso Damasco.

E’ la luce che ci rende forti tra una notte e l’altra, quando non avremmo neanche la forza di accendere una candela.

E’ la gioia suprema che si avvicina a noi, facendosi riconoscere come Colui che è.

Non è autosuggestione.

Chi lo ha provato, lo sa.

Santa Teresa lo racconta.

Il Bernini lo scolpisce.

L’artista, quando il cardinale Federico Cornaro lo chiama per affidargli la realizzazione della sua cappella di famiglia, si rende conto che ha finalmente la possibilità di una rivincita verso l’atteggiamento tiepido che Papa Innocenzo X aveva nei suoi confronti.

Vuole stupirlo.

Lui, architetto e scultore, mette in moto tutta la sua inventiva per sbalordire.

E ci riesce!

E ne andrà talmente fiero che Filippo Baldinucci, nella biografia dell’artista, scriverà: il Bernini medesimo era solito dire … essere stata la più bella opera che uscisse dalla sua mano

Mette a frutto la sua esperienza di organizzatore di spettacoli teatrali, trasformando la cappella in un mini teatro. D’altra parte l’arte barocca aveva il gusto della teatralità ed il Bernini non ci pensa due volte a mettere un trucco scenico nel luogo che avrebbe ospitato la Transverberazione di santa Teresa.

Apre una finestra con i vetri gialli, su una parete, in alto. I visitatori non l’avrebbero vista ma i raggi luminosi che, attraverso di essa, si sarebbero riversati sull’opera marmorea, sì!

Una fonte di luce naturale, pensata come un riflettore che avrebbe conferito un senso realistico al fascio di luce di bronzo dorato messo dietro l’opera d’arte.

Quando il visitatore sarebbe entrato nella penombra della chiesa, il suo sguardo doveva subito sentirsi attratto da quel fascio di luce che fuoriusciva dalla cappella alla sinistra dell’altare.

Anche la freccia originaria tenuta dall’angelo (ora purtroppo sostituita da un semplice dardo) era formata da dei raggi che uscivano dalla sua punta, a rappresentare il fuoco del grande amore di Dio (come diceva santa Teresa nella sua autobiografia).

La mistica è adagiata come su una vaporosa nuvola che la sta trasportando verso il cielo.

La bravura del Bernini ha saputo trasformare un blocco di marmo nel vestito ampio e vaporoso di Teresa, facendolo sembrare morbido, setoso ed in movimento. Un movimento che, grazie ad un virtuosismo tecnico, sembri lasci cadere il tessuto in modo dinamico, con le sue pieghe contorte e vorticose. Il marmo sembra cera e quel tessuto sembra quasi in volo.

E ci credo che il Bernini la reputasse la sua migliore opera!

Ma la cosa più bella è il viso della santa.

Da incanto!

Lui, come dicevamo all’inizio, legge e rilegge le righe di santa Teresa e la raffigura abbandonata tra le braccia dell’Amore. Il suo corpo sembra esanime, i suoi occhi socchiusi sembrano vedere altro e le labbra semi aperte sembrano gemere.

Ricordate le parole di santa Teresa?

“II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata”

L’angelo la penetra con la Luce di Dio ed il suo Amore la travolge.

Ma se alzate lo sguardo leggerete la frase più bella che un Dio innamorato possa dire alla sua creatura.

Vi è un cartiglio tenuto da angeli con l’iscrizione che è la chiave di volta dell’intera composizione: “Nisi coelum creassem ob te solam crearem” (“Se non avessi creato il cielo, per te sola [Teresa] lo creerei”), che è un’espressione che la santa spagnola si sentì ripetere dallo stesso Gesù apparsogli in visione.

Tutta la Cappella è illuminata da questo annuncio: Teresa ama Gesù; Gesù ama Teresa; Teresa entra in Paradiso, Gesù la vuole in Paradiso.

Lo scritto di santa Teresa che ci ha accompagnato per tutto il post, prosegue così: Nostro Signore, il mio sposo, mi procurava tali eccessi di piacere da impormi di non aggiungere altro oltre che a dire che i miei sensi erano rapiti”.

Grazie Santa Teresa per averci raccontato come Dio ci ama.

Uno ad uno.

Allora ora farò un gioco di fantasia spirituale.

Farò finta che quello che tu hai scritto a Suor Maria Battista, priora di Valladolid, il 2 Novembre 1576, tu l’abbia in realtà scritto a me.

 

Niente ti turbi, niente ti spaventi.

Solo Dio basta.

Tutto passa, solo Dio non cambia mai.”

 (S. Teresa d’Avila).

 

P.S. Chi vuole, può emozionarsi ascoltando l’emozionante versione live di “Nada te turbe”, musicata e cantata dalla grandissima Giuni Russo ed eseguita all’Auditorium di Milano nel 2001. https://www.youtube.com/watch?v=zlG8HUPyPTY

 

Chi desidera essere avvisato dei nuovi post che si mettono in questo Blog, può mettere “mi piace” nella pagina facebook “In te mi rifugio” https://www.facebook.com/intemirifugio o iscriversi alla mailing list.  

La pagina Facebook dedicata al libro è:https://www.facebook.com/intemirifugio.it/   14915612_1002423623217969_4965364228076507795_n

Acquistare il libro “IN TE MI RIFUGIO” è semplice! O in una qualsiasi libreria (se ancora non ce l’hanno, basta ordinarlo: “In te mi rifugio”, Casa Editrice Shalom, codice del libro: 8745, il costo è 7 euro)  O chiamando direttamente la Casa Editrice Shalom (Numero Verde 800 03 04 05) – tenendo conto che per ordini inferiori a 12 euro si pagano le spese di spedizione  http://www.editriceshalom.it/it/catalog/product/view/id/12479/s/in-te-mi-rifugio-riflessioni-sulla-vita-e-sulla-fede-in-punta-di-mouse/category/1500/ O su IBS https://www.ibs.it/in-te-mi-rifugio-riflessioni-libro-maria-cristina-corvo/e/9788884044211 O su Amazonhttps://www.amazon.it/rifugio-Riflessioni-sulla-punta-mouse/dp/8884044219

 20161216_154739Il libro “Nei luoghi di Francesco per incontrare Dio” è in vendita nel sito http://www.if-press.com/It/Libro/7/22/Nei_luoghi_di_Francesco_per_incontrare_Dio

 

Lascia un commento