Prof, io non sono una perla e sento di non valere niente

ansia-e-solitudine“Prof, non so bene come iniziare questa lettera perché non sono molto brava con le parole. Oggi la domanda che le ho fatto a scuola, non è nata dalla semplice curiosità suscitata da una bellissima lezione, ma da un susseguirsi di eventi che mi hanno portato a pensare che non possa nascere una perla dal vuoto.

Perché è così che mi sento io; vuota, senza niente di speciale.

Il mio essermi sentita usata dai “cosiddetti amici” mi ha resa fragile interiormente…

Ascoltare le parole dello psicologo che, a scuola, parlandoci della crisi, ci ha invitati a vedere nelle difficoltà un’opportunità per far emergere appieno le nostre capacità, mi ha distrutta, perché in me non vedo nessuna capacità particolare…

Ogni cosa, intorno a me, mi ricorda come io sia infelice, senza talenti o potenzialità. Come ciliegina sulla torta ieri sono stata bocciata per la seconda volta all’esame della patente e ho avuto un crollo. Sono scoppiata a piangere mentre, nella mia testa, si faceva avanti la convinzione di non essere neanche così intelligente come  voglio far credere agli altri e che le cose che sono riuscita a fare fino ad ora siano dovute ad una grande dose di fortuna.

L’intelligenza è l’unica cosa che più o meno sentivo mia, l’unica cosa che mi sembrava un pochino appropriata… ma senza nemmeno quella, cosa sono?

Questi pensieri ne hanno portati tanti altri, come per esempio il fatto che io non serva a niente e che sia inutile. Non voglio deludere le persone e se l’intelligenza era l’unico dono che sentivo di avere, adesso cosa mi resta?

Non mi sembra di essere coraggiosa, simpatica, dolce o generosa e, guardandomi  in giro, riesco solo a vedere come gli altri siamo migliori di me. Sembra che a tutti venga naturale essere delle persone stupende. La sua lezione di oggi è caduta proprio alla perfezione. 

Questa non è la prima volta che mi sento così; mi era capitata la stessa cosa circa un anno fa.  In quel frangente l’unica cosa che è riuscita a risollevarmi è stato un libro meraviglioso.

Era come se l’autore avesse preso i miei pensieri e li avesse scritti in un modo così semplice e perfetto. Mi ritrovavo nei pensieri, nei dialoghi e in tutte le pagine del libro. Il titolo del libro era: “Bianca come il latte Rossa come il sangue”.

So che i problemi più importanti sono altri … e che non dovrei sentirmi così con i miei due genitori fantastici che fanno mille sacrifici per me e mi amano…so che le mie amiche ci sono per me più di quanto meriti…  ma non posso fare a meno di sentirmi come se fossi il nulla; come se fossi Bianca.

Quindi le faccio questa domanda prof: “Come fa a nascere una perla, se dentro sei vuota?

P.S.scusi per i vari errori, ma l’ho scritto di getto, altrimenti non credo che avrei trovato il coraggio”

 

Carissima e dolcissima Irene,

certo che noi umani siamo davvero molto complessi! Chi riuscirà mai a conoscerci per bene?

A scuola tu sei una delle allieve più brave, da sempre! Hai quel carattere dolce ma determinato, che ti rende una roccia stabile, agli occhi di tutti.

conchiglia-d-ostricaPoi io faccio una lezione sulle perle e sul fatto che ogni essere umano cresce con lo stesso meccanismo della perla…e tu mi apri lo scrigno per far vedere che il tuo, purtroppo, è vuoto.

Non c’è e non ci sarà mai nessuna perla.

Ora, se ci fosse qui qualche bravo psicologo, ti scriverebbe una bella risposta sull’autostima (tema sempre attuale nella vita di tutti noi!) ma ti assicuro che se fai una ricerca su internet, troverai centinaia di link sull’argomento.

Io vorrei dirti qualcosa di diverso…almeno ci provo. Sono le cinque del mattino e tu sei nei miei pensieri, più che mai.

Pensavo tra me e me: dove si fonda la stima di sé?

Sappiamo oramai che un decisivo apporto è dato dall’amore ricevuto fin da piccoli, ma basta questo a spiegare come mai, né i titoli raggiunti, né il numero degli amici, né i beni, né i riconoscimenti o lo status professionale, riescono a garantirci questa benedetta autostima, di cui tutti abbiamo bisogno?

E guarda, Irene, che sentirsi una perla preziosa, è un’esigenza di ogni essere umano che è su questa terra!

bassa_autostimaNon c’è status sociale, età o sesso, che possa dirsi esente da questa profondissima esigenza: amarci e stimarci! 

Questa nostra profonda ricerca di amore, si trasforma in una caccia al tesoro continua!

Lo scrigno prezioso che cerchiamo, lo vogliamo conquistare  attraverso  l’apprezzamento e l’accettazione da parte degli altri.

Se non c’è questa accettazione, si creano vuoti che spesso riempiamo con paure. E la paura, si sa, non piace a nessuno.

La Bibbia, fin dall’inizio, ci avverte che i problemi circa la stima di sé, sorgono quando cominciamo a fare i paragoni con gli altri, perché questi nascono dalla non accettazione di ciò che si è!

Ricordi Caino ed Abele?

Il primo omicidio della storia è nato da un paragone: Caino non si sentiva amato da Dio quanto Abele. Le sue offerte non erano gradite a Dio, quanto quelle di Abele.

Da lì è nato tutto.

Quante volte vorremmo eliminare le persone che ci fanno sentire di serie B?

autostimaLa serie B non fa per noi (ed è giusto così!): noi vogliamo vincerlo il campionato della vita! 

Gli esperti dicono che per vincere la Coppa dell’Autostima, sono necessarie almeno tre caratteristiche:

l’amore di sé  (e questo deriva dall’amore che abbiamo ricevuto nell’infanzia);

la visione di sé (cioè la forza interiore che ci permette di raggiungere gli obiettivi cui aspiriamo, nonostante le avversità);

la fiducia in sé (che cresce con i piccoli successi della vita quotidiana; “cibo” fondamentale al nostro equilibrio psicologico, proprio come il nutrimento e l’ossigeno lo sono per il corpo). 

Eppure, finché continuiamo a fare paragoni con gli altri (spesso visti come potenti possessori di doni preziosi a noi negati), nessuno psicologo e nessuna terapia  potranno mai risolverci il problema di fondo: Esisto e voglio amoreee!!!”. 

Ti rifaccio la domanda iniziale: ma dove nasce la nostra autostima?

Quale montagna devo scalare, per trovare lo scrigno dell’accettazione di me?

Quanto in profondità devo scendere, per recuperare nella mia anima dei motivi super validi per amarmi così come sono? 

“Considerate i gigli del campo…”: hai mai letto questa frase di Gesù (Matteo 6,28)?

Gigli-con-sfondo-rosaVorrei portarti con me, con il teletrasporto (ma quando lo inventeranno!), in un meraviglioso campo di gigli. Immaginali accarezzati da una leggera brezza.

Lascia che  quello stesso vento accarezzi anche il tuo viso: rilassati… guarda…aspetta…respira profondamente…riguarda…attendi con pazienza che quella visione di gigli del campo diventi l’intera umanità! 

Siamo creature di Dio come quei gigli, anzi: di più!!!

Ti prego: continua a guardare i gigli!

Ascolta Gesù che dice che neanche Salomone (il più importante e ricco re del popolo ebraico) ha mai avuto un vestito così bello come quei gigli.

Siamo meravigliosi come quei gigli, anzi: di più!!!

Siamo seduti sul trono della gloria di Dio e non ci facciamo caso! Non c’è differenza tra ricco e povero, sano o malato, bello o brutto, grasso o magro: siamo tutti gigli, anzi: di più!!! 

Dio stesso, carissima Irene, ti ha voluta!

Non penserai mica che tra tutti i miliardi di spermatozoi, sia stato un caso che sia nato proprio il tuo bisnonno…poi quel tuo nonno lì…poi il tuo papà…e poi te? E lo stesso esempio vale per la tua mamma, ovviamente (prima che qualche femminista si ribelli alla mancanza di par condicio dell’esempio)

Sei il risultato di miliardi di possibilità! Per secoli proprio quello spermatozoo lì si è dovuto incontrare proprio con quell’ovulo lì; generazione dopo generazione, per arrivare a far nascere te.

il_motto_della_caritaQualcuno pensa che noi proveniamo dal caso, ma la Bibbia è molto chiara: ognuno di noi è stato voluto da Dio, dal principio! 

Ogni nostro passo fa risuonare l’Eternità da cui proveniamo!

Ogni lacrima che versiamo, fa emergere la nostalgia per questo luogo paradisiaco, dove l’amore è e sarà  sempre! 

E Dio, dopo aver innescato un effetto domino di millenni, fatto di preziose concatenazioni, sarebbe arrivato a far nascere te, unica sua creatura senza la perla al suo interno. Pezzo difettoso della fabbrica divina.

Dio, con te, avrebbe dunque fallito?

E tu , quindi, saresti finalmente la riprova vivente che anche Dio, nel suo piccolo, può sbagliare? 

Carissima Irene, sì, a volte capita di sentirci gli unici sfigatissimi sulla terra!

Le uniche ostriche nate senza la perla, perché dimenticate anche da Dio.

In quei momenti sfoghiamoci pure…arrabbiamoci…piangiamo…diamo anche un po’ di matto…

Ma poi riprendiamo in mano la situazione (e in questo credo molto nel potere della preghiera e dei sacramenti) per rivederci così come siamo: preziosissimi!

manoangelicaRicordi la domanda con cui avevo iniziato questa lettera per te? Cioè “da dove nasce la stima per sé”? Nasce dal sentirci creature preziosissime di Dio!

Quando ci paragoniamo agli altri e permettiamo al veleno del confronto di entrare nel cuore e nei nostri pensieri, dimentichiamo questa verità e fondiamo la nostra stima sulle cose esteriori. 

Il contatto con Dio, invece, ci rieduca lo sguardo, facendoci leggere il vangelo per quello che è: la Parola Creatrice che illumina l’essenziale (ricordi? L’essenziale è invisibile agli occhi!), distogliendo il nostro cuore da ciò che costituisce motivo di preoccupazione ed ansia (come invece avviene nella logica del confronto)

2e19296fff37693b165ff7a369d6fd8b-300x199Allora diventiamo davvero liberi!

Liberi di concentrarci su ciò che sembra non contare nulla, ciò che si vorrebbe buttare via con troppa leggerezza: la propria fragilità, la debolezza, il vedersi collocati nella scala della considerazione sociale agli ultimi posti anziché ai primi.

Quando Gesù ci ha detto che “La verità ci farà liberi” intendeva questo!

E siccome è Gesù la Verità, allora siamo già a metà della soluzione: basta rivolgersi a Lui e siamo certi che non saremo delusi!

Il 25 giugno 2011, per la solennità del Corpus Domini, Jorge Mario Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, fece un’omelia bellissima spiegando che l’eucarestia è la sorgente della nostra vera autostima!

eucaristia«Il Corpo di Cristo è il vincolo che ci mantiene uniti, il Sangue di Cristo, il prezzo che pagò per salvarci, è il segno del nostro valore. E allora mangiamo il Pane della Vita che ci mantiene uniti come fratelli, come Chiesa, come popolo fedele di Dio. Beviamo il Sangue con il quale il Signore ci mostrò quanto ci vuole bene, ci desidera. E così manteniamoci in comunione con Gesù Cristo, affinché non ci disgreghiamo, non sminuiamo il nostro valore, non ci disprezziamo».
Chissà quante persone sanno che fare la comunione è come andare alla sorgente di una salutare stima di se stessi!

Essa libera il cuore degli uomini dalle insidie uguali e contrarie dell’auto-demolizione e dell’auto-esaltazione, perché “il Sangue di Cristo, quello che versò per noi, ci fa vedere quanto valiamo”!

1460276_10202376001072257_1138997377_n 1424385_10202376006152384_1331502294_n 1450811_10202376007992430_2000139358_n 1451426_10202376010352489_544871666_n 1456789_10202376004472342_372740298_n 1459789_10202376001992280_1819433027_n“A volte noi – continuava l’arcivescovo di Buenos Aires – ci valutiamo male. Prima ci crediamo i migliori del mondo e poi passiamo a disprezzarci, e così andiamo da un estremo all’altro. Il Sangue di Cristo ci dà la vera stima di noi stessi, la stima di sé nella fede: valiamo molto agli occhi di Gesù Cristo. Non perché siamo di più o di meno degli altri, ma perché siamo stati e siamo molto amati!».
«La presenza di Gesù – aggiungeva Bergoglio nella sua omelia per il Corpus Domini del 2011 – sempre contagia di allegria. L’allegria del Vangelo, l’allegria del perdono, l’allegria della giustizia, l’allegria di essere commensali del Risorto! Quando lasciamo che lo Spirito ci riunisca insieme nella mensa dell’altare, la sua gioia scende nel profondo del nostro cuore e i frutti dell’unità e della stima tra i fratelli germogliano, scaturiscono spontaneamente in mille forme creative».

Dolcissima Irene, salta pure di gioia!

Tu vali tanto non perché lo pensi tu o perché te lo dice qualcun altro…ma perché Dio stesso ti ha voluto e guai a chi ti tocca!!!

 

P.S. Tu lo sai che il 30 marzo 2014 faremo lo spettacolo in teatro, vero? E tu lo sai chi ho chiamato, chi ti farò conoscere e con chi ti farò parlare, vero? La tua prof di religione ti sta organizzando un bell’incontro con Alessandro D’Avenia, l’autore del libro che ti aveva ritirata su di morale! Forza e coraggio; faremo una colazione insieme e ci faremo anche una foto (oltre che una bella chiacchierata!)

P.S. del P.S. le immagini che ho messo per ultimo le ho scattate all’adorazione eucaristica che facciamo ogni lunedì sera a San Filippo: sempre più giovani vengono…pensaci anche tu!

 

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