Perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te

Salve prof! Come sta?? ❤️

Scusi per l’ora innanzi tutto… Questa volta vorrei essere breve ma come mio solito so già che mi dilungherò! ???? 

Questa sera, parlando con una mia amica, è uscito fuori il discorso delle canzoni della chiesa.

Premetto che sono diversi anni che non frequento. Diciamo che ho avuto un periodo da piccola in cui credevo, poi con l’adolescenza questo si è perso. Dopo la morte di mia nonna avevo ripreso ad andare messa (forse perché lei era molto credente, quindi mi sentivo in dovere di farlo), però poi ho smesso di nuovo. 

Non riesco a capire se credo o meno, mi sembra così tutto surreale che da 2000 anni si parli di Gesù, Maria, Dio…

Il fatto però è che a volte sono affascinata e altre volte non ho voglia di ascoltare questa “storia”.

A volte credo nei miracoli che Gesù ha fatto e altre volte li trovo impossibili, li trovo gesti non umani.

A volte mi piacerebbe ascoltare la parola di Dio e altre volte vorrei non saperne nulla della chiesa. 

Secondo lei è solo questione di parroco?

Quello che c’è stato a *** fino all’anno scorso inizialmente mi piaceva, era simpatico, rendeva il tutto più leggero. Però poi più volte, dall’altare *************** 

Ritornando alle canzoni, ci siamo inviate alcuni titoli, ne ho ascoltate diverse e tutte, non so per quale motivo, mi hanno trasmesso qualcosa, delle sensazioni positive, come se non riuscissi poi a fare a meno di quella musica. Ero davvero emozionata.

Mi stavo chiedendo (e questa sarebbe la vera domanda) se questa voglia di ascoltarle deriva semplicemente dall’amore che ho per la musica o se magari potrebbe essere una sorta di preghiera, in modo indiretto, non essendo appunto molto credente. 

Diciamo che questi sono pensieri molto personali, in realtà non so nemmeno se ha capito qualcosa di quello che vorrei dire. 

Ovviamente non mi aspetto che lei mi dica “si, sei credente/no, non sei credente” perché è difficile dare una risposta dopo aver letto qualche riga, però non so, magari questi dubbi le sono passati per la mente anche a lei e può aiutarmi in qualche modo a capirci di più! 

Detto questo, le auguro una buona giornata e le mando un forte abbraccio ❤️ 

Ps. Mi mancano tantissimo le sue lezioni e parlo di lei a tutti! Come mi ha ridotta prof. Ahahah le voglio bene, buon 2021!

 

Carissima Claudia, hai ragione: non ti dirò se sei o non sei credente.

Nessun di noi appartiene ad una o all’altra categoria.

Quasi che la spiritualità si potesse ridurre ad un gruppo di pensieri razionalmente comprovabili una volta per sempre.

Ognuno di noi è in continua ricerca, dal primo all’ultimo respiro.

La logica dell’anima, infatti, è molto più vasta di un’equazione matematica.

Quanto più vasta?

Infinitamente.

Puoi quindi immaginare quanto sia sbagliato inscatolarla all’interno di uno spazio deciso da noi?

Dogmi, religioni, culture…

 

 

La logica spirituale vola e viaggia come il vento.

 

 

 

E’ come un fuoco che sprigiona scintille di emozioni, intuizioni, desideri ed idee!

Ogni lampo di Luce proviene dal Fuoco dell’universo.

 

Chi intuisce” questo movimento divino, sente dentro di sé qualcosa” che non può spiegare con l’alfabeto umano.

Ne sa qualcosa Dante che, nel XXXIII canto del Paradiso, quando si trova a sfiorare Dio, rimane letteralmente senza parole.

Anche lui è costretto ad ammettere di non avere l’alfabeto adatto per poter spiegare quel che lui ha visto e provato.

Allora tenta di dare una giustificazione a quel suo balbettare, dicendo: “Capitemi! Non è che non voglio raccontarvi com’è Dio, ma è che non so proprio come spiegarvelo. E’ come quando si fa un sogno. Ci svegliamo, ci ricordiamo le emozioni, ma non rammentiamo i particolari. Così sono messo io: la mia testa non è in grado di ricordare i particolari. Non so quindi spiegarmi bene. Però, dopo quella visione, mi è restata nel cuore una dolcezza infinita!” 

“Qual è colui che sognando vede,

che dopo ’l sogno la passione impressa

rimane, e l’altro a la mente non riede, 

cotal son io, ché quasi tutta cessa

mia visïone, e ancor mi distilla

nel core il dolce che nacque da essa” 

Lo ripeto: la nostra anima è fatta per spaziare.

Lo sanno bene gli artisti ed i mistici, cioè coloro che hanno dato libertà di circolazione alla loro intelligenza intuitiva ed emotiva.  

E qui entra in gioco la musica: l’arte intuitiva ed emotiva per eccellenza.

La musica è per l‘anima quello che la ginnastica è per il corpo, diceva Platone.

L’inesprimibile ha scelto la musica per entrare piacevolmente nel nostro mondo interiore e parlargli con un alfabeto più adeguato.

“Dove le parole non arrivano, la musica parla” diceva quel genio di Beethoven.

Tu mi scrivi: Mi stavo chiedendo (e questa sarebbe la vera domanda) se questa voglia di ascoltarle deriva semplicemente dall’amore che ho per la musica o se magari potrebbe essere una sorta di preghiera, in modo indiretto, non essendo appunto molto credente”.

Tesoro di ragazza, togli quella lettera “o” che tu hai messo come alternativa, perché il tuo desiderio di ascoltare è amore per la musica ed è preghiera.

E’ meditazione. 

E’ la nostalgia dell’anima per le scintille del Fuoco Infinito.

E’ ascolto di risposte spirituali che qualcun altro ha trovato prima di te.

E’ percepire qualcosa che, pur non conoscendo, capiamo.

Non è quindi questione di essere credenti o meno.

E’ molto di più. 

Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti.

Non sono infiniti, loro.

Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare.

Loro sono 88, tu sei infinito.

Questo a me piace.

Questo lo si può vivere.

Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita …

Se quella tastiera è infinita, allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare.

Tu sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio”

(Alessandro Baricco)

La musica è vibrazione di Luce in perenne metamorfosi.

Tutto nell’universo è suono in movimento.

Piante, fiori e persino le nostre cellule.

Siamo composti da 37.200 miliardi di cellule che comunicano fra di loro. Meglio: vibrano. Ma c’è di più. Le cellule non oscillano e non suonano a caso. Ogni loro intonazione corrisponde a ruoli e compiti precisi. Tanto da far dire al prof. Carlo Ventura (professore di Biologia molecolare all’Università di Bologna e direttore del laboratorio Guna ATTRE, Advanced Therapies and Tissue REgeneration):

“Riusciamo a distinguere le cellule che si stanno differenziando da quelle che producono molecole riparative, così come quelle che soffrono e muoiono”

 

E a chi di noi non è capitato di sentirsi connesso con qualcosa di più grande, semplicemente ascoltando la musica. E’ come se quelle note fossero entrate in un angolo della nostra mente e del nostro cuore, facendoli vibrare in sintonia con corde profonde che neanche sapevamo di avere.

E ci ritroviamo, come per magia, a sentire un richiamo infinito che ci scorre nelle vene.

La musica è un gesto d’amore perché è vita, compagna sincera, salvezza personale ma anche globale. La musica può lenire il dolore, se credi in lei e ti lasci guidare può cambiarti la vita (Ezio Bosso).

 

Mentre la musica entra in noi, sentiamo che Cielo e terra si stanno unendo per farci toccare l’Infinito.

Franco Battiato ha detto: ogni volta che mi metto a scrivere qualcosa che non sia banale, sento il bisogno di inserirvi elementi metafisici. L’artista è un tramite tra questo piano di realtà ed il Divino. Ho capito col tempo che l’ispirazione è soprasensibile, è successo per brani come L’Ombra della Luce e La Cura. Senti che qualcosa di superiore ti arriva, ti attraversa, tu in questo caso sei solo un mezzo di comunicazione tra due mondi”.

Hai mai sentito La collina dei ciliegi di Battisti-Mogol?

No?

Vai subito ad ascoltarla!

“E respirando brezze che dilagano su terre
senza limiti e confini
Ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini
E più in alto e più in là
Se chiudi gli occhi un istante
Ora figli dell’immensità”

Su questo testo ci feci una chiacchierata con Mogol quando, nel Venerdì Santo di qualche anno fa, mi trovai a pranzo a casa sua, dopo lo spettacolo che avevamo organizzato con la scuola.

Ricorda: ogni volta che ti capiterà di trovarti di fronte ad un’artista (che sia famoso o che sia il vicino di casa), fermati ed ascoltalo.

Ti potrebbe convincere che davvero sei figlia dell’Immensità. 

Cara Claudia, continua così.

Prega.

Senza parole.

Con la musica.

Commuoviti.

Emozionati.

Passa attraverso questa meditazione che fa parte della tua sensibilità.

Perché quando ci si innamora, non lo si fa dopo aver letto dei manuali sull’innamoramento.

Semplicemente si sperimenta l’immensa potenza dell’amore.

Perché anche i discepoli di Emmaus capirono di aver avuto di fronte Gesù in persona, per il loro cuore che ardeva di emozione e di amore.

Ardeva.

Era stato vicinissimo al Fuoco.

 

Un fuoco che è dappertutto.

 

Come la musica!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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