Mi faccio prete o faccio sesso?

ViFaroPescatoriDiUomini“Prof, posso porgerle una domanda a bruciapelo?

Come si può conciliare i normali impulsi sessuali con il voler fare voti e legarsi a Dio?

Ho vissuto un periodo in cui credevo che la vocazione fosse per me…poi però di tentazioni ne ho avute tante.

Una in particolare mi ha sempre attanagliato; sarà per il mio carattere (timido, introverso, schivo con il sesso femminile) o per i fattori ambientali…

Questa tentazioni a cedere agli impulsi naturali, nasce da una mia fantasia particolare (fantasia che non ha mai portato a far male a nessuno, se non a me stesso).

Questa “spinta” mi ha così influenzato da farmi cambiare idea sulla mia vocazione. Mi sono detto: “Come posso fare una scelta dove c’è una responsabilità spirituale così elevata, se non resisto a questa fantasia e a questi impulsi???”

A poco a poco la fiamma vocazionale si è spenta… ma non del tutto; diciamo che si è affievolita.

Così ho iniziato a pormi un sacco di domande.

Perché non si possono sposare i preti???

L’impulso, la natura, si possono governare???

Si può governare l’istinto del mare di fare il suo corso???

Dov’è insomma il confine tra la natura umana, l’istinto, la carne e la natura spirituale della vita…

Cosa è lecito, cosa non lo è???

La masturbazione, in genere, com’è vista? E se fosse vista male, perchè???”

Caro Massimiliano, posto tre chiarificazioni alla  mia risposta:

1)      per rispondere a tutto e per bene, dovrei scriverti un’enciclica 🙂

2)      in privato ti darò dei nomi di bravi sacerdoti che potrebbero seguirti in questo cammino di ricerca

3)      tranquillizziamo tutti sulla tua “fantasia”, altrimenti la gente chissà cosa pensa!!! Magari ti immaginano fare attività sadomaso con un cactus o noleggiare un camion frigo per farlo “al fresco” e vedere di nascosto l’effetto che fa!

 Intanto ti dico che fai bene a porti queste domande.

Pensare di dedicare l’intera esistenza al Signore e agli altri,  nella castità o nella promessa di celibato richiede, infatti, una buona maturità umana, affettiva e spirituale, padronanza di sé e un equilibrio interiore non sempre scontati.  

E’ dunque fuorviante giungere a delle scelte di consacrazione per paura o fuga o anche nell’illusione che la vita religiosa/sacerdotale sia un magico rifugio dai pericoli del mondo.

 

guidaMa ora, dalle domande, bisogna passare alle risposte e tu (come tutti) non puoi riuscire a dartele da solo. Tutti noi, infatti, abbiamo bisogno di una guida “spirituale” che,  con il dono del discernimento, ci accompagni nel nostro cammino interiore.

Non voglio usare termini complessi, ma in modo semplice si potrebbe dire così: spesso guardarci dentro e capire qualcosa di noi, è davvero difficile. Siamo un miscuglio di emozioni contrastanti, di sensi di colpa e di egoismi estremi, di slanci sinceri di entusiasmo e di picchi profondi di tristezza, di attimi in cui tutto ci sembra chiaro ed altri ancora in cui la confusione regna sovrana. Allora una brava guida esterna (ho detto “brava!”), con il suo discernimento, è in grado di districarsi tra la nostra confusione interiore, rimettendo ordine nella nostra vita, con più lucidità di noi.

L’obiettivo è che tu sia felice, realizzandoti! 

foto-articolo-irene1Il secondo passo da fare è capir bene che ogni persona ha un suo cammino personale verso l’autorealizzazione e non esistono corsie preferenziali. In altre parole, non c’è regola che si possa generalizzare al punto da dire: questa caratteristica ci deve per forza essere, se vuoi diventare…!

Ogni storia umana è l’ennesimo vangelo che Dio scrive, con parole mai dette prima!

E questo vale anche per le coppie: ogni storia d’amore è un romanzo mai scritto prima che, partendo dalla fantasia di Dio, si dirama nel tempo e nello spazio, con tempi e spazi sempre unici!

Quindi, non è giusto affermare, in termini categorici: “Siccome per me l’impulso sessuale è importante, non posso seguire Dio che, invece, è totalizzante. Sceglierò un’altra strada!”.

Anche  le nostre fragilità, infatti, possono diventare la nostra forza!

Vincerle, ci incoraggia perché ci rende chiaro che non è l’istinto ad avere l’ultima parola su di noi.

Non vincerle, ci fa diventare più magnanimi verso chi sbaglia, perché ci mettiamo più facilmente nei loro panni.

Vincerle solo qualche volta, ci immette sulla strada dell’umiltà e del “mai dire mai”.

L’obiettivo non è concentrarti sulle tue vittorie o sulle tue sconfitte, ma su Dio che non ti lascia mai, continuando a tifare per te!

 erroreTerza cosa da chiarire: il titolo che ho dato a questo post è sbagliatissimo! Ma i miei studenti del quarto anno, la scorsa settimana, mi hanno consigliato di scegliere titoli più “cattivi”, “provocatori” e “ribelli”…e così ho fatto.

Ma ora devo spiegarmi per bene, prima che qualcuno intervenga, mettendo all’indice il mio blog!:)  

Tu mi chiedi come si possano conciliare i naturali impulsi sessuali con la scelta religiosa…io ti rispondo: Come si possono conciliare i naturali impulsi sessuali con il matrimonio”?

Perché non penserai mica che una persona sposata non abbia mai nessuna fantasia, nessun impulso, nessun istinto che lo richiami?

 Affermare che basti avere una vita sessuale regolare per tenere sotto controllo l’istinto, è come dire che non esistono le violenze sui bambini in famiglia, lo stupro da parte di ragazzi fidanzati o il tradimento fatto da persone sposate. 

Il nostro desiderio di esserepuri, puliti ed onesti” è fortissimo (tanto è vero che certe fantasie le curiamo lontani da sguardi indiscreti, per non vergognarci) ma lo dobbiamo curare come un fiore prezioso, sia che siamo preti, sia che siamo mariti, sia che siamo vergini consacrate, sia che siamo mogli felici. 

pubblicita-sessistaA volte, guardandomi intorno, mi sembra di vivere in regime di pornocrazia e non ho affatto l’impressione che, in occidente, la sessualità sia vissuta serenamente, come a noi sembra. 

Siamo passati dal bigottismo ipocrita del passato all’ostentazione più volgare di oggi, senza fermarci nella valle dell’equilibrio, dove la mente e il cuore sono totalmente collegati e l’istinto è al loro servizio.

 Se persone potenti e ricche sono travolte dai propri istinti sessuali, in una sorta di gioco al massacro, di delirio di onnipotenza, di non accettazione dell’invecchiamento…

Se adolescenti si regalano per una ricarica telefonica…

Se su fb è normale offrirsi attraverso immagini che lasciano ben poco alla fantasia…

 significa che la relazione uomo/donna e il ruolo della sessualità fanno ancora i conti con le tenebre che portiamo in noi stessi. 

resizerIl sesso è spessissimo occasionale, divorato come un cheeseburger, in fretta, più o meno avidamente. Lo si fa sul web, nelle discoteche, nelle scuole.
È un rito trendy. Si fa.

È un esorcismo collettivo che vuole allontanare la vertigine del vuoto, tenere a bada la noia, lasciarsi andare alla deriva per forza d’inerzia, senza scegliere. 

L’istinto (chiamo così la tua fantasia) non ci vuol far scegliere ed invece è proprio lì che dobbiamo arrivare: scegliere di essere puri, puliti ed onesti!

Questa scelta la deve fare ogni essere umano in ogni momento della vita.

Quindi tu non permettere a questa “fantasia” di denigrare la tua autostima al punto di non farti sentire degno di un percorso religioso.

 La purezza è un cammino che tutti dobbiamo fare, per riavere chiarezza su ciò che rende felici e su ciò che ci porta all’angoscia del vivere.                               

20-CHAGALL-1961-LE-PARADIS-NICE-M-CHAGALL“Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso.”

(Deuteronomio 30,15-16)

 

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2 commenti su “Mi faccio prete o faccio sesso?”

  1. Grazie di queste risposte così chiare! Il mondo ha bisogno di questo…. Mi sono sentita espressa quando dice: “Siamo passati dal bigottismo ipocrita del passato all’ostentazione più volgare di oggi, senza fermarci nella valle dell’equilibrio,…” – qualche giorno fa parlavo con una mia conoscente e le dicevo esattamente questo.
    Ancora una volta, grazie!

  2. Cara Rosamari, devo ammettere che sono stati i miei studenti ad insegnarmi a coniugare spiritualità e concretezza. Se non si fa questo, le lezioni di religione, per loro, possono diventare come la pioggia che cade sulla loro mente impermeabilizzata. Tu ti illudi di essere ascoltata…ma un’illusione rimane tale!:)
    Devo dire che poi la mia passione per la mistica e lo studio della vita dei santi, mi ha aiutata non poco a capire tanti risvolti del rapporto con l’Assoluto.
    Quindi, né spiritualismo, né materialismo, ma una grande gioia (oltre che sforzo mentale ed interiore) nel riconoscere Dio in tutto!
    E se Dio è in tutto, tutto diventa abbastanza semplice da spiegare. Non bisogna più rivolgersi ai dotti o ai sapienti ma solo al Dio innamorato della chiarezza e della semplicità… dei suoi figli.
    Grazie per essere con noi, in cammino!
    La prossima settimana, in questo blog, ci sarà anche la possibilità di interloquire con tre persone speciali…ti lascio un po’ di suspense!
    Un abbraccio!!!

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