Lezione a scuola, fatta ad una prof

Prima ridono i suoi occhi e poi la sua bocca.☺
Abil (lo chiamerò così) è arrivato ad anno scolastico già iniziato e si è fatto subito largo nel cuore dei compagni.
Simpatico, gioioso, ironico senza mai offendere.
Poi in classe è scoppiato “il caso”.
Niente di grave.
Tutto risolvibile.
Ma si sa com’è l’adolescenza: il mondo è diviso in bianco e nero e se qualcuno non è dalla parte giusta, è spacciato. Così, ogni tanto, bisogna lavorare insieme a loro per ricominciare a vedere anche le sfumature della vita.
Na pazienza!????
Eppure è stato proprio in una di queste discussioni di chiarimento (tra l’altro fatta in DAD, quindi una specie di miracolo cosmico) che ho intrasentito una frase di Abil.
Quasi sottovoce, con lo sguardo profondamente consapevole (della serie: “Ho visto cose che voi umani…!”) ha detto: “Tutti devono superare problemi nella vita, ma non bisogna fermarsi lì” ????

Così stamattina, in presenza, ne ho approfittato per capire.
Ho buttato là qualche domanda scherzosa, per tastare il terreno.
Abil mi rispondeva.
Ho provato a chiedere anche dell’altro.
Abil mi rispondeva.
Gli ho chiesto se stavo esagerando con le domande.
Abil sorrideva, quasi divertito per le mie remore.
In classe nessuno fiatava.
Tutti stavano vivendo l’infanzia di Abil.
Quando si nasce dalla parte sbagliata dell’emisfero, si racconta quello che gli altri vedono solo in televisione.
La povertà, il lavoro già a sei anni, dei fratellini più piccoli come compagni di viaggio sulla strada della sopravvivenza, la malattia della mamma, la malattia del papà, la morte di entrambi, l’orfanatrofio.
De Amicis ci avrebbe scritto un libro, in una mattinata!????
Il papà, prima di morire, aveva però un sogno: dare un futuro bello ai suoi bambini.
Ed in quel poco tempo che gli era rimasto, ha fatto tutto quello che gli era  possibile fare, per assicurare loro giorni migliori.
Quanto ama un padre?
Almeno quanto un sogno!????
Ora Abil è in Italia con i suoi fratellini.
In famiglie diverse che si danno appuntamento una volta l’anno per far ritrovare insieme questi quattro ragazzi, figli di un padre che ha tanto amato ed ha tanto sognato.
“Abil, sei felice?”
“Ogni giorno prof. Perché scelgo ogni giorno di essere felice. Fin da piccolo l’ho fatto e continuerò a farlo!”☺
(dal “Diario di un’insegnante che sta imparando tanto”)

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