LE DITA CHE UNA VOLTA SI TOCCAVANO

Sulle dita di Adamo che non toccano le dita di Dio, è stato detto tanto.
Ma l’artista e teologo Marko Ivan Rupnik all’11° Incontro Nazionale di Architettura e Arte Sacra (ENAAS) in Brasile, l’ha spiegata in un modo che a me ha affascinato tanto.
Buona lettura per chi vorrà ❤

“Quando, nel 1512, Michelangelo completò finalmente l’affresco sul soffitto della Cappella Sistina, considerata una delle opere più famose della storia dell’arte, i cardinali responsabili della cura delle opere rimasero per ore a guardare e ammirare il magnifico affresco.
Dopo l’analisi si riunirono con il maestro, Michelangelo, e senza vergogna spararono: ‘Rifallo!’
Lo scontento, ovviamente, non era rivolto a tutto il lavoro, ma a un dettaglio apparentemente senza importanza. Michelangelo aveva disegnato il pannello della creazione dell’uomo con le dita di Dio e di Adamo che si toccavano.
I cardinali chiesero che non si toccassero, ma che le dita di entrambi fossero separati, e anzi, che il dito di Dio fosse sempre teso al massimo, ma che quello di Adamo si contraesse nell’ultima falange.
Un dettaglio semplice, ma con un significato sorprendente: Dio è lì, ma la decisione di cercarlo dipende dall’uomo. Se vuole stenderà il dito, lo toccherà, ma se non vuole può passare tutta la vita senza cercarlo.
L’ultima falange del dito contratto di Adamo rappresenta così il libero arbitrio” ❤
M.C. ????

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