In viaggio con il “fattore X”!

sole e luna PicsArt_1376885996043Viaggiare mi è sempre piaciuto e, grazie a
coincidenze fortunate ad al mio lavoro di insegnante, di viaggi ne ho fatti
molti. Incoraggio anche i miei alunni a muoversi (negli ostelli, mangiando
scatolette di tonno, dormendo in tenda…l’importante è viaggiare) e, vedendo
questa mia passione, un mio passato Dirigente Scolastico mi aveva anche  nominata responsabile per l’intera scuola per l’organizzazione dei viaggi di  istruzione.
Amo viaggiare? Certo!

Eppure…eppure quando ieri una mia cara amica (ex collega nonché bravissima
insegnante di lettere) mi ha spedito un link, chiedendomi: “Cri, che ne
pensi?”, ho avuto, di nuovo, di fronte a me, la matematica certezza che
viaggiare non allarga automaticamente mente e cuore (e questa regola vale per
tutti, plurilaureati come analfabeti).
http://www.doppiozero.com/materiali/contemporanea/una-stanchezza-che-cura

Per viaggiare ci vuole il “fattore X” e il “fattore X” è la contemplazione. Passiamo
tutto l’anno in iperattività e questo ci stanca tanto (almeno per me, è così).
Ma noi abbiano il potere di far buon uso di questa “stanchezza”,
trasformandola in “cura”.
La cura?
La cura è  il “fattore X”, la contemplazione!
Incantarsi, fissarsi, concentrarsi, fermarsi.

Walter Benjamin affermava che “E’ solo l’uccello incantato che può covare
l’uovo dell’esperienza”.
E’ solo la nostra capacità di posare uno sguardo incantato su ciò che ci circonda
che ci allarga l’orizzonte.
E’ una capacità di attenzione profonda, contemplativa, a cui l’ego iperattivo
non ha più alcuna via d’accesso.
E’ una danza libera del nostro cuore che, non più soggetto all’ansia da
prestazione o alla presunzione culturale, si apre all’atmosfera che lo circonda
con lo stupore di un bambino.
Il “fattore X”, cioè la contemplazione, ci fa uscire da noi stessi
per entrare nell’essere-così del mondo, provando il vero stupore infantile.

Troppo filosofica stamattina? Può darsi. Ma ieri, mentre ero affacciata da una
torre di un castello e facevo foto al tramonto alla mia destra, circondata da
tanti turisti immersi nella mia stessa attività, ho aspettato…

Ho atteso solo pochi minuti, trastullandomi nell’osservare, concentrata, il
panorama alla mia destra con quel sole stupendamente giunto al tramonto.

E’ stato allora, in quel momento di calma assoluta, con i turisti oramai
lontani per il tramonto giunto al termine, che ho guardato alla mia sinistra ed
ho fatto una foto.

I miei occhi vedevano un cielo completamente diverso, con una luna bellissima.

Ero talmente tanto concentrata, insieme agli altri, sul tramonto del sole,che
mi stava per sfuggire l’altrettanta bellezza della luna.

Giunta in albergo ho ricontrollato le foto fatte ed è stato in quel momento che
mi sono accorta che le due foto (quella fatta al tramonto alla mia destra e
quella fatta alla luna, alla mia sinistra) sembravano
scattate”lontane”, sia geograficamente che temporalmente. Chi le
avrebbe mai immaginate “contemporanee”, unite dallo stesso istante?

La contemplazione ci aiuta a guardare sia a destra che a sinistra, cambiando il
cuore.
Aveva ragione Marcel Proust quando diceva che “L’unico vero viaggio verso
la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi ma nell’avere nuovi
occhi”

 

Chi desidera essere avvisato su Facebook dei nuovi post che si mettono in questo Blog, può mettere MI PIACE nella pagina  IN TE MI RIFUGIO   https://www.facebook.com/intemirifugio

Lascia un commento