Il re è nudo

“Prof, ma se noi volessimo fare una breve videochiamata per salutarla, sarebbe possibile? Ci conceda questa cosaaa!!!!!” 
“Ma certo!!! Ci sentiamo nel pomeriggio quando voi avrete finito le lezioni online. Alle 16.00, ci diamo tutti appuntamento. Che ne dite?”
“Siiiiii!!!!” 

Frequentano il quinto anno e si stanno preparando per gli esami, al tempo del coronavirus. Sono preoccupati. Un po’ spaesati. Una ragazza mi dice: Mi sembra di vivere un film prof”.
Ma ci sono. 
Ci guardiamo attraverso un monitor ed io benedico la tecnologia che abbiamo.

Mi fa veramente effetto parlare così, in un quadratino piccolo, lontani fisicamente. Eppure li sento così vicini.
“Ditemi ragazzi, come state vivendo questo periodo?”
Mi rispondono con degli sguardi un po’ spaesati.
“Prof, ci dica lei. Come sta? Ci racconti qualcosa lei”

Hanno bisogno di ascoltare cose belle. Il mio cervello va a mille per cercare qualcosa di non retorico da regalare loro, in quei pochi minuti di collegamento (che poi, alla fine, diventeranno quaranta).

“Ragazzi, non abbiate paura. O almeno non abbiate “solo” paura, in questo tempo. Perché stanno cambiando tante cose e nei prossimi mesi continueranno a cambiare, perché il re è nudo! Tutti i re della terra, piano piano, come birilli, stanno cadendo sotto il peso dei loro “ego” e la loro nudità la stanno vedendo tutti!
Ve la ricordate la favola di Andersen?
C’era una volta un re strapieno di ego. Ma talmente pieno di ego, che sotto la spinta della sua boria, non si accorse di fare una sfilata ufficiale, nudo. Completamente nudo!
Era stato imbrogliato dalla sua superbia che gli aveva fatto credere alle parole di due truffatori che erano giunti a corte e gli avevano detto: “Noi sappiamo tessere la stoffa più bella che c’è al mondo ma, non solo! La nostra meravigliosa stoffa diventa invisibile agli occhi dei re che non sono all’altezza del loro compito e di coloro che sono molto stupidi”
Il re aprì la sua coda da pavone e, prigioniero della sua arroganza, diede loro l’ordine di confezionargli un vestito. Bello come lui. Splendente come il suo potere.
Arrivò il giorno della grande sfilata e lui indossò il vestito inesistente.
Sfilò con la sua patetica boria e, intorno a lui, anche il popolo urlò: “Che meraviglia questo vestito! Che splendido strascico! Come gli sta bene”
Nessuno voleva essere da meno.
Ruffiani e vili, diventarono anche loro prigionieri del loro orgoglio che sussurrava: “Tu non sei uno stupido ed il vestito lo vedi!”
Nessuno di loro, inoltre, voleva farsi vedere come non all’altezza dei compiti che il re, negli anni, aveva loro assegnato.
In questa bolgia di ipocrisia, arrivò però un bambino.
Solo lui urlò divertito: Ma non ha niente addosso!
Allora il popolo si svegliò. Un fremito di chiarezza attraversò la folla e la verità fece capolino
«Signore, sentite la voce dell’innocenza!» urlò il padre, e ognuno sussurrava all’altro quel che il bambino aveva detto.
«Non ha niente addosso! C’è un bambino che dice che non ha niente addosso!».
«Non ha proprio niente addosso!» gridava alla fine tutta la gente.
E l’imperatore, rabbrividì perché sapeva che avevano ragione, ma pensò: «Ormai devo restare fino alla fine». E così si raddrizzò ancora più fiero e i ciambellani lo seguirono reggendo lo strascico che non c’era.

I re della terra stanno facendo vedere che sono nudi.
Nudi di sapienza.
Nudi di preparazione.
Nudi di onestà.
Nudi di coraggio.
Nudi di amore verso il popolo, ma pieni di passione per la finanza ed il potere.
Sono nudi!

Dalla Gran Bretagna un certo Boris Johnson è passato nell’arco di un paio di giorni dalla sua “immunità di gregge” (vale a dire, salviamo l’economia e non il 60% della popolazione – che poi sarebbero i più deboli ed i più costosi per la società – ) al suo “Fermi tutti. Dietro Front. Qui ci vogliono misure urgenti e draconiane!”
I 1543 contagi totali delle ultime ore sono stati come il bambino che grida: “Ma sei nudo! Cambia mestiere che non sei capace di guidare la nazione in questo momento!”
Ad oggi è difficile dire quanto suoi provvedimenti siano davvero “draconiani”.
Perché è vero che Johnson ha esortato d’ora in poi gli inglesi a “uscire di casa solo per i servizi necessari o per esercizi fisici ben distanziati dalle altre persone, a ridurre gli spostamenti all’interno del Paese, lavorare da casa per quanto possibile e limitare drasticamente i contatti e i luoghi pubblici, e quindi i tradizionali pub, discoteche, ristoranti, cinema, teatri”, ma è anche vero che tutto questo dovrebbe essere fatto su base volontaria.
Non ha avuto il coraggio di decidere per il bene del popolo.
Lo aspettiamo al varco tra una settimana, quando le mamme che ora hanno iniziato a protestare per le scuole ancora aperte, si arrabbieranno come le iene e non saranno più disposte a far parte del popolo che applaude un vestito inesistente.
Boris dixit.
La confusione regna sovrana.
E proprio nella terra con una sovrana che regna.
Ironia della sorte.

E poi abbiamo l’altro biondone: il grande Trump.
Arrivato sul podio della presidenza degli Stati Uniti con una marea di vestiti invisibili, ci ha accompagnato in questi giorni con le sue battute goliardiche (che faceva ridere solo lui e quelli a lui vicino).
Il 4 marzo 2020 ironizzava sul Corona Virus: “Non mi tocco la faccia da settimane”.
Dopo 10 giorni doveva però farsi il tampone.
Il 9 marzo 2020 regalerà agli americani la sua perla di saggezza medica: “L’influenza fa più morti. Nulla verrà chiuso. La vita e l’economia andranno avanti”.
Il 13 marzo 2020 dichiarerà lo stato di emergenza nazionale.
In seguito si verrà a sapere che ha pure cercato di corrompere un’azienda di ricerca tedesca, offrendo 1,5 miliardi di dollari, per accaparrarsi i diritti sul vaccino che questi stanno mettendo a punto.
Il suo vestito invisibile lo stanno vedendo in tanti.
Le sue miserie, pure.

In Francia non ridono ed i puffi non si vedono più per le strade.
Tutto il mondo ha assistito alla grande fuga da Parigi dopo che Macron ha dovuto ammettere: “Houston, c’è un problema”.
Quella fuga pazza ci ha rammentato che l’umanità porta lo stesso DNA. Sia che corra in una stazione milanese o che lo faccia in una stazione parigina.
Eppure Macron ci aveva provato. Per giorni aveva cercato di minimizzare e tranquillizzare approfittando del fatto che qualcuno era ancora disposto a dire “ma che bello strascico sta indossando oggi il nostro re!”.
Macron parlava con decisione elargendo le sue pillole mediche, con il cuore stretto dalla preoccupazione per l’economia francese.
Ieri, come un fulmine a ciel sereno, sono arrivate le accuse: “Macron sapeva e non agì”
Le rivelazioni provengono della stimata ematologa Buzyn (ex ministra della Sanità): «Ho pianto perché sapevo quale tsunami stava arrivando, Avvertii il presidente l’11 gennaio»
L’epidemia intanto avanza.
I primi pazienti gravi sono stati trasferiti con gli elicotteri militari dagli ospedali dell’Alsazia, ormai al collasso, verso Tolone.
«State a casa, è una questione di vita o di morte» ha detto ieri il ministro dell’Interno Christophe Castaner.
Il re era nudo ma i puffi non se ne erano accorti quando il 10 marzo avevano deciso di scendere in piazza ugualmente.
E’ passata solo una settimana ma sembra un secolo.

Anche il premier Mark Rutte, in Olanda, ieri ha annunciato che punterà sull’immunità di gregge per il suo paese.
«Non esiste una soluzione rapida o semplice a questa situazione estremamente difficile. La realtà è anche che nel prossimo periodo futuro gran parte della popolazione olandese verrà infettata da questo virus».
Con lui ci rivediamo tra una settimana (o forse anche meno).

Sta accadendo una cosa incredibile: le lacrime non stanno risparmiando nessuno.
Eravamo abituati allo storicamente collaudato “I poveri piangono ed i ricchi no”, ma ora siamo costretti a rivedere l’antica regola ed il nostro stile di vita.
Globale.
Terrestre.
Nessun confine creato dall’uomo potrà tener fuori il dolore.
C’è solo un confine che ci salverà: quello tra noi e l’egoismo sfrenato.

Ma in ogni sofferenza non c’è mai solo sofferenza.
C’è anche da imparare e cambiare.
Noi italiani, in un attimo, siamo passati da “discriminanti” a “discriminati”.
Azzardo un’ipotesi futura: da “untori europei” nelle prossime settimane diventeremo “l’esempio europeo”.
Ma per ora siamo in piena crisi.
Stiamo imparando ad essere uniti tra nord e sud.
Stiamo imparando a ringraziare chi lavora per noi.
Stiamo imparando la resilienza espressa in canti meravigliosi fatti dai balconi.
Stiamo imparando a piangere per chi muore e ad esultare con chi guarisce.
Stiamo imparando a non voltarci dall’altra parte quando vediamo qualcuno che non obbedisce alle regole.
E stiamo imparando che tanti re sono nudi.”

Gli studenti ascoltano.
Silenziosi.
Attenti.
Li abbraccio con gli occhi e li incoraggio con le parole.
Li saluto con il sorriso migliore che riesco a mettermi addosso.
Chiudo il collegamento.
Sono felice.

Mi fermo.
Penso.
Conosco solo un Re che si è fatto vedere nudo davvero.
E’ stato inchiodato su una croce.
Si chiamava Gesù.
Non ha temuto nessun re della terra.
E’ stato coerente con l’Amore fino alla fine.
Le sue ultime parole sono state: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”
Lette in questo periodo, ci aiutano a capire quanto siamo piccoli e poveri.

 

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