Cosa vedremo nel momento in cui moriremo?

10341992_856331477717979_6976804670172632336_nCristina, posso farti una domanda? Se Lazzaro è morto e poi Gesù l’ha fatto resuscitare come mai non ha raccontato come era il paradiso? Cosa vedremo appena saremo morti? 

E chi lo dice che Lazzaro non abbia raccontato? Che non abbia detto, con entusiasmo, qualcosa di più di quel che ci raccontano i vangeli?

Probabilmente l’ha fatto, ma gli evangelisti non avevano nessun interesse a scriverlo nei loro vangeli, che sono il racconto della vita di Gesù e non un trattato di religione. Però. pur non potendo dedurre conclusioni  certe, un indizio che Lazzaro parlava e pure tanto, ce l’abbiamo indirettamente.

Guarda come è interessante quel che scrive Giovanni nel suo vangelo, al cap.12:

36618_all_043_01“Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.

Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento.

Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».

Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.

Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.”

Se molti giudei si convertivano grazie a ciò che diceva Lazzaro e se i sommi sacerdoti, proprio per questo, deliberarono di uccidere anche lui, forse qualcosa di veramente entusiasmante, raccontava. Ed era pure convincente!

Ma cosa diceva, di preciso?

I vangeli non ce lo riportano, ma possiamo immaginare il suo entusiasmo coinvolgente e la sua testimonianza fatta di racconti precisi.

Noi, oggi, pur non potendo ascoltare le parole precise di Lazzaro, abbiamo però altri racconti sul momento della morte e su quel che si prova e si vede.

copertinaLi chiamano NDE (Near Death Experience) e sono circa vent’anni che mi “diverto” a leggerli e a documentarmi.

Caro Mirco, stavolta mi hai toccato un argomento super affascinante! Per questo quando è uscito l’ultimo libro di A. Socci “Tornati dall’Aldilà” (bellissimo!) ho fatto un bel sospiro di sollievo ed ho pensato: finalmente un cattolico che ne parla!

Cercherò di rispondere alla tua domanda “Cosa vedremo appena saremo morti” con i racconti di coloro che hanno messo solo la punta del piede nell’aldilà e sono tornati indietro (grazie anche alle moderne macchine di rianimazione che oggi abbiamo a disposizione).

Non ti parlerò quindi del Giudizio Particolare che sperimenteremo dopo il Grande Passaggio (a quello ci ho già dedicato un altro post nel blog (https://www.intemirifugio.it/ma-quando-moriamo-cosa-succede-prima-parte/) ma ti voglio far conoscere alcuni racconti di persone rianimate, che hanno raccontato ciò che hanno visto, appena il loro cuore ha smesso di battere. 

Su uno di questi racconti, in America ci hanno appena fatto un film. E’ la storia vera del piccolo Colton, un bimbo salvat0o in extremis da un’appendice perforata.

Operato d’urgenza a Greeley, in Colorado, qualcosa non funzionò. “Lo stiamo perdendo! Lo stiamo perdendo!” urlavano i medici.

Poi però, dopo qualche minuto, Colton si è ripreso.

Le lacrime e la paura dei genitori sono state sostituite dalla gioia dcolton-ndei vedere il loro bimbo salvo.

Era il 3 marzo del 2003.

Il 4 luglio dello stesso anno, l’intera famiglia si trova a ripassare davanti a quell’ospedale che ricorda loro l’immensa paura provata qualche mese prima.

Quasi per esorcizzare quella paura, il papà dice al piccolo: “Ehi, Colton, se svoltiamo qui possiamo tornare all’ospedale. Che ne dici, ci facciamo un salto?”.

La madre sorridendo gli dice: “Te lo ricordi l’ospedale?”.

Risposta pronta di Colton: “Certo, mamma, che me lo ricordo. È dove ho sentito cantare gli angeli”.

Gli angeli? I genitori si guardano interdetti. Dopo un po’ indagano.

bambino_con_gesuIl bimbo racconta con naturalezza i particolari: “Papà, Gesù ha detto agli angeli di cantare per me perché avevo tanta paura. Mi hanno fatto stare meglio”.

“Quindi”, domanda il padre all’uscita del fast food, “c’era anche Gesù?”. Il bimbo fece di sì con la testa “come se stesse confermando la cosa più banale del mondo, tipo una coccinella in cortile. ‘Sì, c’era Gesù’ ”.

“E dov’era di preciso?”, domandò ancora il signor Burpo. Il figlio lo guardò dritto negli occhi e rispose: “Mi teneva in braccio”.

I due genitori allibiti pensano che abbia fatto un sogno nel periodo di incoscienza. Ma poi vacillano quando Colton aggiunge: “Sì. Quando ero con Gesù tu stavi pregando e la mamma era al telefono”.

14a-OBE-NDE-and-Remote-ViewingAlla richiesta di capire come fa lui, che in quei minuti era in sala operatoria in stato di incoscienza, a sapere cosa stavano facendo i genitori, il bambino risponde tranquillamente: “Perché vi vedevo. Sono salito su in alto, fuori dal mio corpo, poi ho guardato giù e ho visto il dottore che mi stava aggiustando. E ho visto te e la mamma. Tu stavi in una stanzetta da solo e pregavi; la mamma era da un’altra parte, stava pregando e parlava al telefono”.

Era tutto vero. Così come era vero che la mamma di Colton aveva perduto una figlia abbracciodurante una gravidanza precedente. Colton, che era nato dopo, non l’aveva mai saputo, ma quella sorellina lui l’aveva incontrata in cielo e lei gli aveva spiegato tutto.  Sconvolgendo i genitori: “Non preoccuparti, mamma. La sorellina sta bene. L’ha adottata Dio”. Di lei il ragazzo dice: “non la finiva più di abbracciarmi”.

Da quel momento emozionante è iniziato, per quella famiglia, la scoperta di Gesù: il Signore della vita.

Al tempo di Lazzaro non c’erano né libri e né film ma noi oggi, che siamo un po’ più 701754-BurpoPARADISO300dpi-268x431organizzati, su questa storia abbiamo fatto entrambi. Il libro si intitola “Heaven is for Real (tradotto dalla Rizzoli col titoloIl Paradiso per davvero”) ed il film è arrivato ora anche in Italia, sempre con lo stesso titolo del libro: “Il paradiso per davvero”.

Il trailer italiano del film lo trovi qui: https://www.youtube.com/watch?v=t–DXlkoows

Negli Stati Uniti sia il libro che il film hanno avuto un enorme successo.

E si capisce anche il motivo: tutti noi, infatti, abbiamo voglia di sapere “se” e “cosa” c’è, oltre questa vita.

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Insomma: c’è davvero Dio?

E ci ama sul serio?

E quando moriamo, cosa ci succede?

 

Sai che faccio? Ti voglio raccontare una delle tante storie tratte dal documentario americano “Sopravvissuti – Il ritorno alla vita”. E’ stato mandato in onda il mese di maggio, in Italia.

Leggilo e respira pure la buona aria della speranza e della fede. Tutto si ricollega alla Bibbia. Dio c’è e ci ama ogni istante…anche ora che stai leggendo questa mia risposta!

Buona lettura.

E’ il 1986 e siamo a Fort Wayne, in Indiana.

Ascoltiamo il racconto di Camron, il protagonista: E’ iniziato tutto quando avevo quattordici anni ed iniziai a fare uso di alcool e droghe. Mi piaceva la mia vita di eccessi e sono andato avanti così per tutte le superiori.

Dopo il liceo ho iniziato a lavorare nell’edilizia. La sera tornavo a casa, mi cambiavo e giravo per bar finchè non chiudevano. Questa era la mia vita. Festini ogni giorno. Mio padre ci ha insegnato che per raggiungere gli obiettivi, nella vita bisogna lavorare. Io invece lavoravo solo per pagarmi i vizi.”

Cheryl (la sorella di Camron): “Camron era molto popolare. Aveva sempre mille impegni. Magari non erano sempre attività lecite ma era molto attivo e molto popolare tra le ragazze. Aveva sempre tante fidanzate, era molto affascinante!

Quel giorno del 1986 Camron è in giro a fare baldoria fino alle prime luci del mattino.

Camron: “Era una tipica serata. Avevo ventitre anni ed avevo bevuto tutta la notte. Ero appena uscito da uno dei miei locali preferiti, dove passavo la maggior parte del tempo a giocare a biliardo e ho pensato che se fossi riuscito a raggiungere un altro dei miei pub preferiti del centro, avrei potuto farmi un ultimo giro. Così mi sono stappato una birra e mi sono messo al volante. Erano circa le tre del mattino quando sono arrivato ad uno degli incroci principali. Un auto blu si è fermata accanto alla mia. All’interno c’erano tre uomini. Quello sul sedile posteriore mi fissava e continuava a guardarmi. Gli ho fatto anche un cenno del tipo – Ciao, come va? -. All’improvviso ha aperto lo sportello e si è avvicinato alla mia macchina. Io ho abbassato il finestrino per sentire se aveva bisogno di qualcosa. Mi si è parato davanti e mi ha dato un pugno in faccia. Ricordo che ho cercato di aprire lo sportello, volevo scendere ma poi è arrivato il momento che ha cambiato tutta la mia vita. Quell’uomo mi ha sparato tre volte allo stomaco!”

Dopo averlo colpito, gli aggressori di Camron si dileguano.

Camron: “Ho tentato di raggiungere un ospedale ma sono svenuto sul volante ed ho perso il controllo. La macchina si è andata a schiantare dietro un bar che stava chiudendo; ha sfasciato la recinzione finendo su un mucchio di tubature che ha ricoperto il veicolo. Se non fosse stato per i gestori che stavano chiudendo il bar, nessuno mi avrebbe visto là dietro. Sentito lo schianto sono accorsi sul posto; hanno visto la macchina ed hanno chiamato subito un’ambulanza.”

Camron viene trasportato d’urgenza in sala operatoria, con un’abbondante emorragia.

Camron: “Una volta in ospedale, i dottori non hanno capito subito qual’era il problema, finchè non mi hanno spogliato ed hanno visto il foro del proiettile sull’addome. Allora hanno capito che mi avevano sparato. Uno dei proiettili mi ha attraversato l’aorta, un altro l’intestino ed il terzo mi si è conficcato nella schiena. Durante l’intervento si sono accorti che l’intestino era già infettato.”

Camron è in shock settico, i dottori non riescono a stabilizzare il battito cardiaco.

Camron: “Continuavo ad andare in arresto cardiaco mentre i dottori ripetevano che non si sopravvive con l’aorta devastata in quel modo; non si sopravvive ad una tale infezione. E poi…è stato come vedere un film! Mi vedevo mentre stavo sostituendo il davanzale di una finestra perché era marcito. Ricordo che l’ho rimosso e dai solchi del muro è uscita una luce fortissima e mentre smontavo l’infisso mi chiedevo – Come fa questa luce ad uscire dal muro? -. Non riuscivo a capire e quando mi sono avvicinato per dare un’occhiata , ho sentito qualcuno alle spalle che mi ha spinto verso il muro. Ho sentito il corpo entrare nella fessura e ricordo di essere riuscito ad aggrapparmi al bordo della fessura con tutte le mie forze. Mi sono detto: – No! Non devo andare nella luce! – e sono tornato indietro. Ricordo chiaramente che non volevo finire nella luce e proprio in quel momento, il film è finito.”

I dottori riescono a rianimare Camron che però, ora, si trova in un coma profondo.

I chirurghi riparano l’aorta ma l’infezione nell’intestino inizia a propagarsi.

Cheryl (la sorella di Camron): “Ricordo lo sgomento che in quei momenti attanagliava tutta la famiglia, perché i dottori continuavano a ripetere ai mie genitori che non credevano ce l’avrebbe fatta. Ogni volta che c’era un allarme o le macchine segnalavano qualcosa, dottori ed infermieri accorrevano e noi venivamo fatti accomodare fuori.”

All’improvviso Camron va in arresto cardiaco. Muore per la seconda volta.

Camron: “Ed è successo di nuovo, ma questa volta ho avuto una visione diversa. Ero un attore. Mentre uscivo dalla mia roulotte, il regista mi ha detto: -E’ ora di girare la scena-. Mi ha indicato dove dovevamo filmare e mi ha detto: -Quando dico “Azione!” tu vai verso la luce.-Ed io gli ho detto –Che vuol dire? –  E lui – E’ scritto qui nel copione! Dice che devi andare verso la luce”. Ho detto – No! Non ci vado nella luce. Non mi piace questa idea”. Ma lui ha risposto – Non m i interessa. Devo andare nella luce! Ed io – No! Non se ne parla!- Ho guardato la luce ed ho detto – Mi licenzio!-“

Camron viene riportato in vita per la seconda volta.

Ma adesso il cuore danneggiato non riesce a pompare il sangue verso le gambe.

Cheryl (la sorella di Camron): “A quel punto i dottori hanno avvertito i miei genitori che si stava sviluppando la cancrena a causa del mancato afflusso di sangue alle gambe. Dopo un po’ ho pensato che potesse perdere le dita dei piedi…poi una parte più grande dei piedi. Ad un certo punto temevano di doverglieli amputare fino alla caviglia. Ogni volta la situazione era peggiore, a causa della cancrena e dell’infezione che avanzavano e che avrebbero portato all’amputazione di parti sempre più grandi. Credo che i medici volessero preparare i miei alla peggiore dell’eventualità”

Camron: “Ricordo di essermi aggrappato ai bordi dell’apertura con tutte le mie forze  e mi  sono detto – No! Non devo andare nella luce!- E sono tornato indietro”.

Camron è in shock a causa di un’infezione e le gambe stanno andando in cancrena.

Cheryl (la sorella di Camron): “Ricordo quanto fosse devastato mio padre perché in quel momento il lavoro di Camron era basato sulla manualità, sullo sforzo fisico. Faceva installazione di infissi e lavori di edilizia. Ci chiedevamo come avrebbe potuto continuare a lavorare senza i piedi? O addirittura senza le gambe? La situazione peggiorava ogni volta che i dottori aggiornavano i miei genitori”.

I medici sono costretti ad amputare tutte e due la gambe di Camron all’altezza del ginocchio, per salvargli la vita.

Dopo l’intervento, Camron si trova in condizioni critiche in rianimazione.

Ma all’improvviso subisce il terzo arresto cardiaco.

Camron: “Sapevo di non trovarmi più nel mi corpo. Riuscivo a vedermi dall’alto e sentivo di fluttuare nell’aria. Poi, mentre continuavo a salire, tutto è diventato buio. Mentre mi trovavo in quell’oscurità, ho sentito dei colpi di pistola. Sentivo i proiettili venire verso di me. Avevo paura- Ho rivissuto tutto quello che mi è successo quella notte. Mentre ero lì, al buio e fluttuavo sopra il mio corpo, ho visto tutti i tubi a cui ero collegato. Vedevo lampeggiare le luci e mi chiedevo perché mi trovassi lì! Che cosa stava succedendo? Ho guardato un macchinario e non sapevo che cosa fosse ma vedevo che i numeri rossi segnavano un conto alla rovescia. Ho sentito suonare gli allarmi.”

I dottori accorrono ed iniziano a defibrillare il cuore di Camron.

Camron: “Quando sono partiti gli allarmi ho sentito il letto schizzare indietro. Si muoveva a grande velocità e quello che c’era ai lati era tutto confuso. Ma guardando fuori della porta a vetri  della stanza, ho visto l infermiere correre verso di me. Ma nello stesso momento il letto indietreggiava. L’ospedale era una struttura cattolica e sopra la porta c’era un crocifisso e l’immagine di Gesù si è staccata dalla croce ed ha iniziato a venire verso di me. Mentre si avvicinava si è trasformata in un uomo vero e proprio che veniva verso il mio letto: era il Cristo del crocifisso! Ho sentito una grande pace. Proprio così: una pace assoluta! Mentre Gesù si avvicinava ha assunto la forma di un mostro terrificante E’ forse la cosa più spaventosa che abbia mai visto in vita mia. Ma continuava ad avvicinarsi con le fattezze da mostro. Non avevo mai visto nulla del genere. Nemmeno nei film horror. Non avevo mai immaginato neanche nei miei incubi peggiori…gli occhi, la faccia, la bocca…lui era enorme ed era la creatura più orrenda e spaventosa che avessi mai visto. Si sentono spesso storie sulla lotta tra il bene e il male e quella era la MIA di lotta, tra il bene e il male che si scontravano davanti ai miei occhi. Gesù è venuto per salvarmi; il diavolo invece voleva portarmi con sé. Non ero un bravo ragazzo: devo proprio ammetterlo. Credo che il demonio fosse lì per portarmi all’inferno Guardavo quel mostro e continuavo a ripetere – Ti prego! Trasformati di nuovo in Gesù!” E un po’ alla volta ha ripreso le sembianze di Gesù ed è tornato sul crocifisso sulla porta. Quella notte ha vinto Gesù. Ricordo di essermi svegliato e non potevo parlare perché ero intubato. Cercavo di attirare l’attenzione dell’infermiera e così ho scritto su un foglietto con una penna che mi facevano male i piedi e lei mi ha detto – Beh, Camron, non puoi avere male ai piedi. Ti hanno amputato le gambe -. Ricordo che a quel punto, sono impazzito. Sono stati costretti a legarmi! Scoprire di non avere più le gambe fa male. Malissimo! Così…all’improvviso…io costruivo case…non avrei lavorato più! Sono passato dal sentirmi al massimo della felicità al non avere più niente. In poche parole, la mia vita era finita. Sono caduto in una profonda depressione. Ho anche pensato di farla finita. Non volevo continuare a vivere in quel modo. Sono rimasto in ospedale per otto mesi. Pesavo solo sessantatre chili. Non ero più il ragazzone che lavorava nell’edilizia; ero solo pelle e ossa. Per prima cosa ho dovuto imparare nuovamente a stare seduto; mi è andato subito il sangue alla testa e mi sono sentito male.

Sue (fisioterapista): “Lavoravo nel reparto ortopedia quando Camron ha iniziato la riabilitazione. Camron si sentiva spesso male; soprattutto perché aveva passato a letto gli ultimi sette mesi. Soffriva di nausea e spesso dava di stomaco; quindi mi ritrovai spesso a dargli una mano.!”

Camron: “Una ragazza si presentava spesso quando iniziavo a sentirmi male e, malgrado le mie condizioni, pensavo – Sei bellissima!” –“

Sue (fisioterapista): “Nelle settimane seguenti ha iniziato a fare grandi progressi. Penso che abbia proprio preso il toro per le corna!

Camron: “Ogni volta che mi serviva qualcosa, dicevo – Hei! Mandatemi quella ragazza! –”

Sue (fisioterapista): “Ad un certo punto mi ha chiesto qualcosa riguardo ad un ipotetico fidanzato egli ho detto che non ero impegnata. Mi ha mandato dei fiori e poi abbiamo iniziato a  frequentarci. Quindi, ho smesso di essere la sua terapista e sono diventata la sua fidanzata! Sei mesi dopo ci siamo sposati!”

Camron: “Sapevo che era la donna giusta per me. Ci sono dei momenti in cui sai assolutamente chela tua vita non può andare meglio!”

Sue (moglie): “Siamo sposati da ventitre anni ormai…ventitre anni meravigliosi!”

Camron: “Incontrare Sue, corteggiarla, frequentarla…era l’esatto contrario della mia vita prima dell’incidente. Non avevo mai pensato di sposarmi e di avere dei figli. Non mi era mai passato nell’anticamera del cervello. Assieme a Sue ed ai mie figli mi sento una persona completa. E se ci fossero due porte davanti a me e dovessi scegliere tra la mia vita precedente e questa, mi fare sparare di nuovo. Sono pronto ad affrontare nuovamente la morte. Non ho più paura. Non avrò problemi quando sarà il mio momento.”

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