Siamo sentinelle dell’aurora

C’è un momento, verso la fine della notte, in cui il giorno ancora non è.
Ma non è neppure notte.
Il sole ancora non si vede.
Ma neanche le stelle si vedono più.
E’ l’attimo del delicatissimo chiarore che si fa avanti, bisbigliando appena un po’ di luminosità.
La Luce vera ancora non c’è; ma non c’è più neanche il buio pesto.
E tu sei come una sentinella dell’aurora.
Scruti il cielo, gli eventi e te stesso.
Percepisci che accadrà, prima o poi, qualcosa di bello.
La vita sta per tornare a casa tua! ❤

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L’amore di Dio è il posto più sicuro dove riposare

È notte.
È il momento della scelta, mio Signore: rimuginare o riposare.
È buio.
Ed io mi sento sballottata tra la mia angoscia e la mia fede.

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Metterò la mia mano nella tua

Signore, le Tue mani mi hanno plasmato: chi mai potrà continuare a plasmarmi meglio di te? ❤ (Gb 10,8)
Signore, Tue sono tutte le cose: chi mai potrà dire che tu non te ne prenderai più cura? ❤ (Is 66,1-2)
Signore, con le Tue mani ci sazi con i beni che ci arrivano al tempo opportuno; grazie per prenderti cura di noi! ❤ (Sal 104, 27-28)
Signore, Tu ci salvi da tante schiavitù e con mano potente ci porti verso la libertà. Sempre ed in ogni tempo. Anche quest’anno lo farai! ❤ (Dt 5,15; cfr. 4,34; Es 13,3-14; Sal 17,7; 104,7).
Signore, la Tua mano sarà il mio sostegno ed il Tuo braccio la mia forza: proteggimi nella mia debolezza! ❤ (Sal 89,22; cfr. Dt 33,3; Gb 5,18; Qo 9,1; Sap 3,1).

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C’è fuoco e fuoco

Quella che vedete a destra è una bellissima foto scelta dal National Geographic nell’aprile del 2010.
È stata scattata in Laos da John Stanmeyer.
In questo paese il nuovo anno si festeggia a metà aprile ed il fotografo ci ha regalato questa rasserenante immagine: una donna che pone la sua offerta infuocata sul fiume Mekong, noto ai laotiani come “la madre delle acque”.
La foto a sinistra, sempre tratta dal National Geographic, raffigura un altro festeggiamento per un nuovo anno.
Questa volta siamo a Sydney nel 2000 e la fotografa si chiama Annie Griffits. Quelli che vedete sono venti tonnellate di fuochi d’artificio fatti esplodere sul porto.
Per una come me che adora i fuochi d’artificio, la foto sotto non può che essere strabiliante.
Eppure la foto sopra mi affascina ancora di più ????
Mi racconta qualcosa che ha a che fare con la meditazione.
Con un camminare volutamente “lento” e profondo.
Con un vivere senza la bulimia di continui picchi di adrenalina, ma con la saggezza del vivere a braccetto con la gratitudine ed il rispetto.

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Grazie Signore, fino a qui mi hai sostenuta!

1 gennaio : grazie Signore di essere qui, accanto a me ❤
Ieri il mio cellulare si è riempito di auguri,
ma il più bello è stato questo.
E Tu lo sai.
Perché cosa mai potremmo fare lontano da te?
Saremmo rami di tralci lontani dalla Vite
E chi mai potrebbe dar frutto
senza la tua linfa nell’anima?
Chi mai potrebbe svegliarsi ogni mattina
senza il tuo Respiro che dà vita?

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La vita è una questione di coccole

“Nonna, sento freddo!”
“Aspetta eh che ora ti do una cosa bellissima!”
C’è qualcosa di meglio della borsa dell’acqua calda abbinata ad un plaid morbidissimo? In pochi secondi gli ingredienti per un bel “buongiorno” ci sono tutti: divano, plaid, film della Disney e borsa dell’acqua calda con disegnini natalizi.
Giorgia sorride, le brillano gli occhi ed io torno a stirare.
Tutto mi sembra ok.
Ma ad un certo punto ecco di nuovo la vocetta tenue di Giorgia che, con la delicatezza dei suoi tre anni, aggiunge: “Nonna, vieni vicino a me e mi fai le coccole?”
Mi sembrava avesse tutto ed invece tutto non aveva.
Mancavano le coccole.
E mentre l’abbraccio e l’accarezzo, penso che tutti noi siamo così. Solo che i bambini lo dicono.
Gli adulti no.

Forse è per questo che gira voce che i soldi non danno la felicità. Danno le cose, ma non le coccole.
Forse è per questo che Dio si è fatto bambino. Voleva fare tanto ma, prima di tutto, voleva le coccole.
Forse è per questo che tutti ci agitiamo e conduciamo una vita sempre in ricerca. Cerchiamo coccole senza saperlo. Continua a leggere La vita è una questione di coccole

Il vizio di vivere

La meravigliosa donna che vedete nella foto a sinistra si chiama Rosanna Benzi. ❤
E’ il 1962.
Rosanna ha 14 anni e quel giorno va a trovare un’amica malata di poliomelite. Purtroppo verrà contagiata e, nel giro di pochi giorni, si ritroverà a vivere per tutta la vita in un polmone d’acciaio all’Ospedale San Martino di Genova.
Due anni prima in Italia, cioè nel 1960, con 8000 casi di poliomelite, già si era iniziato a raccomandare la vaccinazione per le persone da 0 a 20 anni, ma non tutti avevano seguito il consiglio.
Solo sei anni dopo, cioè nel 1966, finalmente arriverà la vaccinazione di massa.
Per quella vaccinazione obbligatoria del 1966 non ringrazieremo mai abbastanza Sabin che, dopo aver scoperto il vaccino, scelse di non brevettarlo dicendo: «Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. E’ il mio regalo a tutti i bambini del mondo»
Fino alla fine restò testardamente attaccato alla sua voglia di salvare vite e durante gli anni della guerra fredda donò gratuitamente i suoi ceppi virali allo scienziato sovietico Mikhail Chumakov, per permettere lo sviluppo del suo vaccino anche in Unione Sovietica.
Ma torniamo a Rosanna Benzi che, in quel polmone d’acciaio, ci resterà per 29 anni.
Verso la fine del mese di maggio del 1963 Papa Giovanni XXIII le scrive una lettera: era venuto a conoscenza della sua storia e voleva “semplicemente” «ringraziarla per la sua voglia di vivere».
Qualcosa scatta in Rosanna ed in lei si fa largo una grande desiderio: impegnarsi per i diritti dei disabili.
Detta così sembra semplice, ma in realtà c’è bisogno di una grande voglia di vivere (oggi la chiameremmo “resilienza”) per scegliere di abbandonare il vittimismo e decidersi per il protagonismo.
Invece di vivere prigioniera di migliaia di rimpianti, decide di ascoltare la sua voglia di essere attiva in questo mondo.
«Non sono una masochista o una pazza – diceva – sono convinta di avere vissuto vent’anni che valeva la pena di vivere e che probabilmente non sostituirei con altri… Certo, se domani potessi uscire di qua e andarmene per strada sarei felice, ma sai quanta gente di quella che va per strada vive meno di me la propria vita? Quanta gente la spreca, o la lascia passare distrattamente? Io ho imparato a non buttare via niente».
Rosanna, con gli anni, diventerà una delle voci più autorevoli e ascoltate delle campagne a sostegno dei diritti dei disabili.

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Nella tempesta, tu mi guiderai fino all’arcobaleno!

Da sempre, Signore,
conosci le mie tempeste.
E non sei mai sceso dalla mia barca;
sia col mare calmo che col vento burrascoso.

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Carissimi bambini doloranti, quanti siete? ❤
Dolcissimi innocenti e sofferenti, dove siete? ❤
Oggi non vorrei raccontare il dolore più grande del mondo.
Vorrei solo sognare un mondo nuovo.
Ve l’immaginate?
Vedo i potenti inchinarsi di fronte a voi ed ogni Erode abbracciarvi teneramente.????
Vedo madri asciugarsi le lacrime e voi riportati tra le loro braccia.????
Vi vedo dormire con una ninna nanna perfetta, perché i gridi di angoscia sono finiti.????
Vedo schiere di adulti chiedervi scusa e rimettere penne, libri e quaderni nelle vostre mani doloranti e affaticate.????
Vedo i gretti di sensibilità trasformarsi in poeti della vita e smettere di deridere gli innocenti e gli innamorati.????
Vedo gli ingordi di privilegi uscire dalle barricate del loro ego, per fermare ogni lacrima disperata proveniente da una culla innocente.????
E’ un brivido di speranza leggero che entra in me.

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