È GRAZIE A LEI SE OGGI NOI TUTTI CONOSCIAMO VINCENT!

Lei è Johanna Bonger moglie di Theo van Gogh, cognata di Vincent.
Johanna un anno prima della morte di Vincent sposò Theo van Gogh, ma rimase vedova dopo soli due anni, ereditando un appartamento a Parigi con circa 200 opere di Vincent van Gogh, all’ epoca senza alcun valore.
Tutti le consigliarono di sbarazzarsi dei quadri ingombranti, considerati semplici croste, per ottenere più spazio nell’appartamento, ma lei conservò tutto.

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LE STELLE CI RICORDANO CHE SIAMO DESTINATI A FARE UN VIAGGIO DIVINO

⭐
San Lorenzo.
La notte.
La luna.
Le stelle.
I desideri.
Oggi, da qualche parte, leggerete quasi certamente una frase famosa di Van Gogh che però, tolta dal suo contesto, ne viene fuori svilita nel suo profondo significato.
Proviamo a capirla meglio, con l’aiuto proprio di Vincent?
Stasera guarderete le stelle in modo…in modo…meglio. Ecco!
Non l’ho scritto in italiano corretto, ma va bene lo stesso.
La frase che tante volte avrete letto (o leggerete oggi, mi ripeto) è:
“Io dichiaro di non saperne nulla, ma da sempre vedere le stelle mi fa sognare”.
Ora, letta così, questa frase, ma che bischerata è?
Una cosa a metà tra lo sdolcinato e l’incompiuto.
“Io dichiaro di non saperne nulla”; ma di cosa non sa nulla?
Qualcuno ha cambiato furbescamente un po’ la frase facendola diventare leggermente filosofica: “Non so nulla con certezza”. Sa così tanto di Socrate!
E invece…
Noi oggi andremo un po’ a sbirciare tra le lettere di Vincent.
Una lettera in particolare.
E’ la notte tra il 9 e il 10 luglio 1888 e lui sta scrivendo all’amato fratello Theo. Non sa che vivrà ancora per soli due anni e 20 giorni. Ma sa che quel cielo gli racconta un “oltre”.
Quella notte gli scrive una meravigliosa lettera e noi oggi abbiamo l’onore di poterla leggere, conoscendo le domande e le possibili risposte che solo un artista con una spiritualità geniale, poteva ipotizzare. ❤

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LA MANO DI DIO NELLA LUCE DORATA, DANTE NELL’ARTE MODERNA E I PESCI NELLA CRIPTA!

“Nonna, io mi metto seduta per fare meditazione” dice Giorgia, la piccolina.
La lascio fare 😊
Anche perché i bambini, prima ancora di capire con la razionalità, danno il via libera all’intuizione e all’immaginazione.
Ed è bellissimo farlo anche da adulti! 🥰
“Secondo voi cos’è quella mano in alto in alto?”
“Secondo me è la mano di Dio, perché è nella luce della parte dorata. E dove c’è Luce…!”
Semplice, no?! 😉
Giulia, la più grande, chiede, chiede, chiede…!
Fotografa, fotografa, fotografa!🤦‍♀️
Se andate a sant’Apollinare in Classe con dei bambini, fate fare loro un gioco.
Nella parte destra, al centro, c’è una parte del pavimento mosaicato originale. Fateglielo vedere da vicino, facendo fare attenzione ai pezzettini di pietra.
Poi fateli allontanare un passo per volta, per far gustare loro la magia di un mosaico.
Contate i passi indietro finché non si vedranno più le singole pietre ma solo il disegno.
Quanti passi ci vogliono?
A voi la scoperta!😁
È un po’ come la vita: quanti anni ci vogliono per vedere l’intero disegno fatto da noi, sulla terra?❤️

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Michelangelo Buonarroti e la firma sulla “Pietà”

A 23 anni, nel 1500, Michelangelo Buonarroti andava spesso in chiesa.
Era un fervente cattolico.
Un giorno va davanti alla Pietà che era visitata da molte persone per sentire cosa dicevano. Sentì due uomini che ne parlavano.
Dicevano che era molto bella. Uno chiese ma chi l’ha fatta? E l’altro, sicuro, ma Cristoforo Solari, il famoso scultore lombardo!
Michelangelo si fece rosso dalla rabbia e poi nero. Aveva sempre in tasca il martello e lo scalpello. Così rimase in chiesa e si fece chiudere dentro.
Aveva deciso di firmare l’opera e così, durante la notte, incise sulla fibbia in mezzo al petto della Vergine Maria il suo nome, cognome e la sua città: “Michelangelus Bonarotus Florentinus Faciebat”.
Mentre era intento a incidere queste cose sulla statua gli si avvicinò una vecchia suora. Era una santa donna che viveva all’interno della veneranda Basilica di San Pietro. Era consacrata a San Pietro. Gli chiese la polvere di marmo tolta dal petto della Vergine Maria.
Michelangelo la guardò, prima stupito, poi intenerito. Le si inginocchiò davanti e le diede la polvere di marmo. La vecchia suora lo ringraziò e lo benedì.

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Il crocefisso di San Giovanni della Croce

Questo spettacolare dipinto è il crocefisso di San Giovanni della Croce
L’ha dipinto Salvador Dalì nel 1951, facendo una rivisitazione di un disegno che san Giovanni della Croce fece dopo aver fatto un sogno, in cui Dio padre gli fece vedere come lui vedeva il suo figlio diletto.
Da questo disegno del Santo, Dali intuì come poteva essere visto oggi il crocefisso dall’alto, senza corona e con lo sguardo sul mondo.

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Il Michelngelo sconociuto!

Vita talentuosa.😍
Mondo interiore vulcanico.
Scritti poetici sconosciuti ai più.
In tutta la sua vita non ne pubblicò nemmeno uno!
Di trecento componimenti, mai un frammento divenne pubblico.
Ottantanove anni di vita e mai una condivisione con il mondo.
Nessuno sa bene il perché.
Quello che sappiamo è che Michelangelo scrisse poesie praticamente per tutta la vita, coprendo un arco di tempo che all’incirca va dal 1503 al 1560.
Scrisse canzoni, sonetti, quartine isolate e madrigali, ma anche epigrammi, aforismi e terzine sciolte.
Aveva uno stile frenetico.
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HAI PRESENTE I MOSAICI? SONO FATTI DI PEZZI E FRAMMENTI, MA SONO COMUNQUE DEI CAPOLAVORI.

Tutti si aggirano con il naso all’insù.
Fotografano, leggono, ascoltano…
Tutti si muovono lungo le tre navate della Basilica di sant’Apollinare in Classe.
C’è solo una ragazza, ferma, nella navata centrale.
E’ proprio al centro. La vedo da dietro. La fotografo non perché sia disabile (ovviamente) ma perché mi incuriosisce il suo essere concentrata, lì, da tanti minuti. Cammino, le passo vicino e vorrei fare una foto al centro della navata, per riprendere bene quell’incredibile mosaico dai colori ancora brillanti nonostante i suoi 1500 anni.
Ma non vorrei mettermi avanti a lei coprendole la visuale. Così, quando le sono accanto, mi preparo un sorriso per chiederle scusa nel caso le coprissi la visuale per qualche attimo.
Ma è solo quando le sono vicina, che mi accorgo che lei ha gli occhi chiusi.
Non sta ammirando il mosaico, ma Qualcun Altro.
Sta parlando con l’Autore Primo di ogni Arte.
L’Ispiratore di Tutto ciò che è Bellezza.
D’altra parte anche Pablo Picasso diceva che “Dio in realtà non è che un altro artista. Egli ha inventato la giraffa, l’elefante e il gatto. Non ha un vero stile: non fa altro che provare cose diverse”.
Una Fantasia Vivente illimitata.

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GRAZIE A 4 GIGANTI SPIRITUALI, ABBIAMO CAMMINATO OLTRE L’IMBRUNIRE

4 serate commoventi
4 serate affollate
4 serate rimaste nell’anima
“Penso spesso che la notte sia più viva e più riccamente colorata del giorno”
(Vincent van Gogh)
“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
(Marc Chagall)
“E se diventi farfalla
nessuno pensa più a ciò che è stato
quando strisciavi per terra
e non volevi le ali”
(Alda Merini)
“Il mio maestro m’insegnò
com’è difficile
trovare l’alba dentro l’imbrunire”
(Franco Battiato)

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LE DITA CHE UNA VOLTA SI TOCCAVANO

Sulle dita di Adamo che non toccano le dita di Dio, è stato detto tanto.
Ma l’artista e teologo Marko Ivan Rupnik all’11° Incontro Nazionale di Architettura e Arte Sacra (ENAAS) in Brasile, l’ha spiegata in un modo che a me ha affascinato tanto.
Buona lettura per chi vorrà ❤

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Come possiamo aiutare chi soffre nei paesi in guerra?

L’Afghanistan ha aperto la coscienza di tanta gente che non vuole fermarsi solo a “guardare i passi della paura” o a “contare le lacrime del dolore”.
Molti si chiedono: cosa possiamo fare ora? Noi che non siamo nelle stanze del comando, come possiamo essere concretamente e subito, di aiuto?
Ci sono dei modi ❤

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