Quanti anni sono che poso il mio sguardo sulla finestra della mia cucina?
Questi alberi li ho visti crescere e cambiare. Insieme a me.
In fondo siamo simili: piedi ben piantati per terra e chioma che si avvicina sempre più al Cielo.
È vicino a loro che ieri pomeriggio stavo leggendo un pensiero di Isabel Allende.
Un grande pensiero che ha alleggerito la mia anima.
Almeno su di me ha fatto questo effetto.
Chissà che anche a qualche lettore di passaggio, non faccia lo stesso.
Buona giornata!

 
“Da quando Paula (mia figlia) è morta 27 anni fa, ho perso la paura della morte.
Innanzitutto, perché l’ho vista morire tra le mie braccia e ho capito che la morte è come la nascita, è una transizione, una soglia e ho perso la sua paura personalmente.
Ora, se il virus mi cattura, appartengo alla popolazione più vulnerabile, gli anziani, ho 77 anni e so che se lo prendo, morirò. Quindi la possibilità della morte mi è molto chiara in questo momento, la vedo con curiosità e senza paura.
Ciò che la pandemia mi ha insegnato è di lasciar andare le cose, di rendermi conto di quanto poco ho bisogno.
Non ho bisogno di comprare, non ho bisogno di più vestiti, non ho bisogno di andare da nessuna parte o viaggiare. Penso di averne troppo. Mi guardo intorno e mi chiedo perché tutto questo. Perché ho bisogno di più di due piatti?
Quindi scopri chi sono i veri amici e le persone con cui voglio stare.
Cosa pensi che la pandemia ci insegni a tutti?
Ci sta insegnando le priorità e ci sta mostrando una realtà. La realtà della disuguaglianza. Come alcune persone passano la pandemia su uno yacht ai Caraibi e altre persone muoiono di fame.
Ci ha anche insegnato che siamo una famiglia.
Quello che succede a un essere umano a Wuhan, succede al pianeta, succede a tutti noi. Non esiste questa idea tribale che siamo separati dal gruppo e che possiamo difendere il gruppo mentre il resto della gente se ne frega. Non ci sono muri, non ci sono pareti che possono separare le persone.
I creatori, gli artisti, gli scienziati, tutti i giovani, molte donne, stanno prendendo in considerazione una nuova normalità. Non vogliono tornare a ciò che era normale.
Si chiedono quale mondo vogliamo. Questa è la domanda più importante in questo momento.
Quel sogno di un mondo diverso: dobbiamo andare lì.
E rifletto: a un certo punto mi sono resa conto che si viene al mondo per perdere tutto. Più a lungo vivi, più perdi. In primo luogo stai perdendo i tuoi genitori, a volte persone molto care intorno a te, i tuoi animali domestici, i luoghi e anche le tue facoltà.
Non puoi vivere nella paura, perché ti fa immaginare cose che non accadono e soffri il doppio.
Dobbiamo rilassarci un po’, provare a goderci quello che abbiamo e vivere nel presente.”
Isabel Allende

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